Energy Revolution, il futuro nelle mani dell’efficienza

Greenpeace presenta il rapporto Energy Revolution e simula due scenari energetici ipotetici che potrebbero rivoluzionare la green economy

Energy revolution (Rinnovabili.it)  – Nella sessione conclusiva del Forum QualEnergia Greenpeace presenta, oggi a Roma, la versione italiana dell’Energy [R]evolution, per mettere nero su bianco il panorama energetico del nostro paese e cercare di definire gli scenari futuri. Garantire il benessere del paese passa, si legge nel documento, anche attraverso la diffusione dello sfruttamento delle fonti rinnovabili come mezzo per aumentare l’indipendenza energetica del paese e insieme ridurre la bolletta del paese, che ad oggi ci costa 65 miliardi di euro l’anno. Investire nelle rinnovabili e nell’efficienza significherà anche contribuire alla riduzione delle emissioni inquinanti.

Realizzato con la collaborazione dell’Istituto di Termodinamica del Centro Aerospaziale Tedesco (DLR) e di EREC (European Renewable Energy Council) e GWEC (Global Wind Energy Council), il rapporto mette a confronto due ipotetici scenari: il primo, lo scenario di riferimento, terrà conto dell’evoluzione dell’attuale sistema energetico, senza grossi scossoni, mentre il secondo, denominato appunto Energy Revolution, descrive il paese nel processo di cambiamento per riuscire a raggiungere l’obiettivo decarbonizzazione economica entro il 2050 quando ogni italiano dovrà emettere solo 0,5 tonnellate l’anno contro le attuali 6,8 t. nello scenario di riferimento rimarrà invariata la domanda di energia, ferma a 169 Mtep al 2050 contro le 167 del 2010 mentre nello scenario green grazie agli interventi di efficientamento energetico saranno 113 Mtep richiesti al 2050, con una riduzione di circa il 32 per cento con un contributo delle fonti rinnovabili pari all’80% della produzione energetica.

 

“Questo scenario mostra che salvare il clima non è solo una necessità, ma anche un’opportunità da un punto di vista economico ed occupazionale afferma Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. “Ad oggi la sfida più importante per l’Italia è quella di semplificare le procedure autorizzative per la realizzazione di nuovi impianti di rinnovabili,dare stabilità e certezza ai meccanismi di incentivazione, facilitare l’accesso al credito. Ci sembra che non siano questi gli orientamenti dell’attuale governo, in particolare del ministro Zanonato che si è schierato al fianco delle lobby delle fossili”.

 

Una ricetta semplice quella di Greenepace, che ha come ingrediente principale una dose massiccia di efficienza energetica unitamente alla riduzione del consumo di combustibili fossili e all’aumento del contributo della produzione di elettricità green che potrà essere sfruttata anche dal settore mobilità. Un panorama energetico pulito che contribuendo alla salvaguardia del pianeta offrirà alla popolazione nuovi posti di lavoro in settori in espansione che potranno offrire di circa 20mila nuovi impieghi. La rivoluzione energetica risulta quindi essere un investimento per il futuro che richiede un contributo economico di 4,1 miliardi di euro a fronte di un notevole risparmio derivante dalle mancanti importazioni di combustibili fossili e garantendo un risparmio medio annuale di 9,5 miliardi di euro.

 

A fronte della pubblicazione del documento Greenpeace chiede al governo italiano di sostenere in sede europea l’adozione di tre nuovi obiettivi vincolanti: “almeno il 45 per cento di energia finale prodotta da fonti rinnovabili al 2030 almeno il 55 per cento di riduzione delle emissioni interne di gas serra al 2030 rispetto al 1990, secondo un percorso che dovrà portare a riduzioni del 80-95 per cento al 2050 almeno il 40 per cento di riduzione dei consumi attraverso misure di efficienza energetica al 2030 rispetto ai livelli del 2005” è stato suggerito dall’associazione.

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