Per un’Europa decarbonizzata servono 145mld l’anno nell’energia

Perchè la transizione energetica abbia successo devono essere rimossi i nodi burocrati e normativi. Troppo basse le risorse allocate per lo stoccaggio energetico

Per un’Europa decarbonizzata servono 145mld l’anno nell’energia

 

(Rinnovabili.it) – L’Unione Europea dovrebbe puntare ad un obiettivo 2030 di energie rinnovabili nel consumo più alto rispetto al 27% che appare nella proposta della Commissione Europea. Ad affermarlo è la Commissione europarlamentare ITRE, riunita a Strasburgo per discutere della politica energetica comunitaria. Il gruppo ha presentato nell’occasione un nuovo studio sulla valutazione globale degli investimenti europei nel settore dell’energia elettrica. Il documento fornisce una serie di raccomandazioni chiave sulle risorse e le modalità per consentire una transizione verso un approvvigionamento basso tenore di carbonio che garantisca competitività e sicurezza.

Secondo gli autori, la decarbonizzazione del sistema energetico europeo avrà bisogno di investimenti annuali che si aggirino tra i 95 e i 145 miliardi di euro l’anno, per il periodo compreso tra il 2021 e il 2050. Del totale, 54-80 miliardi dovrebbero essere riservati al settore della produzione energetica. Un aumento rispetto ai 50-60 miliardi investiti oggi annualmente. Il resto è da destinare alle reti di trasmissione e distribuzione elettrica.

Attualmente gli investimenti nella produzione sono guidati principalmente da regimi di sostegno finanziario. “Grazie a questo strumento, le risorse nelle rinnovabili sono cresciute rapidamente nel 2004-2011, crollate nel 2012-2013 e stabilizzate nel 2014-2015”. Il sostegno finanziario alle FER è ancora alto nella maggior parte degli Stati membri, ma in diminuzione a seguito del calo dei costi e dei cambiamenti nei regimi di sostegno, tra cui l’uso sempre più diffuso delle aste. Ma per poter portare avanti con successo il primo aspetto, si deve intervenire anche sulle reti sostituendo e modernizzando le vecchie infrastrutture.

 

Il documento centra anche un altro punto caldo, ovvero la necessità di aumentare gli investimenti, ancora troppo bassi, nel settore dell’energy storage dove, ad oggi, l’UE non ha ancora una strategia definita. “Gli investimenti nello stoccaggio di energia, in sistemi di risposta alla domanda e in tecnologie intelligenti diventeranno sempre più importanti e avranno un ruolo essenziale nel rendere possibile un’implementazione economicamente efficiente delle fonti di energia rinnovabili”, si legge nel documento. La digitalizzazione, in particolare, avrà un notevole impatto sugli investimenti nelle reti e sul lato della domanda.

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2 Commenti

  1. siamo al 2017 e non abbiamo ancora un piano energetico nazionale! la produzione dell’energia elettrica ,non solo è strategica, ma consente di mantenere in Italia posti di lavoro e tecnologie. intanto dal 203 i politici dormono pensano ai partiti IITALIANI:popololo di santi eroi,POETI, navigatori PECORONI!

  2. NOI LAVORATORI SIAMO LE VITTIME SACRIFICALI DELLE SCELTE SCELLERATE DEI NOSTRI POLITICI, INTANTO L’AMERICA DI TRUMP SE NE FREGA DELL’AMBIENTE: CONTINUATE A FARE GLI IDEALISTI INTANTO CHE CINA,USA, INDIA distruggono l’ambiente alla faccia delle vostre teorie/congetture ambientalistiche….

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