Domanda elettrica: massimo storico per la quota eolica e fv

Nei primi nove mesi dell’anno la quota delle fonti rinnovabili non programmabili sulla domanda nazionale di energia elettrica ha raggiunto il 13,9%, nuovo record

domanda elettrica

 

La domanda elettrica italiana, tra crescita dei prezzi e aumento delle rinnovabili

(Rinnovabili.it) – Il 2017 dell‘energia italiana è stato un anno di alti e bassi. Tra i fatti che vale la pena celebrare, c’è senza dubbio il massimo storico di eolico e fotovoltaico sulla domanda elettrica nazionale. Da gennaio a settembre, la quota verde offerta dalle due rinnovabili non programmabili ha raggiunto un nuovo record: 13,9%. E, soprattutto, lo ha fatto in periodo in cui i consumi finali di energia sono tornati a crescere. A fornire il quadro del sistema energetico italiano è il report ENEA che ogni tre mesi fa il punto della situazione nazionale. Si scopre così che da luglio a settembre 2017 la produzione di energia elettrica da rinnovabili è stata trainata in alto per lo più dall’aumento di eolico (più 20 per cento) e fotovoltaico (più 9 per cento). Il trend ha avuto essenzialmente due effetti: ha permesso quasi di compensare il calo dell’idroelettrico e ha dato un mano al taglio della CO2 emessa dal settore energetico.

 

Al di là della domanda elettrica dell’ultimo trimestre, il report fornisce uno sguardo esaustivo sulle dinamiche energetiche generali. Nei primi nove mesi dell’anno è cresciuta anche la domanda nazionale di gas (+8% rispetto allo stesso periodo 2016),con picchi da record nelle importazioni – viene dall’estero oltre il 92% del gas consumato  – e nella sua percentuale mix energetico (circa il 39% dell’energia primaria totale).

 

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Non si tratta di una vera novità. Ampliando lo sguardo agli ultimi due anni scopriamo che dopo il trend negativo nel periodo 2010-2014, la crescita delle gas naturale in continua ripresa negli anni successivi, fino addirittura a superare il petrolio (in leggero calo) come fonte primaria numero uno. Completamente opposto il comportamento delle fonti rinnovabili, la cui crescita, dopo i fortunati anni dal 2010 al 2014, si sono si è interrotta nel 2015-2016 “per la ridotta idraulicità e per il rallentamento nella crescita delle altre FER”. Infine, il carbone prosegue un calo iniziato nel 2012, che a fine 2017 dovrebbe portare i consumi di carbone a circa 11 Mtep, in riduzione di 1/3 rispetto ai quasi 17 Mtep del 2012.

 

“Il sistema energetico italiano arriva all’inverno con l’aspettativa di rischi limitati per la sicurezza dei sistemi elettrici e gas, ma anche con la consapevolezza che in caso di eventi estremi in entrambi i settori potrebbero verificarsi situazioni di criticità, come segnalato anche dalle associazioni europee degli operatori delle reti ENTSO-E e ENTSO-G”, spiega Francesco Gracceva, l’esperto ENEA che ha coordinato l’Analisi. “La crescita della domanda e la conseguente ripresa del ruolo del gas nel mercato elettrico – continua Gracceva – ha comportato un aumento dei prezzi dell’elettricità significativamente maggiore dell’incremento registrato sui mercati continentali, per cui si è allargata la già ampia forbice tra i prezzi all’ingrosso italiani e dei principali paesi europei. Similmente, anche il gap di costo tra il gas italiano e quello del nord Europa, l’altro obiettivo considerato prioritario dalla SEN per migliorare la competitività del paese, continua a rimanere su valori elevati, nell’ultimo trimestre costantemente superiori ai 2 €/MWh”.

 

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