Fonti rinnovabili: verso un doppio punto di non ritorno

Più economiche dei nuovi e dei vecchi impianti a carbone e gas: questi i due obiettivi che le rinnovabili raggiungeranno nei prossimi anni

Fonti rinnovabili

 

Impossibile fermare la crescita delle fonti rinnovabili

(Rinnovabili.it) – Il costo dell’impiego delle fonti rinnovabili sta calando più velocemente di quanto teorizzato appena un paio di anni fa. Il merito va soprattutto ai rapidi miglioranti tecnologici e al cambiamento del mercato, due fattori che nel giro di pochi anni hanno portato l’energia pulita a competere senza timore con le energie fossili tradizionali. E in diversi settori, sole e vento già oggi un‘opzione più economica quando si tratta di investire in nuovi progetti.

 

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Un trend che, secondo Michael Liebreich, fondatore della Bloomberg New Energy Finance (BNEF), non può che consolidarsi. Durante una conferenza a Londra, Liebreich ha cercato di tracciare nero su bianco queste tendenze. Le stime di BNEF ritengono che, entro il 2040, le fonti rinnovabili si saranno aggiudicate l’86% dei circa 10.200 miliardi di dollari che saranno investiti a livello globale nell’energia. Un appeal crescente, dunque, reso possibile dal superamento di due tipping point o punti di non ritorno.

 

“Il primo è quando le nuove centrali eoliche e fotovoltaiche saranno divenute più economiche di ogni altra cosa”, spiega Liebreich. Non tutti i mercati si muoveranno contemporaneamente verso questo tipping point. Per il Giappone, ad esempio, si stima che entro il 2025 sarà costruire un nuovo impianto fotovoltaico sarà più economico rispetto ad una centrale a carbone. Una pietra miliare che india sarà raggiunta dall’eolico nel 2030 (ma già oggi molte offerte indiane per il solare battono il tradizionale termoelettrico). “A quel punto, tutto ciò che dovrà andare in pensione sarà probabilmente sostituito dall’eolico e dal fotovoltaico”, ha aggiunto Liebreich. “Quel punto di ribaltamento quasi arrivato ovunque nel mondo”.

 

fonti rinnovabili
(Immagine di BNEF)

 

Il secondo punto di svolta è rappresentato dall’aumento dei costi di gestione per gli esistenti impianti a fonti fossili rispetto a quelli “verdi”. Secondo le previsioni BNEF, il tipping point potrà arrivare a metà del prossimo decennio sia in Germania che in Cina. Poiché i costi energetici variano notevolmente da paese a paese, è difficile predire con esattezza quando la sconfitta di gas e carbone sia definitiva. Ma una cosa è certa: le tecnologie eoliche e solari stanno divenendo così convincenti da rendere improbabile che il carbone mantenga la sua posizione di dominanza nel mix energetico globale, qualsiasi incentivo o meccanismo di supporto gli sarà affiancato.

 

fonti fossili

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