Decreto rinnovabili, nuvole nere sulle fer italiane

Le principali criticità del nuovo decreto per le rinnovabili elettriche nel commento dell’ing. GB Zorzoli, presidente del Coordinamento Free

rinnovabili

 

 

(Rinnovabili.it) – La data in cui si sarebbe andati a votare era nota con sufficiente approssimazione già da molti mesi. Dati i passaggi richiesti, era altrettanto prevedibile il tempo necessario per l’emanazione del nuovo decreto sulle misure a favore delle rinnovabili elettriche per il 2018-2020. Il testo messo a punto dal MiSE richiede il concerto del Ministero dell’Ambiente, il parere di ARERA e successivamente della Conferenza unificata, dopo di che il testo finale va sottoposto alle verifiche delle direzioni competenti della Commissione europea. Perché il decreto fosse operativo da inizio 2018, il testo attualmente in circolazione andava quindi predisposto non più tardi di metà 2017.

Oltre tutto, l’iter decisionale potrebbe concludersi a valle della costituzione di un nuovo Governo, col rischio di una revisione del testo alla luce degli indirizzi di politica energetica contenuti nel suo programma. D’altronde, lo stesso testo oggi disponibile colloca la prima asta a fine 2018, di fatto sanzionando che nel primo anno del triennio le misure proposte non consentiranno di installare alcun impianto. Inoltre, nell’attuale formulazione il decreto non si applica a biomasse, biogas, eolico off-shore, geotermia innovativa, solare termodinamico. Di conseguenza, le misure a loro favore vengono rinviate a un successivo decreto, spostandole ulteriormente in là nel tempo. Paradossalmente, questa dilazione è resa nota proprio nei giorni in cui si è finalmente arrivati alla emanazione del decreto sul biometano, prodotto green che ha come materia prima proprio il biogas.

 

Nel merito del decreto, la decisione di realizzare aste congiunte eolico/FV non consentirebbe alle due filiere industriali di pianificare le linee di produzione sulla base della potenza assegnata alla singola tecnologia, di conseguenza ostacolando l’ulteriore riduzione dei costi. L’esclusione dall’accesso agli incentivi delle aree agricole, che impedisce uno sviluppo adeguato del FV a terra, è scelta imposta dalla legislazione esistente, ma non si avvertono segnali in merito a possibili modifiche dell’attuale normativa, che sostituiscano l’attuale divieto assoluto con regole che impediscano insediamenti in contrasto con le esigenze della produzione agricola.

 

La priorità prevista nell’assegnazione delle quote per gli impianti realizzati su siti come discariche, cave e miniere esaurite rappresenta una deroga a selezioni che dovrebbero basarsi esclusivamente sul confronto tra i prezzi delle singole offerte. Si tratta di una deroga giustificabile solo se il  soggetto responsabile dell’impianto fosse preventivamente obbligato a realizzare le operazioni di bonifica a proprie spese; condizione viceversa assente dal testo del decreto che, oltre tutto, esclude dalla priorità gli impianti installati su coperture che contengano amianto.

 

La facoltà per gli operatori dell’infrastruttura elettrica di indicare per le installazioni limiti geografici e di capacità produttive (compatibili con la situazione della rete), le misure per i rifacimenti totali o parziali utilizzabili solo dagli impianti che hanno aderito allo spalma-incentivi e l’annullamento degli incentivi nei casi di ore in cui si registrino prezzi zonali orari pari a zero sono tutte disposizioni destinate a creare ulteriori incertezze sull’effettiva realizzazione dell’intera capacità prevista, già di per sé modesta. Realizzazione che non sarà comunque completata entro il 2020, dato che l’ultima asta è fissata al 30 novembre dello stesso anno.

 

Il ritardo con cui di fatto diventeranno esecutive le procedure previste per le assegnazioni tramite registro o asta, l’esclusione da tali procedure di importanti tecnologie e della maggior parte dei potenziali rifacimenti rendono pertanto improbabile l’installazione entro il 2020 di nuova potenza sufficiente per avviare un rilancio delle filiere industriali delle rinnovabili elettriche, che sia coerente con il percorso di crescita richiesto per rispettare gli obiettivi della SEN, cui il decreto fa riferimento.

