La Strategia Energetica Nazionale secondo FIRE

La Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia dice la sua sul documento, evidenziando una serie di questioni sulle quali ritiene opportuno riflettere

(Rinnovabili.it) – Un documento “interessante dal punto di vista degli obiettivi e dei propositi”, ma non risolutivo ed esaustivo, soprattutto per quanto riguarda le principali problematiche del settore e l’individuazione dei ruoli dei vari soggetti coinvolti. Anche la Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia (FIRE) ha partecipato attivamente alle consultazioni che il Ministero allo Sviluppo Economico ha indetto sulla Strategia Energetica Nazionale (SEN) e ha voluto dire la sua sul documento, evidenziando una serie di questioni sulle quali ritiene opportuno riflettere.

 

Concentrandosi sul proprio campo di attività e studio, la Federazione ha presentato al MSE una serie di osservazioni su efficienza e risparmio energetico, evidenziando una suddivisione di compiti poco chiara tra i soggetti coinvolti (“Sul conto termico, ad esempio, – si legge nel documento FIRE – si chiamano in gioco l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (AEEG), l’ENEA e il GSE. Una tale parcellizzazione di compiti rischia di rendere poco efficiente la gestione e di produrre conflitti fra i soggetti attuatori, invece di stimolarne sinergie”.), una pericolosa tempistica nella definizione degli obblighi per i certificati bianchi sui quali auspica un’adeguata azione ministeriale, la necessità di rendere obbligatoria almeno un’ispezione durante la vita utile su progetti di rilevanti dimensioni e quella di prevedere misure economiche destinate ad attività di accompagnamento (“…quali attività di monitoraggio dei risparmi e degli incentivi (dunque non solo TEE), ricerche di mercato, individuazioni delle migliori tecnologie, realizzazione di un database con costi ed efficienze tipiche”.). Con osservazioni ad ampio raggio che abbracciano tutto il panorama energetico, la Federazione ribadisce nel documento l’importanza delle attività di informazione e sensibilizzazione e quella di aiutare gli istituti di credito a credere nell’efficienza, per arrivare a un mercato di ESCO forte, attraverso il “coinvolgimento di fondi e investitori in grado di assicurarne la crescita, come avvenuto per il fotovoltaico”.

Articolo precedenteTagli retroattivi sul fotovoltaico francese
Articolo successivoSidney presenta il rapporto per un’Australia “rinnovabile”