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ISDS, appello italiano per escluderlo dal TTIP

A cinque giorni dall'importante voto del Parlamento Europeo sul TTIP, spunta un testo italiano che potrebbe cancellare l'ISDS e far saltare l’accordo

ISDS tre italiani provano ad escluderlo dal TTIP 2

 

(Rinnovabili.it) – In Italia la clausola ISDS è stata invocata da investitori esteri in risposta ai tagli degli incentivi sul fotovoltaico, ma presto potrebbero arrivare penalità per l’adozione di regolamenti volti, ad esempio, a proteggere l’ambiente, la sicurezza alimentare o il mercato del lavoro.

È la denuncia di tre europarlamentari italiani, provenienti da tre diversi schieramenti politici ma che, tuttavia, hanno unito le forze in un documento congiunto. Si tratta di Eleonora Forenza (AE-GUE), Tiziana Beghin (M5S-Ni) e Sergio Cofferati (Pd-S&D). Mancano pochi giorni (7 e 8 luglio) al più importante voto che l’assemblea di Strasburgo esprimerà sul TTIP, l’accordo di libero scambio USA-UE, ma la bozza del testo che dovrebbe contenere le raccomandazioni per la Commissione Europea (che conduce le trattative con la Casa Bianca) è sorprendentemente morbida su questo ed altri punti critici del negoziato. Eppure, da una consultazione pubblica lanciata proprio da Bruxelles lo scorso anno, erano emerse volontà le precise di 150 mila cittadini europei: no all’inserimento di meccanismi di arbitrato internazionale nei trattati bilaterali sul commercio e gli investimenti, specialmente con gli Stati Uniti. Un patto tra colossi come il TTIP sobilla le paure di possibili ricorsi pretestuosi da parte di multinazionali del calibro di Monsanto e Philip Morris. Non sarebbe certo la prima volta che aziende con questa “capacità di fuoco” costringono i governi a ritirare regolamenti restrittivi emanati nell’interesse generale.

 

ISDS tre italiani provano ad escluderlo dal TTIP -

 

«Siamo di fronte a una situazione molto pericolosa – scrivono i tre deputati europei – Attraverso il meccanismo dell’ISDS, le imprese americane avranno la possibilità di mettere in discussione le leggi nazionali dei paesi UE».

Per questo propongono un emendamento alla relazione parlamentare calendarizzata per il 7 luglio prossimo. Chiedono che la plenaria confermi il parere della Commissione Affari Legali del Parlamento Europeo (JURI), in modo da

 

«garantire che gli investitori stranieri siano trattati in modo non discriminatorio e abbiano un’effettiva possibilità di chiedere e ottenere soddisfazione nei ricorsi, beneficiando al contempo degli stessi diritti degli investitori nazionali; invita la Commissione a opporsi all’inclusione del meccanismo di risoluzione delle controversie tra investitori e Stati (ISDS) nel TTIP, giacché sono disponibili altre opzioni per l’applicazione della tutela degli investimenti, come ad esempio le vie di ricorso nazionali».

 

Il testo si pone in diretto conflitto con l’emendamento di compromesso prodotto dall’ala pro-TTIP dei Socialdemocratici europei, e spacca ancor di più la maggioranza: contro l’ISDS al momento ci sono europarlamentari francesi, belgi, olandesi, austriaci, britannici, greci e austriaci. Lacerazioni si evidenziano invece fra tedeschi e italiani. Proprio l’Italia, come è noto da qualche giorno, si troverà a rispondere certamente di uno, ma probabilmente di due provvedimenti che rivedono il sistema dei sussidi alle rinnovabili e che ne hanno decretato l’uscita dalla Carta dell’Energia: il decreto Romani del 2011 e lo Spalma Incentivi di Renzi del 2014. Dovrà farlo dinanzi a una corte privata composta da un collegio di tre membri, senza partecipazione pubblica alle udienze e senza possibilità di appello. Il rischio è, se condannata, pagare una multa milionaria o ritirare la normativa in questione.

 

ISDS tre italiani provano ad escluderlo dal TTIP 1

 

Clausole ISDS che innescano tali procedure sono presenti in 3.268 accordi sugli investimenti conclusi tra 101 Paesi di tutto il mondo, ma le critiche più aspre stanno montando adesso. Il TTIP, infatti, sarebbe il padre di tutti i trattati di libero scambio, coinvolgendo un area che vale il 40% circa del PIL globale. Per le lobby su entrambe le sponde dell’Atlantico è una torta ghiottissima: chiedono l’abbattimento degli standard sui prodotti sanitari e fitosanitari (tra cui pesticidi e interferenti endocrini), il crollo del divieto per gli OGM e delle barriere alla sicurezza alimentare, la messa sul mercato dei servizi pubblici. Una volta ottenuto tutto questo, avrebbero facoltà di denunciare i governi intenzionati a varare regolamenti ispirati al principio di precauzione, che nel TTIP è subordinato alle istanze del libero mercato.

