Il fotovoltaico indiano si sposta dalla terra all’acqua

La difficoltà di assicurarsi grandi appezzamenti di terreno sta spostando le centrali solari sui corpi idrici del Paese

I trend “acquatici” del fotovoltaico indiano

(Rinnovabili.it) – In India centinaia di megawatt solari sono in fase di realizzazione su bacini artificiali e dighe. Negli ultimi anni il solare galleggiante è divenuto il nuovo trend energetico del paese sotto la spinta incessante della National Solar Mission. Alla base di questa passione per l’acqua da parte del fotovoltaico indiano c’è essenzialmente la difficoltà per utility e compagnie energetiche di accaparrarsi grandi appezzamenti di terreno dove costruire le centrali. Così, in poco tempo, gli impianti flottanti sono passati dall’essere un esperimento a costruire una vera e propria nicchia di mercato. L’ultimo progetto in tal senso appartiene a Greenam Energy, l’unità rinnovabile del conglomerato AM International, che ha annunciato l’installazione di 24 MW di capacità galleggiante in un bacino industriale di Tuticorin, città situata sulla punta meridionale dell’India. La struttura alimenterà un’azienda produttrice di fertilizzanti e venderà l’elettricità in eccesso alla rete.

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Ma quest’anno diverse aste solari dovrebbero far premere l’acceleratore al segmento, come quella indetta dalla National Thermal Power Corporation (NTPC) per un progetto da 100 MW nello stato dell’Andhra Pradesh. D’altra parte NTPC, il più grande conglomerato energetico dell’India, ha un programma preciso per divenire leader del settore: l’azienda ha circa 650 MW di progetti solari galleggianti in cantiere, alcuni dei quali saranno realizzati addirittura sui serbatoi idrici delle sue centrali a carbone. “Dighe e altri corpi idrici stagnanti rappresentano obiettivi di facile portata per le centrali fotovoltaiche flottanti”, spiega a BloombergNEF Vivek Jha, il co-fondatore di Yellow Tropus. “È una combinazione ideale di giallo e blu per dare energia verde”.

Ed è la stessa BloombergNEF a pronosticare un ruolo di primo piano per il fotovoltaico indiano sull’acqua. “Le centrali solari galleggianti possono aiutare a spostare l’India più vicino al suo ambizioso obiettivo di installazione del 2022 (vale a dire 100 GW fotovoltaici)”, ha affermato l’analista Rohit Gadre. Secondo i dati della Banca Mondiale, il Paese ha un potenziale invidiabile con cui contribuire al raggiungimento dei 400 GW potenziali a livello mondiale (dati del Where Sun Meets Water). L’istituto finanziario ritiene che la nazione, insieme alla Cina e al Sud-Est asiatico, continuerà a guidare lo sviluppo globale del solare galleggiante, come fatto nel passato quando il comparto è passato dai 10 MW del 2014 agli attuali 1,3 GW installati nel mondo.

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Diverse sfide, tuttavia, restano aperte. Ogni impianto ha bisogno di un design personalizzato e le tariffe di vendita dell’elettricità prodotta devono poter esser competitive, senza diminuire la qualità del progetto. Il prossimo passo? Gare d’appalto per l’accoppiata fotovoltaico flottante con accumulo. La Solar Energy Corporation of India, società del ministero indiano dell’Energia, ha già preparato la prima asta mettendo in gara un 20 MW+60 MW nelle isole Lakshadweep.

 

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2 Commenti

  1. fosse per me PRIMA renderei obbligatorio coprire i tetti non monumentali di tutti gli edifici e capanne indiane, POI easaurire le superfici galleggianti e IN ULTIMO metter fotovoltaico a terra

    • Mi spiace ma ti sbagli di grosso,ovvero sono d’accordo col coprire tetti di case e aziende con impianti per la produzione elettrica ma tutto il resto è sbagliato, coprire le superfici d’acqua con moduli per produrre elettricità e sbagliato non si dovrebbe fare ma l’importante sono soltanto gli interessi economici, visto che si crea un danno ambientale altissimo, anche la copertura del suolo con impianti danneggia in modo anche irreparabile il terreno utilizzato ma a nessuno frega niente.

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