Clima: le promesse di Von der Leyen, nuova Presidente della Commissione europea

L’ex ministro tedesco della difesa è stata eletta con 383 voti favorevoli e 327 contrari: chiave del successo, le promesse sull’innalzamento degli obiettivi di taglio delle emissioni e le proposte di finanziamento per la transizione energetica.

von der leyen commissione europeaUrsula Von der Leyen succede a Jean-Claude Junker alla guida della Commissione europea: per la prima volta, una donna presiederà il braccio esecutivo dell’Ue

 

(Rinnovabili.it) – Ursula Von der Leyen è la nuova Presidente della Commissione europea: l’ex ministro tedesco della difesa è stata eletta dal Parlamento europeo con 383 voti favorevoli e 327 contrari. Decisivo il supporto dei gruppi democratici Renew Europe e S&D (l’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici) che hanno annunciato pubblicamente il loro sostegno alla candidatura tedesca proposta dal Partito Popolare Europeo (PPE) appena 1 ora prima del voto segreto di ieri sera.

 

Un’elezione frutto d’intenso lavoro di mediazione su alcuni dei temi al centro del dibattito europeista: negl’interventi precedenti la votazione del Parlamento europeo, Ursula Von der Leyen ha promesso un approccio alle regole di bilancio europeo più flessibile e che tenga maggior conto delle specificità di ogni Stato membro (in antitesi con le politiche di austerity promosse dal Commissario uscente Jean-Claude Junker); l’introduzione di un salario minimo europeo (assente in 6 Paesi Ue tra cui Italia, Austria e Svezia); maggiori fondi per i programmi Erasmus e normative quadro a sostegno della creazione di lavoro nei Paesi con alti tassi di disoccupazione.

 

Tuttavia il vero punto cardine dell’elezione della deputata tedesca sono state le promesse fatte in materia di contrasto del cambiamento climatico e di taglio delle emissioni: “La nostra sfida più pressante è mantenere il Pianeta in salute. Questa è la maggiore responsabilità e la più grande opportunità dei nostri tempi – si legge nel discorso che Ursula Von der Leyen ha pronunciato davanti al Parlamento europeo poco prima dell’apertura del voto – Voglio che l’Europa diventi il primo continente climaticamente neutrale al mondo entro il 2050. Per riuscirci, dobbiamo prendere tutti insieme decisioni coraggiose. Il nostro attuale obiettivo di ridurre le emissioni del 40% entro il 2030 non è abbastanza”.

 

In quest’ottica, Von der Leyen ha proposto un approccio in due fasi per ridurre le emissioni europee di CO2 del 50% se non del 55% entro il 2030. La mossa è stata accolta con favore da quanti chiedevano l’innalzamento degli obiettivi climatici dell’Unione europea (S&D su tutti) e da buona parte dei rappresentanti dei Verdi, attualmente il quarto gruppo in Parlamento per numero di deputati, che hanno però criticato l’assenza di misure concrete a sostegno dell’impegno della neo Commissaria.

 

Von der Leyen ha sottolineato che il suo nuovo ruolo le permetterà anche di spingere per ambiziosi traguardi climatici nelle trattative internazionali con rappresentane extra Ue: “Perché per ottenere un reale impatto, non possiamo essere ambiziosi solo a casa nostra – ha affermato la nuova presidente della Commissione europea – dobbiamo farlo, certo, ma il mondo deve muoversi insieme a noi”.

 

Entro i primi 100 giorni del suo mandato, che comincia ufficialmente il 1° novembre, l’ex ministro tedesco ha annunciato la pubblicazione di un Green Deal per l’Europa e la stesura della prima Legge europea sul Clima che fissi l’obiettivo zero emissioni nette entro il 2050.

 

Nel suo discorso finale, la neoeletta Commissaria ha parlato della necessità che le emissioni “abbiano un prezzo che cambi i nostri comportamenti” e ha paventato la possibile introduzione di una tassa di frontiera sul carbonio (Carbon Border Tax) da applicare a beni e servizi provenienti da Nazioni la cui industria non è vincolata ad alcun mercato del carbonio o da Paesi che non hanno adottato meccanismi economici per limitare le emissioni di gas serra.

 

Sul piano finanziario, la Von der Leyen ha proposto la creazione di un Sustainable Europe Investment Plan e la conversione di parte della Banca Europea per degli Investimenti (EIB) in una Banca del Clima. Due misure che dovrebbero sbloccare 1 trilione di euro in investimenti entro i prossimi 10 anni.

 

Infine il tema scottante del supporto alle economie europee meno solide: la neo Commissaria ha proposto la creazione di un Fondo per l’equa transizione, un sistema di sovvenzioni dedicato a Paesi come quelli del blocco di Visegrad (Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia) che hanno recentemente bloccato una risoluzione del Consiglio europeo per fissare l’obiettivo zero emissioni entro il 2050 proprio a causa dei rischi per lo sviluppo delle loro economie ancora in buona parte basate su fonti energetiche inquinanti come il carbone.

Al contempo, Von der Leyen ha promesso di eliminare il diritto di veto su questioni fiscali, climatiche e sociali in modo da riequilibrare la sproporzione che permette a piccoli Paesi di bloccare l’intera Unione su tali temi.

 

Una serie di impegni programmatici ambiziosi, ma che molti hanno criticato perché privi di basi operative: “Ottimo discorso quello di Ursula Von der Leyen. Ma al di là delle parole, non c’è nulla di concreto – scrive in un tweet il portavoce del Gruppo dei Verdi nel Parlamento europeo, Ska Keller – Come pensa esattamente di trasformare queste parole in azioni? Proposte concrete sarebbero state molto gradite”.

 

Di parere più incoraggiante l’opinione di Lola Vallejo, direttrice dei programmi climatici del think tank francese IDDRI che sottolinea l’importanza assunta dai temi ambientali e climatici in seno al Parlamento europeo: “Questa situazione potrebbe avere un effetto duraturo sul mandato quinquennale della Commissione nelle questioni climatiche e ambientali”.

 

Servirà tempo e soprattutto consenso per trasformare gl’impegni presi dalla neo Commissaria in realtà. Ne sono consapevoli in primis i gruppi parlamentari che hanno deciso di supportare la candidatura di Ursula Von der Leyen, come i Socialisti e Democratici che, attraverso la loro leader, la deputata spagnola Iratxe García Pérez, commentano: “Vigileremo e ci assicureremo che nei prossimi 5 anni la Presidente mantenga le promesse che ci ha fatto. Deve ricordare che senza di noi, non esiste una maggioranza pro Europa”.

 

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