Se anche la Formula 1 vuole salvare l’ambiente

Il CEO di F1 Chase Carey ha annunciato un piano rivoluzionario che punta ad azzerare le emissioni di CO2 del circus entro il 2030

Formula 1
Credit: Artes MaxFERRARI SF90 / Sebastian Vettel / GER / Scuderia Ferrari, CC BY-SA 2.0, Link

 

(Rinnovabili.it) – Diventare carbon-neutral nel giro di poco più di dieci anni. Questo è l’obiettivo del piano con cui Fédération Internationale de l’Automobile (FIA)  e Formula 1 intendono “dare un volto completamente nuovo allo sport” e diventare alfieri della sostenibilità ambientale. La svolta, testimoniata dall’adesione alla Sustainable Development Agenda delle Nazioni Unite, è avvenuta anche sotto le pressioni di fan e stakeholder.

 

 

 

Semplici soluzioni per uno degli sport più antiecologici

La regina del motorsport aveva infatti ultimamente subito critiche pesanti per il suo marcato impatto ambientale lungo la stagione del mondiale automobilistico: si stimano 255 mila tonnellate di CO2 emesse ogni anno dalla manifestazione. Per avere un riferimento rispetto ad altri eventi sportivi di dimensioni comparabili, l’intero mondiale di calcio in Brasile (2014) generò 2.8 milioni di tonnellate di anidride carbonica, 2.9 milioni quello in Russia (2018) e 4.5 i Giochi olimpici di Rio (2016). Tuttavia, contrariamente a quanto si possa immaginare, solo lo 0.7% delle emissioni dipende dalle venti monoposto che girano sui circuiti, mentre la maggioranza assoluta – escludendo l’impatto ambientale dei viaggi del pubblico, difficilmente calcolabile – proviene dagli spostamenti delle attrezzature e del personale delle squadre.

Il circus si propone di ridurre considerevolmente il numero di persone al seguito delle scuderie in giro per il mondo, con l’introduzione di migliorie tecnologiche in logistica e comunicazione che permettano ad ingegneri e strateghi di svolgere gran parte delle loro attività da remoto nelle sedi centrali dei team. Forti spinte anche su efficientamento degli spostamenti e trasporto dell’equipaggiamento su rotaia e su strada con l’obiettivo di limitare i chilometri di viaggio in aereo (i più impattanti in assoluto). Nessun progetto invece di abbandonare i motori a combustione interna, anche se si parla per i prossimi anni dell’introduzione di biocombustibili derivati da rifiuti domestici o alghe. Secondo l’amministratore delegato di Formula 1 Chase Carey, “lungo i suoi 70 anni di storia la Formula 1 è stata l’avanguardia di ricerca ed innovazione tecnologica in campo automobilistico” e per questo avrà in futuro “un ruolo cruciale anche nell’abbattimento delle emissioni di gas serra”.  

Ridimensionare l’impatto dell’evento di Formula 1

Il piano annunciato da F1 è “il prodotto della collaborazione tra i vertici della FIA, scuderie, ingegneri ed esperti di sostenibilità ambientale”. Riduzione di emissioni di anidride carbonica ed altri inquinanti, ma non solo. Uno degli obiettivi di F1 è eliminare già dall’anno prossimo tutta la plastica usa e getta utilizzata nei weekend di gara; entro il 2025 invece, tutti i rifiuti prodotti saranno biodegradabili, riutilizzabili o riciclabili. Dal 2030 poi, “tutta l’energia utilizzata durante le gare e gli eventi di contorno sarà 100% rinnovabile”, così come quella che alimenterà i processi produttivi e di ricerca delle case madri dei team in competizione.

Il nostro impegno verso una maggiore attenzione alla protezione ambientale è fondamentale”, sostiene il presidente della FIA Jean Todt. “I benefici non sarebbero confinati al solo mondo del motorsport, ma si rifletterebbero su quella parte di società che segue le gare”. Il piano rientra in una strategia di lungo termine pensata da FIA, che mira ad esempio ad elaborare il primo motore a combustione interna ibrido ad emissioni nette zero. L’apporto della F1 in collaborazione con i settori automotive ed energetico sarà fondamentale nell’ambito di questa sfida tecnologica enorme. “Con il coinvolgimento dei team, dei finanziatori del circus, degli stessi piloti e soprattutto dei milioni di fan in tutto il mondo”, FIA e Formula1 contribuiranno a trasformare il motorsport in un “laboratorio di innovazione tecnologica ed ambientale”, conclude Todt.

 

 


 

“Cambiare si può”

Il neocampione del mondo britannico Lewis Hamilton è intervenuto più volte sui suoi social media in difesa dell’ambiente, sottolineando gli impegni di Mercedes-AMG per diventare carbon-neutral. “Non è semplice, dal momento che viaggiamo tutto l’anno per il mondo”, ha dichiarato Hamilton. “Corriamo in Formula1, la nostra impronta ecologica è senza dubbio maggiore di un qualsiasi abitante delle città che ci ospitano, ma questo non significa che non si possano cercare soluzioni che migliorino la situazione”.

Secondo le stime più accreditate, una singola scuderia può viaggiare in media 176 mila chilometri in aereo lungo le 21 gare del calendario stagionale. Ciò significa che approssimativamente i dieci team che partecipano al mondiale consumano ogni anno ben 67 mila tonnellate di anidride carbonica. Sono cifre difficilmente sostenibili, vista l’incombenza della crisi climatica. Un’inversione di tendenza è auspicabile.

Noi tifosi, attendiamo fiduciosi.

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