L. Stabilità, rispunta l’aumento dell’IVA sul pellet

Free-AIEL: “Se questa scelta fosse confermata dall’aula del Senato avrebbe gravi effetti per i cittadini e per le imprese”

L. Stabilità, rispunta l’aumento dell'IVA sul pellet

 

(Rinnovabili.it) – Era uscito dalla porta ed è rientrato dalla finestra il nuovo aumento dell’IVA sul pellet all’interno della legge di Stabilità. Lo scorso sabato, infatti, la Commissione Bilancio del Senato, che ha in carico la discussione della legge, ha approvato l’emendamento 3.4111 presentato dal Governo che reintroduce l’ipotesi di un incremento dell’imposta dall’attuale 10 al 22%. Ipotesi che ha fatto saltare sul piede di guerra il comparto delle rinnovabili italiane che oggi spiega come e perché, se confermata, questa misura comporterebbe gravi effetti per cittadini e imprese. “Questo aumento dell’IVA – affermano in nota stampa congiunta Coordinamento Free, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica ed Aiel, Associazione italiana energie agroforestali  – andrebbe a pesare principalmente sul consumatore finale”. Attualmente infatti, più di due milioni di famiglie italiane usano il pellet per riscaldarsi.

 

“Inoltre l’effetto del provvedimento, se fosse approvato, avrebbe un effetto pesantissimo sul mercato con una decisa contrazione sui consumi di pellet, al punto che il gettito previsto sarebbe decisamente ridimensionato”. Mercato, va ricordato, che è particolarmente significativo per l’industria italiana: nel settore sono impiegate oggi 42.000 unità lavorative, di cui oltre 20.000 direttamente nella produzione e distribuzione del combustibile. La sola produzione di pellet ha una ricaduta occupazionale pari a 8,3 unità lavorative per milione di euro fatturato, contro 0,5 per i derivati dalla raffinazione del petrolio. “C’è un vero paradosso nelle finalità dell’emendamento, infatti il gettito previsto dall’aumento dell’IVA andrebbe ad alimentare un fondo per la riduzione della pressione fiscale, come a dire abbassiamo le tasse attraverso l’aumento dell’IVA di un prodotto di largo consumo. […] L’iniziativa del Governo risulta quindi incomprensibile e impopolare, se non in chiave di una esclusiva ricerca di gettito facile, i cui effetti saranno di solo aggravio nella spesa delle famiglie. Chiediamo siano adottate tutte le iniziative possibili per abrogare l’emendamento e scongiurare un’iniziativa tanto dannosa sotto tutti i punti di vista”.

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1 commento

  1. 80 sacchi all’anno all’attuale prezzo di 5-5,5 (con iva 10%) euro in inverno (3,5 in estate) dopo l’aumento di 1 euro nei due anni scorsi.
    In pratica il prezzo potrebbe arrivare a 6.05 euro a sacco, 483.12 euro l’anno per 80 sacchi, un aumento di circa 43.12 euro.

    Ma… una clausola di salvaguardia del governo Renzi prevede di portare l’IVA al 25,5%…

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