L’eolico supera l’idroelettrico: è la terza componente del mix europeo

Con 13 GW di nuova capacità installata nel 2015, il settore eolico sale a 142 GW totali e punta ad insidiare il primato detenuto da gas e carbone

L'eolico supera l'idroelettrico è la terza componente del mix europeo

 

(Rinnovabili.it) – L’Europa è l’unica grande potenza in cui gli investimenti nelle rinnovabili non hanno fatto registrare una crescita nel 2015. Eppure, anche in questo scenario desolante, l’eolico è riuscito a superare l’idroelettrico diventando la terza componente del mix energetico continentale. Lo afferma oggi l’EWEA (European Wind Energy Association), secondo cui lo scorso anno sono stati installati 13 GW di nuova capacità eolica contro gli 0,2 di idroelettrico. Grazie a questa differenza, l’energia del vento ha potuto superare quella dall’acqua.

In prospettiva, sostiene l’associazione, il settore sta rapidamente colmando il divario con carbone e gas, che continuano a dominare mix europeo. Il 44% dei nuovi impianti energetici installati in Ue nel 2015, sottolinea l’EWEA, erano eolici. Nessun’altra tecnologia ha fatto di meglio. Nel dettaglio, l’energia dal vento fornisce ora una capacità totale di 142 GW. L’idroelettrico è fermo invece a 141 GW, mentre il gas si attesta a 192 e il carbone a 159.

La nuova capacità supera di 1 GW quella installata nel 2014. Ad oggi, sostiene l’associazione europea, il settore eolico può soddisfare circa l’11,4% della domanda di energia elettrica in Europa.

 

L'eolico supera l'idroelettrico è la terza componente del mix europeo 2Proprio come nel 2014, inoltre, quasi la metà della nuova capacità è stata installata in Germania (6 GW), portando il totale del Paese a 45 GW.

Tuttavia, gli investimenti del continente in energie rinnovabili sono scesi del 18% nel 2015 rispetto all’anno prima. Il totale degli investimenti è stato pari a 58 miliardi di dollari, con il Regno Unito a farla da padrone (23,4 miliardi), ma non nell’eolico. La Germania ha investito solo 10,2 miliardi, il 42% rispetto al 2014, tuttavia le sue performance potrebbero essere state raggiunte con il collegamento alla rete di impianti precedentemente finanziati.

Nonostante il primato europeo per gli investimenti in rinnovabili, il Regno Unito ha installato solo 1 GW di nuova capacità eolica l’anno scorso: un passo indietro rispetto agli 1,9 del 2014. In totale, il Paese non arriva a 14 GW. Questo rallentamento, figlio di una politica “ammazza-eolico” da parte del governo, ha fatto scivolare il Paese dal secondo a quarto posto nella classifica delle installazioni annuali, sorpassato da Polonia e Francia. L’Italia si ferma a metà classifica, con 295 MW installati nel 2015. Meglio del 2014, in cui sono stati collegati alla rete solo 195 MW. Il totale nazionale si attesta ora a 8,957 GW, occupando la quinta piazza della classifica generale.

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12 Commenti

  1. Questo vostro confronto basato sulla potenza installata non ha alcun senso tecnico.
    Dovreste saperlo, ma ve lo spiego: non conta la potenza installata, ma l’energia prodotta. Una fonte non programmabile come l’eolico non può essere confrontata con l’idroelettrico che invece è programmabile e può produrre, a parità di potenza, una quantità di energia 4 volte superiore. Lo stesso discorso vale per le centrali a fonte fossile.
    Per favore, cercate di evitare questi spot a favore di una associazione di categoria e cercate di fare giornalismo corretto.

    • Ci spiace possa aver trovato l’articolo “non corretto”, ma riteniamo che sia interessante anche capire dove si stiano concentrando investimenti e crescita energetica e non solo la mera produzione, e quindi confrontare fonti differenti. Per altro la siccità sta mettendo a dura prova l’idroelettrico e sempre di più lo farà in futuro secondo gli ultimi studi. Solo in Italia, nonostante le misure preventive prese (aumento dei prelievi di acqua a monte per il riempimento degli invasi artificiali), i chilowattora idroelettrici sono in brusca frenata da qualche mese. Secondo i dati di Terna al 31 dicembre i bacini idroelettrici italiani erano vuoti a metà, e da ottobre dello scorso anno a oggi il livello degli invasi ha cominciato a scendere così rapidamente, che si pensa possa superare il minimo storico del 1970. Quindi paragonare una fonte programmabile e una fonte non programmabile non è poi così insensato.

    • Non è affatto vero che l’articolo non abbia senso tecnico, dal momento che confronta numeri OMOGENEI tra loro. Se l’ipotetico lettore non possiede i concetti di potenza e di energia, beh è un problema suo, questo è un articolo proprio per tecnici, che sanno bene la differenza.
      Concordo che sarebbe interessante ANCHE un confronto basato sui GWh, ma questo è un altro discorso, che non inficia la mera rendicontazione numerica dell’articolo, valida as such

      • Mi pare che tu non abbia capito granché di quanto giustamente osservato da Nassetti. Comprendere la differenza tra potenza ed energia non basta.

