Mobili fotosintetici per un eco-arrademento da film di fantascienza

Nasce dalla partnership tra un architetto e un designer industriale, Living Things, la linea di mobili fotosintetici a base di batteri

Mobili fotosintetici per un eco-arrademento da film di fantascienza

 

(Rinnovabili.it) – Il futuro dell’arredamento di interni potrebbe un giorno coincidere con quello della coltivazione. Tra gli apripista di questo nuovo trend c’è oggi progetto a metà tra strada tra l’interior design e la nuova tradizione delle vertical farm, e battezzato con il nome di Living Things. Nato dalla partnership tra l’architetto Jacob Douenias e il designer industriale Ethan Frier, Living Things si propone di realizzare mobili fotosintetici, ovvero in grado di sfruttare la fotosintesi naturale per dotarsi di qualche funzione in più.

Ad esempio un semplice tavolo si può trasformare anche in una sorgente luminosa e allo stesso tempo fare da “dispensa” per la biomassa vegetale.

 

Jacob-Douenias-Ethan-Frier-Spirulina-Furniture-Living-Things-5

 

L’elemento chiave perché questo avvenga è l’arredamento si trasformi davvero in una “cosa vivente” (traduzione del nome del progetto) è un batterio. Per realizzare i loro mobili fotosintetici, Douenias e Frier hanno impiegato la spirulina una specie appartenente alla classe dei Cianobatteri, rinchiusa in scenografiche ampolle di vetro trasparente. La spirulina è considerata un eccellente integratore alimentare naturale, al punto da esser stata proposta alla fine degli anni Ottanta sia dalla NASA che l’Agenzia Spaziale Europea come uno degli alimenti primari da coltivare durante le missioni spaziali da lunga durata. Fino a metà del suo peso infatti è costituito da proteine, il che lo rende una fonte alimentare super-efficiente.

 

living-things-jacob-douenias-ethan-frier-5.jpg.650x0_q70_crop-smart

 

“Queste strutture viventi riciclano la luce, il calore e l’anidride carbonica indoor in una biomassa verde molto ricca dal punto di vista nutrizionale che può essere consumata come sostentamento, utilizzata come fertilizzante in agricoltura, o convertita in biocarburanti”. Per dimostrare la fattibilità del progetto è stata realizzata una prima istallazione, ospitata in questi giorni presso The Mattress Factory, un ampliamento del Museo d’Arte Contemporanea di Pittsburgh, in Pennsylvania. “Stiamo cercando di capire come si possa produrre cibo supplementare riciclando le cose di cui non abbiamo bisogno”, spiega Douenias. Per ora, Living Things esiste principalmente come progetto d’arte, destinato per lo più ad ispirare menti curiose. Tuttavia, il sistema è perfettamente funzionante, ed è possibile che altri progettisti possano decidere di seguire l’esempio e incorporare materia vivente nel loro lavoro. L’installazione rimarrà in mostra presso la Mattress Factory fino a marzo 2016.

Articolo precedenteBolletta elettrica, M5S: “Italia a rischio infrazione”
Articolo successivoIdeal Impact, l’app che trasforma il lettore in attivista

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!