Shopper, dalla discarica al museo

Quale impiego migliore per le vecchie buste di plastica se non il loro riutilizzo sotto forma d’arte? Nascono così le creazioni dell’artista israeliana che ha fatto del riciclo il suo lavoro, oltre che uno stile di vita

(Rinnovabili.it) – E’ ormai quasi un anno che i sacchetti di plastica sono stati messi al bando e sostituiti dalla tradizionale sporta della spesa riutilizzabile. Ma che fine faranno tutte le buste che abbiamo utilizzato sino ad oggi? Tutti siamo a conoscenza della bassa eco-compatibilità degli shopper e del lungo tempo di biodegradazione di cui hanno bisogno e la migliore fine che si possa augurare ad un vecchio sacchetto è quella di essere la materia prima secondaria della fantasia di artisti e designer. Non fa eccezione Aviva Sawicki, artista israeliana, che dopo 13 anni di carriera trascorsi a creare opere d’arte con carta riciclata, ha deciso di fare un passo in avanti e iniziare a riciclare i sacchetti di plastica. Avivart, nome d’arte della designer, è da sempre impegnata a lavorare con materiali di uso quotidiano, nell’intento di aumentare la “consapevolezza del tributo dell’uomo sull’ambiente”. Grazie alla fusione di shopper ormai inutilizzati l’artista è stata in grado di realizzare nuove texture, stampe originali e nuove sfumature di colori, per la creazione di ogni genere d’opera d’arte. Dall’arte contemporanea, sotto forma di sculture, stampe e quadri, fino alla creazione di abiti, l’artista ha fatto della trasformazione dei rifiuti un lavoro con un chiaro messaggio ambientale. “La cosa unica ed originale del riutilizzo dei sacchetti di plastica riciclata”, ha dichiarato Sawicki, “mi permette di avere un supporto per i miei quadri e le mie stampe, ed essere al tempo stesso la tela. Nessun quadro inoltre ha richiesto l’impiego di una goccia di vernice!” I lavori dell’artista, per chi fosse interessato, sono esibiti in Israele, Cile, Argentina, Germania e New York.

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