 

 

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12 Commenti

  1. …poi si lamentano se non prendono voti ‘sti incompetenti. Ammazzano settori interi dell’economia strozzandoli pian piano, e presumibilmente seguendo istruzioni di qualche lobby, e poi si lamentano…

  2. Sono sconcertato dalla continuità con cui negli anni si prosegua su di una programmazione energetica apparentemente priva di logica se non spiegabile con interessi innominati o stupidità endemica. Mi chiedo, però, se la responsabilità sia solo della politica, spesso distratta da problemi “interni”, od anche della dirigenza dei settori interessati che eseguono ma possono anche indirizzare.

  3. Finalmente si va nella direzione giusta…. Tutte le forme di generazione devono “combattere ad armi pari”… Basta finanziare progetti che da anni hanno dimostrato ampiamente di non poter generare ricchezza. I veri incompetenti sono i visionari che sognano di generare migliaia di Twh di energia pulita e gratuita…. PROPORREI UNO SCIOPERO DELLE MULTINAZIONALI DEL PETROLIO, METANO e CARBONE e contare i milioni di morti per fame, freddo e malattie dopo 10 giorni!!!!!!! (attenzione agli errori di ortografia nel testo dell’articolo…. “sanzionando” probabilmente messo al posto di “sancendo”

    • vorrei ricordare che Il mondo ha l’energia atomica, cosa deve farsene del petrolio e delle rinnovabili. Lo dimostra la diffusione su larga scala delle auto elettriche a cui si appresta la nuova produzione industriale. Le rinnovabili hanno un ruolo trascurabile, anche se il fotovoltaico rappresenta un’altra forma d’energia atomica. Infatti, i fautori del fotovoltaico non dicono che il fotovoltaico è una forma d’energia atomica, la quale come tutte le sorgenti prodotte, è capace di produrre campi elettromagnetici non regolamentati le cui conseguenze sulla popolazione possono essere letali, ed anzi con varie scuse si rifiutano di regolamentarla, ponendo vincoli al nucleare termico. Ma lo sapete quale è la verità? Sia nucleari termici che i nucleari elettrici sono tutti nucleari.
      Per quanto riguarda la produzione petrolifera, questa è inaffidabile, non soltanto per il mutamento climatico che ha causato, ma perchè comunque veicolo di finaziamento del terrorismo internazionale, sul quale lo stato islamico si è basato anche per i luoghi dove è esistito. Usare il petrolio significa finaziare il terrorismo e quelli che attraverso il terrorismo intendono influenzare le masse popolari per impedirne il cambiamento.
      Del resto, la conoscenza dell’enegia atomica è importante quanto la conoscenza del fuoco e non si tratta di una invenzione ma di una scoperta che può cambiare il mondo. Inoltre, va anche detto che l’energia atomica non è in mano ai terroristi ed ai loro fiacheggiatori, ma ai singoli paesi nazionali che la possono anche difendere da eventuali intrusioni anche con le forze militari ed affidarla ai militari.
      E’ ovvio quindi che tutto questo fa paura. Ma di chi è la colpa di quelli che hanno studiato e studiano come manipolare ed usare le sorgenti atomiche o di chi ogni giorno inventa una scusa per non farle usare?

      • Possibile che ci siano ancora persone che non vedano la necessità di un cambiamento di rotta riguardo alla produzione e al consumo energetico? Bisogna cominciare a parlare di ignoranza, incompetenza e imbecillità verso questi personaggi, siano essi comuni piccoli personaggi o presidenti di stato.

    • Tranquillo Palmieri, non c’è bisogno di nessuno scipero.. La prima causa di morte prematura, in Europa e nel mondo, ti viene a cercare a domicilio..competenti, incompetenti, ambientali o ortografici, senza distinzione di sorta. Buona fortuna e sogni d’oro (..nero però).

