Converge, il biodiesel punta a essere competitivo con le fossili

Il Politecnico di Milano coordina il progetto che mira ad aumentare l’efficienza della conversione della biomassa in carburante, tagliando i costi

converge biodiesel

 

 

La ricerca europea punta a un biodiesel da biomassa con emissioni nette negative

(Rinnovabili.it) – Produrre un biodiesel che sia sostenibile ed economico. Questo il duplice obiettivo a cui punta Converge (CarbON Valorisation in Energy-efficient Green fuels), il progetto di ricerca europeo cofinanziato dal programma Horizon 2020. Sotto la guida del Politecnico di Milano, un team di esperti provenienti da 8 Paesi europei sono al lavoro su un’innovativa catena di valore per la produzione del biodiesel.

Attraverso una combinazione di tecnologie differenti, il team intende aumentere l’efficienza di sintesi del carburante da biomassa secondaria riducendone nel contempo i costi, in maniera da rendere il prodotto competitivo con le alternative di origine fossile.

“Converge – si legge nella nota stampa del PoliMi – propone l’utilizzo di cinque tecnologie innovative con l’ambizione di integrare i più moderni processi di gassificazione della biomassa secondaria, la conversione e la separazione dell’idrogeno e dell’anidride carbonica, e la purificazione e compressione dell’idrogeno per un processo più efficiente di produzione del metanolo precursore del biodiesel”.

 

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Per raggiungere l’ambizioso obiettivo, il consorzio riunisce due università, tre centri di ricerca e cinque aziende europee. I partner rappresentano l’intera catena del valore dall’approvvigionamento di biomassa secondaria (sottoprodotti derivanti dall’uso della biomassa nella produzione di fibre, alimenti o rifiuti agricoli) alla produzione di biofuel.

Il consorzio si è dato numero precisi come target finali: intende aumentare l’efficienza di conversione del 12% e ridurre il costo di oltre il 10%.

 

Contemporaneamente alla produzione di biodiesel, il gruppo sta studiando come rendere il tutto a emissioni nette negative. L’opzione valutata è quella offerta dal Bio Energy with Carbon Capture and Storage (BECCS), letteralmente bioenergia combinata con la cattura e stoccaggio del carbonio. In pratica le tecnologie BECCS sono basate sulla coltivazione e/o raccolta di biomassa, con la conseguente rimozione di carbonio dall’atmosfera, per produrre successivamente energia, mentre la CO2 derivante dalla combustione della biomassa viene catturata ed iniettata in formazioni geologiche adatte. “Siccome il combustibile utilizzato nel processo è biomassa secondaria,  – scrive il Politecnico – la cattura dell’anidride carbonica consente di confinare la CO2 che era stata precedentemente prelevata dall’atmosfera dalle piante”.

Il progetto è iniziato a novembre 2018 e terminerà nel 2022.

 

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