Ok da Strasburgo alla nuova etichetta energetica

La plenaria dell’Europarlmento approva le modifiche al regolamento sull’energy label: informazioni più trasparenti e semplificate ed eliminazione dei plus dalle classi d’efficienza

L'ok di Strasburgo: nuova etichetta energetica, vecchia scala A-G

 

(Rinnovabili.it) – La nuova normativa comunitaria sull’etichetta energetica ha ora l’appoggio del Parlamento europeo. Dopo il voto positivo raccolto dagli eurodeputati della Commissione Industria (ITRE), la proposta è stata approvata ieri in plenaria a Strasburgo con 580 voti favorevoli, 52 contrari e 79 astensioni. Il testo, tornato nelle mani dell’ITRE per raccogliere nuove considerazioni sugli emendamenti approvati, riporta qualche piccola modifica rispetto alla bozza originale, ma la sostanza rimane invariata: l’etichetta energetica tornerà alla vecchia scala di classi dell’efficienza, da A a G, abbandonando definitivamente tutti i plus (A+, A++, A+++) proliferati negli ultimi 5 anni.

 

Le novità dell’etichetta energetica

Nella proposta modificata da Strasburgo, si afferma anche che le etichette “riscalate” dovrebbero essere introdotte tra i 21 mesi e i 6 anni (in relazione al tipo di prodotto) dall’entrata in vigore della normativa, in modo da “garantire una scala A-G omogenea”.

Inoltre qualsiasi futura revisione della scala dovrebbe avere una validità di almeno 10 anni ed essere applicata quando il 25% dei prodotti venduti sul mercato comunitario rientrano nella classe di efficienza energetica  o quando il 50% rientra nella parte superiore delle due classi di efficienza energetica A e B.

 

Per ogni nuova revisione dell’etichettatura energetica, la classe A deve essere inizialmente vuota per accogliere i nuovi prodotti energeticamente migliorati e più efficienti, tenendo conto delle specificità dei singoli settori (dal momento che alcuni, come il riscaldamento, non vivono il sovrappopolamento delle classi più elevate).

 

Informazione sui consumi e test più reali

Il testo contempla anche la necessità di introdurre nell’etichettatura informazioni sui consumi espressi in kWh l’anno o su un altro periodo di tempo considerato rilevante. I venditori e distributori, dal canto loro, dovranno far riferimento alla classe degli elettrodomestici in ogni pubblicità riferita a uno specifico prodotto.

 

Pochi invece i progressi raggiunti sulle modalità di test dei prodotti, la distorsione introdotta dal “fattore di tolleranza” ha permesso a molti produttori di ‘barare legalmente‘ nella certificazione del rendimento energetico. Gli eurodeputati si sono limitati ad affermare che i test energetici, sia dei fornitori sia delle autorità di vigilanza del mercato, dovrebbero riflettere il più possibile l’utilizzo effettivo di un determinato prodotto da parte del consumatore medio. Nel testo, chiedono alla Commissione di pubblicare nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea metodi provvisori di misurazione e calcolo in relazione ai requisiti specifici di prodotto.

 

“Il voto di oggi ha dato nuova linfa alle etichette dell’efficienza energetica, rendendo il sistema di labeling più forte, più sicuro, più chiaro e orientato al futuro”, ha commentato al termine del voto il relatore Dario Tamburrano (EFDD, IT). “Sono sicuro che i negoziati con il Consiglio miglioreranno ulteriormente la capacità di servire al meglio gli interessi dei cittadini europei, trasformando l’etichetta energetica in uno dei più potenti strumenti per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica nell’UE”.

 

Infine i deputati sostengono la necessità di creare una “banca dati dei prodotti” con un sito web contenente le informazioni su ogni bene e un’interfaccia “sulla conformità”, ossia una piattaforma elettronica che sostenga il lavoro delle autorità nazionali di sorveglianza del mercato.

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2 Commenti

  1. Ma farla al contrario la scala o in altro modo e permettere così all’innovazione tecnologica di avanzare con le classi senza aspettare nuove etichettature che creano confusione con i prodotti già sul mercato?

  2. Ma farla al contrario la scala o in altro modo e permettere così all’innovazione e competizione tecnologica di avanzare con le classi senza aspettare nuove etichettature che peraltro creano confusione con i prodotti già sul mercato?

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