Record mondiale: il fotovoltaico in Italia copre il 7,9% della domanda

L’Italia è in cima alla classifica mondiale dei Paesi per il contributo del pv sulla domanda elettrica. Seguono Grecia e Germania

Fotovoltaico, in Italia copre il 7,9% della domanda: è record mondiale

 

(Rinnovabili.it)  – Avremo perso l’appeal degli investitori e interrotto il prosperoso trend di crescita nel settore del solare, ma l’Italia può vantare oggi un primato unico: siamo il Paese con il più alto contributo al mondo di fotovoltaico nella domanda elettrica. A rivelarlo è il Photovoltaic Power System Programme dell’agenzia internazionale dell’Energia (IEA PVPS) nel suo Snapshot report, documento che si propone di fornire informazioni preliminari sull’evoluzione del mercato fotovoltaico nell’anno appena trascorso. I dati elaborati da IEA PVPS per il Belpaese non si scostano più di tanto dai valori presentati a fine 2014 da Terna; l’operatore aveva riportato, seppur in via ancora provvisoria, una produzione solare di 23,3 TWh di energia elettrica, pari all’8,7% di tutta la produzione netta nazionale e al 7,5% della domanda, vale a dire 0,4 punti percentuali di differenza dall’analisi IEA. Ma frazione di punto in più o in meno, il dato ci colloca in cima alla classifica mondiale dei Paesi per il contributo pv sulla domanda elettrica nazionale; basti pensare che la media dell’Europa è solo del 3,5%. Secondo quanto emerge dal documento, l’Italia sarebbe seguita di poco dalla Grecia dove il fotovoltaico copre il 7,6% della domanda e dalla Germania con il suo 7%.

 

Più in generale Australia, Danimarca, Israele e Giappone hanno superato la soglia del 2%, mentre i due più grandi consumatori di energia elettrica, Cina e Stati Uniti, devono percorrere ancora molta strada prima raggiungere questa meta; tuttavia sono quest’ultime economie che salgono sul podio di leader del mercato solare, rispettivamente con un primo (10,6 GW di nuova potenza fotovoltaica istallata) e terzo posto (6,2 GW). Secondo posto al Giappone invece grazie ad una rapida crescita nel settore che gli ha permesso di chiudere lo scorso anno con 9,7 GW di nuova capacità installata a livello nazionale. Il report conferma anche i buoni trend dei nuovi mercati solari; in questo caso a dominare la scena sono stati il Sud Africa (0,8 GW di nuova potenza), Cile (0,4 GW), Messico (64 MW) e la Turchia (40 MW).

 

La potenza cumulata del mercato fotovoltaico mondiale

Nel complesso, secondo le cifre provvisorie dell’Agenzia, il mercato mondiale del fotovoltaico avrebbe raggiunto i 177 GW di potenza cumulata grazie ai nuovi 38,7 GW del 2014, anche se è probabile che una volta “completati i conti” il totale sia più alto o perlomeno più vicino a stime come quelle presentate solo qualche giorno fa dalla Epia vogliono a fine 2014, 40 GW di nuova capacità aggiunta.

 

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17 Commenti

  1. E’ una fortuna che l’incentivazione sia diminuita, in generale, perché così anche i prezzi degli impianti sono diminuiti di molto.
    E dovranno diminuire ancora di più, prima che la domanda diventi nuovamente significativa senza gli incentivi.
    Produttori, la cuccagna è finita; adeguatevi perché se non lo fate i cinesi vi faranno le scarpe (e i cittadini saranno contenti).

  2. Record perchè è diminuito il fabbisogno in maniera scandalosa. Per questo “record” stiamo pagando 8/9 miliardi l’anno per una cosa che ne vale 1,5 / 2. Proprio un record …. di spreco però.

    • Non sono d’accordo; il raffronto dei costi delle rinnovabili con le fonti fossili andrebbe fatto considerando anche i costi sociali indiretti (inquinamento, malattie, variazioni del clima, ecc.) delle fonti fossili. Quanto incide una centrale a carbone sui costi sanitari che sosteniamo per la maggiore incidenza delle malattie respiratorie e cardiovascolari? E quanto ci costano i danni causati dalle variazioni climatiche? Tutti costi che non pagano certo i proprietari delle centrali elettriche da fonti fossili, ma la collettività. Questo non lo si dice mai!

  3. Anche se vivo in Sicilia e in una abitazione singola con un grande tetto,ho al momento
    scartato un impianto fotovoltaico,fino a quando la bolletta della luce non viene azzerata
    totalmente,una volta installato l’impianto.
    Penso che bisogna premiare,chi si carica di una grossa spesa iniziale,con zero bolletta-luce.

