Il testo del Decreto rinnovabili elettriche, spazio anche al fv

Gare tecnologicamente neutre, 5.535 MW all’asta e porte aperte agli impianti esteri: ecco cosa contiene la bozza del nuovo provvedimento sugli incentivi all’energia pulita

Decreto rinnovabili elettriche

Ecco la bozza del Decreto rinnovabili elettriche 2018-2020

(Rinnovabili.it) – Il Ministero dello sviluppo economico lo aveva fatto intendere tra le righe, ora arriva la conferma: il nuovo decreto rinnovabili elettriche fa spazio anche al fotovoltaico. A confermarlo è la bozza in queste ore in circolazione. Il provvedimento, che disciplina gli incentivi dedicati all’energia elettrica da impianti fer per il triennio 2018-2020, non però è ancora nella sua versione definitiva. Lo schema, inviato nei giorni scorsi dal MiSE al Ministero dell’Ambiente, dovrà recepire il via libera (ed eventuali proposte) da parte dell’ARERA (l’Autorità energetica) e dalla Conferenza unificata, prima di essere spedito a Bruxelles per l’ok finale.

In attesa che l’atto completi la trafila burocratica, quali sono le anticipazioni? In questi mesi di attesa sono state davvero poche le notizie trapelate sul provvedimento ma tutte trovano oggi conferma.

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Alcuni elementi non cambiano: per accedere agli incentivi i progetti devono esser selezionati per l’iscrizione ai registri (quando la loro potenza è inferiore a 1 MW) o competere tramite aste al ribasso (se la loro potenza è maggiore a 1 MW). Ma la principale novità introdotta dal decreto rinnovabili elettriche è rappresentata dall’introduzione di gare tecnologicamente neutre. Ciò significa che fonti diverse dovranno darsi battaglia sugli stessi contingenti di potenza.

Nel dettaglio, la bozza predispone sette bandi a partire dal 30 novembre di quest’anno, suddividendo ogni procedura di asta e registro in tre classi tecnologiche differenti.

1- La prima classe è dedicata a fotovoltaico ed eolico a cui va la parte da leone: in gara ci sono, in totale, 580 MW per l’iscrizione ai registri e 4.800 MW per le aste al ribasso con priorità alle offerte ricevute da progetti su discariche, cave e miniere esaurite, o aree di pertinenza di discariche e siti contaminati.

2- La seconda classe è aperta a impianti idroelettrici, geotermici (priorità a quelli con re-iniezione totale del fluido), a gas derivati da processi depurativi o a gas da discarica: in gara c’è un contingente di potenza di 140 MW per i registri e 245 MW per le aste.

3- La terza classe comprende interventi di rifacimento totale o parziali di tutte le tecnologie sopra elencate a patto che gli impianti siano in esercizio da almeno due terzi della loro vita utile e non stiano ricevendo già degli incentivi al momento della domanda. Il bando mette all’asta un totale di 490 MW mentre 70 MW spettano agli impianti iscritti ai registri.

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Il decreto punta inoltre sulla razionalizzazione degli interventi: gli impianti non potranno essere realizzati in maniera indiscriminata in zone già sature di fer non programmabili connesse in rete. Per questo motivo, gli operatori dell’infrastruttura elettrica dovranno comunicare al GSE le zone critiche indicando l’ulteriore capacità produttiva massima che può essere aggiunta alla rete.

Alle procedure d’asta, inoltre, potranno partecipare anche impianti esteri, a patto ovviamente che esportino la loro produzione elettrica in Italia (previo accordo di libero scambio). L’erogazione degli incentivi, si legge ancora nelle pagine del decreto rinnovabili elettriche, sarà sospesa nelle ore in cui si registreranno prezzi zonali orari pari a zero per un periodo di 6 ore consecutive; la stessa disposizione si applicherà anche quando arriveranno i prezzi negativi nel regolamento del mercato elettrico italiano.

LEGGI QUI LA BOZZA DEL DECRETO RINNOVABILI ELETTRICHE

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11 Commenti

  1. Non vedo la biomassa nel fer , non sarà più incentivata o sarà trattata a parte considerando che è stata inserita la microcogeneraziine nei bonus fiscali 2018 ?

  2. Ancora una volta si promuove la grande industria dei capitali e si annega la piccola iniziativa del tessuto locale.
    l’energia è una cosa seria e pensare che il costo possa tendere a ZERO non è corretto perchè ogni processo industriale si compone di investimenti in tecnologie, in materie prime in RIFIUTI da smaltire e naturalmente in utili di impresa (da reinvestire nel tessuto sociale). per cui deve avere un costo.
    Inoltre i costi bassi incentivano i “cattivi consumi” e gli sprechi disincentivando la ricerca nell’ efficineza di processo e riduzione dei consumi. a tutto danno dell’ambiente.
    Consumare meno vuol dire avere più energia energia per tutti e a lungo termine.

  3. Con questo decreto si promuove le macchine rigenerate e non quelle nuove. Ciò vuol dire dare incentivi a macchine Rottamate che altri stati sostituiscono con altre di modello di nuova generazione. È certo che non si può competere il prezzo di costo dell’impianto è 1 a 5. Una è nuova (dando lavoro a ditte-persone) altre non si ha occupazione se non per lo speculatore. Gli Italiani si vedranno pagare gli incentivi per un rottame. Queto sarebbe fare occupazione?
    Grazie

  4. La lista dell’allegato 1 è limitata a poche tipologie di fonti energetiche rinnovabili.
    Che fine fanno le altre (biogas, biomasse, bioliquidi sostenibili e solare termodinamico)?

  5. mi sembra un po poco per impianti fotovoltaici sotto il megawatt e poi che garanzie uno ha di entrare nei registri dopo aver avuto costi.come al solito si prediligono i grossi con ricadute sul territorio nulle,cambiano i governi ma le lobby sono sempre lì.sebastiano faranda

  6. Quindi si continuano ad incentivare gli impianti più grandi a discapito dei più piccoli (del tipo abbasso la generazione distribuita);e addirittura gli impianti all’estero…????? Complimentoni per i progressi…

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