 

La contrarietà a queste aperture, ritenute eccessive da molta parte dell’opinione pubblica europea, ha costretto la Commissaria al Commercio, Cecilia Malmström, ad affinare la strategia di comunicazione, lanciando una riforma dell’ISDS: la proposta comprende atti processuali pubblici, udienze aperte, un sistema di appello e una lista pubblica di arbitri che dovrebbero rispettare un codice etico. Bocciata immediatamente dagli Stati Uniti, la riforma non contiene tuttavia indicazioni sui tempi. Secondo i critici, inoltre, non abolisce una giurisdizione parallela ad uso e consumo degli investitori esteri, i quali continuerebbero a godere di un vantaggio nei confronti delle aziende nazionali, obbligate a seguire l’iter della giustizia ordinaria.

Ma il punto è che non può esserci TTIP senza ISDS, come affermato dal governo americano. Per questo, l’emendamento “abolizionista” degli eurodeputati italiani può far saltare il banco: «Ci impegneremo nel prossimo passaggio parlamentare – concludono i firmatari – affinché non vengano approvati accordi al ribasso o posizioni ambigue che ledano anche indirettamente il diritto delle istituzioni europee e degli Stati membri di legiferare in difesa dei diritti dei cittadini e dei consumatori».

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Rinnovabili • Batterie al sodio allo stato solido

Batterie al sodio allo stato solido, verso la produzione di massa

Grazie ad un nuovo processo sintetico è stato creato un elettrolita di solfuro solido dotato della più alta conduttività per gli ioni di sodio più alta mai registrata. Circa 10 volte superiore a quella richiesta per l'uso pratico

Batterie al sodio allo stato solido
via Depositphotos

Batterie al Sodio allo Stato Solido più facili da Produrre

La batterie allo stato solido incarnano a tutti gli effetti il nuovo mega trend dell’accumulo elettrochimico. E mentre diverse aziende automobilistiche tentano di applicare questa tecnologia agli ioni di litio, c’è chi sta percorrendo strade parallele. É il caso di alcuni ingegneri dell’Università Metropolitana di Osaka, in Giappone. Qui i professori Osaka Atsushi Sakuda e Akitoshi Hayash hanno guidato un gruppo di ricerca nella realizzazione di batterie al sodio allo stato solido attraverso un innovativo processo di sintesi.

Batterie a Ioni Sodio, nuova Frontiera dell’Accumulo

Le batterie al sodio (conosciute erroneamente anche come batterie al sale) hanno conquistato negli ultimi anni parecchia attenzione da parte del mondo scientifico e industriale. L’abbondanza e la facilità di reperimento di questo metallo alcalino ne fanno un concorrente di primo livello dei confronti del litio. Inoltre l’impegno costante sul fronte delle prestazioni sta portando al superamento di alcuni svantaggi intrinseci, come la minore capacità. L’ultimo traguardo raggiunto in questo campo appartiene ad una ricerca cinese che ha realizzato un unità senza anodo con una densità di energia superiore ai 200 Wh/kg.

Integrare questa tecnologia con l’impiego di elettroliti solidi potrebbe teoricamente dare un’ulteriore boost alla densità energetica e migliorare i cicli di carica-scarica (nota dolente per le tradizionali batterie agli ioni di sodio). Quale elettrolita impiegare in questo caso? Quelli di solfuro rappresentano una scelta interessante grazie alla loro elevata conduttività ionica e lavorabilità. Peccato che la sintesi degli elettroliti solforati non sia così semplice e controllabile. Il che si traduce in un’elevata barriera per la produzione commerciale delle batterie al sodio allo stato solido.

Un Flusso di Polisolfuro reattivo

É qui che si inserisce il lavoro del team di Sakuda a Hayash. Gli ingegneri hanno messo a punto un processo sintetico che impiega sali fusi di polisolfuro reattivo per sviluppare elettroliti solidi solforati. Nel dettaglio utilizzando il flusso di polisolfuro Na2Sx come reagente stechiometrico, i ricercatori hanno sintetizzato due elettroliti di solfuri di sodio dalle caratteristiche distintive, uno dotato della conduttività degli ioni di sodio più alta al mondo (circa 10 volte superiore a quella richiesta per l’uso pratico) e uno vetroso con elevata resistenza alla riduzione.

Questo processo è utile per la produzione di quasi tutti i materiali solforati contenenti sodio, compresi elettroliti solidi e materiali attivi per elettrodi“, ha affermato il professor Sakuda. “Inoltre, rispetto ai metodi convenzionali, rende più semplice ottenere composti che mostrano prestazioni più elevate, quindi crediamo che diventerà una metodologia mainstream per il futuro sviluppo di materiali per batterie al sodio completamente allo stato solido“.  I risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials and Inorganic Chemistry .

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • fotovoltaico materiale quantistico

Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
via Depositphotos

Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

leggi anche Fotovoltaico in perovskite, i punti quantici raggiungono un’efficienza record

L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

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Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.