  2. La vera cattiva notizia è che da noi in Italia le installazioni eoliche sono quasi ferme: 200 MW nel 2014, 300 nel 2015, è un passo da lumaca, che fa a pugni con la logica, che vorrebbe un piano nazionale energetico pulito da attuarsi quanto prima possibile. Non ci sono impianti eolici marini e quelli terrestri vengonmo avversati in ogni modo da cittadini disinformati e regioni compiacenti. Con buona pace delle varie Enel Eni ed Hera, che bruciano petrolio carbone e gas.

  3. Quando si installano rinnovabili è sempre un fattore positivo, indipendentemente se si tratta di fonti programmabili o non programmabili. Certamente le fonti di energia non programmabile, (eolico e fotovoltaico) non possono da soli garantire la stabilità del sistema elettrico ed è per questo che debbono coesistere con gli impianti programmabili (idroelettrico e termoelettrico). Purtroppo il vero problema è che in Italia, oltre a bloccare le trivelle, si bloccano anche le rinnovabili e a farlo sono le stesse persone che ne parlano bene.

  4. Mi fa piacere leggere questa notizia. Purtroppo però non posso che essere d’accordo con il lettore Giovanni Nassetti, le altre osservazione o critiche a lui rivolte le trovo fuori posto o di parte.
    Mi sono trovato a viaggiare in Sicilia, In Sardegna e nel Veneto dalle parti di Affi ed ho quasi sempre visto le turbine eoliche ferme o quasi. Questo per mancanza di vento.
    A questo punto penso che sia molto più corretto ( visto anche che questo tipo di installazioni quasi certamente sono finanziate dalla Comunità Europea e quindi il primo che arriva bene alloggia ) parlare di energia eolica prodotta o meglio, per essere più precisi, di aggiungere anche il rendimento inteso come rapporto tra energia eolica Prodotta /Installata..
    Questo anche per sfatare i soliti commenti che vorrebbero sempre il Trentino in testa e alcune altre regioni sempre in coda.
    Mi farebbe veramente piacere vedere pubblicati questi dati, suddivisi regione per regione, ma con anche evidenziato il rapporto tra energia prodotta ed installata , il costo dell’investimento sia totale che riferito ad ogni singola unita installata più il rapporta tra energia annua prodotta ed il costo dell’investimento totale.
    Per il resto, sempre che gli impianti facciano seguito ad uno studio tecnico serio di redditività, compatibilmente con l’impatto ambientale, sono favorevole allo sfruttamento dell’energia eolica.

  5. Trovo che un po’ tutti i commenti abbiano aspetti positivi, mi trovo particolarmente d’ accordo con il lettore Ennio De Zorzi, il costo dell’ energia prodotta e’ importante per valutare la sostenibilita’ dell’ investimento. Tutti ci dicono che il debito pubblco va ridotto, altrimenti non ci sono i soldi per investire (anche in rinnovabili), quindi se l’ investimento in eolico costa troppo (per KWH prodotto) qualcuno certamente saltera’ fuori dicendo che conviene, ai prezzi di oggi, comprare petrolio tout-court.
    Installazione di impianti in rinnovabili e’ sempre una buona notizia, ma e’ essenziale che siano anche ragionevolmente redditizi, altrimenti rischiano di avere vita breve.
    Sono pienamente d’ accordo nell’ investire con mano larga su Ricerca e Sviluppo, con generosita’ e senza andare tanto per il sottile, ma nel momento in cui si costruiscono impianti per immettere energia sul mercato, quegli impianti devono essere economicamente competitivi.

  6. Le fonti non programmabili FV ed eolico non contribuiscono a ridurre il parco impianti programmabili (carbone gas petrolio e biomasse idro e termonucleare) questi debbono comunque garantire la richiesta in assenza di sole e vento. Parlare solo di potenza installata e non di energia prodotta serve a confondere le idee alla gran massa IGNORANTE, ma creatrice di consenso, meglio non spiegargli che eolico e FV erogano mediamente per 1200/1300 ore l’anno su 8760 (24×365). Inoltre sarebbe molto utile far sapere al consumatore sia privato che aziendale quanto incide sulla sul costo della bolletta la componente FONTI RINNOVABILI (40-50%), che sappiamo che comunque pesa complessivamente 12-13MILIARDI di € l’anno. Se questi numeri fossero alla luce del sole le simpatie per le rinnovabili andrebbero a zero. Gli incentivi e 12-13 Miliardi sono tanti andrebbero spesi soprattutto in ricerca e non nel mero acquisto di tecnologie altrui.

    • forse non sa che l’Authority pubblica da tempo il valore degli oneri di sistema, compresa la voce A3 riferita alle rinnovabili. Prima di puntare il dito sulla “massa ignorante”, proviamo a riflettere un attimo e magari a leggere davvero Rinnovabili.it e gli altri quotidiani che si occupano di energie rinnovabili. Potrebbe scoprire che i dati della produzione, così come dei costi sono pubblicati in maniera puntuale.

  7. Il punto non è se i dati sono disponibili sul sito xyz ma se la maggior parte della popolazione italiana (visto che sono loro a pagare) è informata su quale è stato il ritorno in Italia di tutti questi soldi spesi e che si spendono … non credo proprio e mi chiedo chissà come mai

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