    • L impianto va considerato come un piccolo investimento…si ripaga in 7-8 anni e poi una volta recuperata la spesa iniziale parte il vero risparmio….
      E poi va considerata una scelta etica…abbiamo la possibilità di avere quello che ci serve in maniera pulita e sana…perché non sfruttare anche questa occasione di fare qualcosa x questo mondo sempre + ammalato…per dare un futuro migliore a noi ed ai nostri figli e nipoti

  4. Il costo dei pannelli cinesi è intorno allo 0,5 euro x watt = 1500 Euro per 3 kw.
    Praticamente 1500 Euro + alternatore + installazione (potete farvela da soli) e non pagate più le bollette elettriche, ci aggiungete altri 1500 Euro e dovreste riuscire anche a riscaldare la casa con scambiatori di calori.
    Troveranno il modo di mettere le tasse sui raggi del sole che consummate,

    • Buongiorno Giancarlo, permettimi qualche osservazione:

      -è vero che è possibile trovare moduli cinesi a quei prezzi ma spesso sono di qualità bassa e come dico sempre ai miei clienti parliamo di dispositivi che devono rimanere sul tetto 25-30 anni, conviene puntare su qualcosa di meglio a prezzi leggermente maggiori.

      -l’installazione è meglio affidarla a un professionista del settore per due motivi: il primo è che il distributore della rete richiede la dichiarazione di conformità dell’impianto rilasciata da un professionista abilitato, senza questo documento non allaccia l’impianto alla rete elettrica; il secondo motivo è per un discorso qualitativo, ci sono numerose variabili nell’installazione di un impianto e solo un professionista del settore riesce a valutarle tutte, non dimentichiamo che secondo il principio di cui sopra un impianto rimane sul tetto 25-30 anni e sarebbe meglio non correre il rischio di vederlo cadere dal tetto, oggi si possono fare installazioni di 3 kW a partire da €700,00 + iva10% con tutte le certificazioni e le garanzie del caso.

      -bisogna considerare anche i costi dell’inverter e della struttura di supporto che non sono proprio trascurabili…

      Per un buon impianto fotovoltaico da 3kW che duri nel tempo è impensabile spendere meno di 5.000 + iva10% ma se un impianto è ben dimensionato sui consumi e si ha la possibilità di portarlo in detrazione al 50% (ad es.soggetto privato) i tempi di rientro dell’investimento non sono poi così lontani da quelli di un impianto incentivato ma con un investimento decisamente minore! (per non parlare di vantaggi come ad esempio l’aumento del valore del fabbricato ecc…)

  5. Come sempre si esagera, con l’estremismo culturale che ormai ci permea da anni.
    Il Sig.Alberto, per esempio, ha detto una cosa molto corretta e due molto, molto sbagliate.

    Vero che la domanda è in forte calo e quindi la copertura del FV aumenta di percentuale.

    Sbagliato, anzi sbagliatissimo, che il FV costi ” 8/9 milardi”…
    Il costo dei vari conti energia sommati avrebbe dovuto arrivare ad un limite massimo di 6,7 miliardi.
    Si è invece fermato parecchio prima e, tra impianti sottoperformanti, impianti spenti per ricerca frodi, oggi il costo è inferiore ai 6 miliardi.
    Questa cifra è destinata a diminuire ulteriormente visto che stanno diventando esecutivi i pignoramenti sui soliti “furbetti” che hanno ottenuto autorizzazioni farlocche per fare campi fotovoltaici al sud.

    Sbagliato, anzi sbagliatissimo, sostenereche ” ne vale 1,5/2 “.
    Primo : il Sig.Alberto dovrebbe spiegare cosi si intende per “valere”, visto che in contabilità, anche quella energetica, c’è un costo ed un ricavo.
    Secondo, se il rapporto lo si fa in relazione al costo di cui sopra, allora il Sig.Alberto dovrebbe dire le cose come stanno in relazione al ricavo: tra abbassamento della quota energia a fronte di inserimento nella fascia più alta del mercato ( F1, ovvero di giorno ) il FV ha un bilancio largamente positivo, visto che la borsa elettrica è calata vicino ad un valore totale in Italia di 10 miliardi di euro.
    Terzo: sono stati fatti errori enormi da alcuni noti politici che hanno licenziato le solite norme a favore di pochi speculatori ( sicuramente a loro vicini ) ma se sbaglia un essere umano perchè dare la colpa al fotovoltaico?
    E se qualcuno sbaglia a progettare una centrale idroelettrica diamo la colpa all’acqua?

    Sono quindi dei pazzi sconsiderati i Cinesi, che stanno crescendo ad un ritmo che entro fine 2015 sarà di 1GW mese di installato e tra cinque anni avranno più fotovoltaico di tutti gli altri paesi del mondo insieme?
    No, sig.Alberto, il fotovolatico è una delle tante forme di generazione elettrica diffusa, da integrare a molte altre, come stanno facendo americani, inglesi, cileni, sudafricani, indiani e così via.
    Se vuole, il principale problema italiano è stato incentivare molto in una fase di costi ancora altissimi ( 5.000 €/kWp ) mentre i paesi che incentivano oggi hanno una soglia assai più bassa ( 1.200 €/kWp ) e quindi il costo totale delle tariffe incentivanti è un terzo rispetto all’energia prodotta.
    Ma in economia di mercato qualcuno deve iniziare: i tedeschi in primis e poi spagnoli e italiani hanno iniziato in ciclo virtuoso di abbassamento del costo industriale e ne hanno ovviamente pagato un prezzo di ingresso più elevato.
    Ci sono mille altri esempi dove l’Italia ha approfittato dell’incentivazione di altri beni costosi per diventare di larga produzione, senza tirare fuori un ghello e sfruttando la politica – industriale di altri paesi.