  4. La risoluzione del problema energetico è una sola: la fusione nucleare controllata, ovvero energia praticamente infinita, senza alcuna scoria inquinante.
    Purtroppo ci vorra’ almeno mezzo secolo per realizzarla.
    Nel contempo conviene un uso bilanciato del carbone, del petrolio, del gas naturale e del nucleare a fissione, adottando le migliori tecnologie per ridurre l’ inquinamento ambientale.
    L’ energia idroelettrica, eolica e fotovoltaica possono dare un contributo, ma non sufficiente al fabbisogno.
    L’ Italia deve intensificare le ricerche petrolifere, al limite delle acquee territoriali, ritornare al nucleare ed al carbone; pazzesco è pensare solo al gas naturale, che sarebbe diventare di fatto una colonia dell’ ex URSS.

  5. Complimenti al sig. Palmieri e a Roberto, che forse vivono senza ascoltare le notizie dal mondo, sotto una campana di vetro, tanto da non accorgersi dei milioni di morti che ci sono nel mondo, tutti gli anni, per guerre “create” soltanto per la gestione del petrolio, oppure delle centinaia di migliaia di decessi per tumori dovuti alle emissioni nocive. Complimenti. Ma forse è corretto il vs parere, tanto il costo della vita umana è trascurabile, la qualità della vita conta solo per chi possiede conti correnti a 6 cifre. Vi consiglio di proporre un terreno vicino le vs abitazioni dove insediare un sito di stoccaggio dei derivati della vs materia preferita (perchè forse voi non abitate in periferie abbandonate da tutti, dove ci si sveglia con l’odore acre di vapori che hanno il pregio di mantenere una nausea costante per tutto il giorno), oppure chissà, un sito per una futura installazione di una centrale nucleare (visto che in questo Paese le cose cambiano repentinamente e a secondo dell’incompetente che ci governa). Io non abito in zone periferiche dove si respirano idrocarburi né tantomeno in zone di interesse strategico per l’estrazione di greggio, ma almeno ho la sensibilità e la delicatezza di non scrivere sciocchezze da “privilegiati stolti”.

  6. Permettetemi di ringraziare D’ANDRIA MAURO, Gian Paolo, salbia perchè significa che ci sono ancora persone che riescono a vedere le cose a 360°. In questo caso essi stanno dicendo di prendere in considerazione anche le esternalità (si chiamano così i costi umani e di natura danneggiata) delle fonti fossili e questo discorso vale anche per il nucleare, almeno così come lo conosciamo, perchè vorrei che vi informaste su come viene estratto il materiale, dove viene estratto, quali società ci stanno dietro e con quali interessi. Vi accorgereste che in Africa muoiono in migliaia perchè non ne conoscono nemmeno bene la pericolosità. Tanto però non fa notizia. Dico pure che di centrali nucleari ce ne sono già troppe e che hanno in impatto ambientale in caso di incidente che è troppo alto per poter essere gestito il relativo rischio.
    Riguardo al fotovoltaico, è uno dei fenomeni fisico più semplici che esistano, vi prego di leggervi qualche testo, ed ha un impatto ambientale praticamente nullo. Per chi ci crede schiavo della Russia se importiamo il gas, si chieda di chi siamo schiavi (da 50 anni ) da chi importiamo petrolio e carbone. Dimenticavo: ENI ha intenzione di fare 220Mw di fotovoltaico su ex impianti di sua proprietà, che dovrebbe bonificare. Sarà un caso che il decreto non prevede la bonifica dei siti se vengono utilizzati per produrre energia da fotovoltaico?

  7. Una vergogna, un misto fra inettitudine e incompetenza di chi origina tali programmi…se non si prende una rotta nuova verso la generazione distribuita da solare con adeguati incentivi e scambio con la rete “a zero”, non riusciremo mai a uscire da questa situazione di stallo senza pensare che la mobilità sta diventando elettrica e l’energia per muoversi dovremo prendera assolutamente dal sole !

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