    Un ultima cosa: Gent.mo Sig.Alberto, visto che ha dato delle cifre ( sbagliate ) perchè non ha citato il costo annuale che tutti paghiamo da 25 anni per gestire le costosissime centrali nucleari ferme?
    Quelli sì che sono quattrini buttati nel cesso, e non entrano nelle tasche di 575.000 possessori di impianti fotovoltaici, ma nelle voraci fauci di quattro – dico quattro – aziende ammanicatissime con la politica.

    Se scriviamo, cerchiamo almeno di avere il coraggio di scrivere le cose buone e anche le cattive.

    • Vogliamo anche aggiungere che il fotovoltaico lo paghiamo tutti nelle nostre bollette anche chi non ne usufruisce e che quindi gli alti costi degli incentivi li paghiamo noi e non la politica? Finchè non ci sarà una politica energetica lungimirante e finchè non si modificherà il modo di produrla e direi di distribuirla pagheremo sempre alte cifre di bolletta energetica. Visto che quasi il 75% di ciò che viene prodotto si perde lungo le varie direttrici del dispacciamento.

  6. Il solare è un gran bella cosa specie in un paese come il nostro. Va solamente regolamentato un po’ meglio: 1) vietare l’uso di nuovo suolo, specie agricolo; questo andrebbe caso mai riservato al solare termodinamico che consente l’accumulo di energia per la notte; 2) obbligare i costruttori di capannoni ad installarli sui nuovi tetti per ottenere l’abitabilità; 3) incentivarne la installazione sui vecchi capannoni e su altre installazioni esistenti quali pannelli ombreggianti nei grossi parcheggi dei centri commerciali o delle autostrade. Una ulteriore possibilità è costituita dalla superficie delle barriere antirumore sulle autostrade o sulle ferrovie: avranno una resa minore perché difficilmente avranno una esposizione ottimale ma si può ovviare in tali casi con un incremento della agevolazione.

  7. purtroppo lo sviluppo non guidato del solare ha messo in crisi la rete (non solo da noi ma anche in Germania) e ora dobbiamo correre ai ripari con ulteriori spese (vedi programma sperimentale di accumuli elettrochimici).

    Dobbiamo ragionare e fare conti di convenienza tecnico economica e non lasciarci guidare dalla ideologia “verde”!

    • Anche questo non è corretto. Al momento nessun intervento è necessario per stabilizzare la rete italiana e i meccanismi già in essere operano attraverso eventuali distacchi degli impianti fotovoltaici, e non con l’installazione di accumuli. Qusta cosa è accaduta con l’ultima eclissi, peraltro senza reale necessità in quanto in Germania non è stata necessaria.
      Anzi, con la percentuale odierna il fotovoltaico permette di bilanciare l’extraconsumo nelle ore più calde estive, dovuto al raffrescamento degli uffici. Qualcuno ricorda i piani di distacco delle utenze programmato a partire dal 2003, quando caldo e siccità rischiavano di mettere in crisi la produzione di energia elettrica?

      Le sperimentazioni con l’accumulo elettrochimico, invece, servono a permettere anche a quella tecnologia di crescere e diventare competitiva; l’accumulo infatti permette una miglior stabilizzazione delle reti (indipendentemente dal fv) e rende la tecnologia fotovoltaica una fonte programmabile.

      Poi, naturalmente, tutto questo disturba gli operatori dei combustibili fossili.

  8. Le discussioni e i punti di vista espressi, anche se a volte in antitesi, servono a crescere nella conoscenza. Grazie a tutti!
    Marco

  9. bisogna metter dentro ai conti i costi per lo smaltimento che dovremo sostenere a breve (immaginiamo il ruolo delle ecomafie); inoltre consideriamo quanti ettari coltivabili sono stati sacrificati a questo metodo di produzione energetica (pagato dal contribuente con gli incentivi, altrimenti nessuno l’abrebbe attuato) che è paragonabile al criceto che corre nella ruota. Non mi sembra che il costo dell’energia per le imprese sia diminuito, tra l’altro

    • Oggi nei contratti non domestici in maggior tutela, il costo del kWh nella fascia centrale giornaliera F1 è inferiore del 5% circa a quello in F2 (fonte AEEG, tariffe II trimestre 2015); nel 2009 era del 11% più caro. Quindi, l’energia costa già meno nelle ore di maggior interesse per uffici e attività commerciali. E questo è proprio grazie al FV che consente, tra l’altro, di produrre direttamente l’energia usata per climatizzare gli uffici nelle ore di maggior utilizzo.

      Per il problema smaltimento, questo esiste in tutti i sistemi di generazione: si pensi allo smaltimento delle scorie nucleari o allo smaltimento dei gas inquinanti e della CO2 nelle fonti fossili (per il quale pagheremo i danni in futuro), per non parlare del fine vita degli impianti stessi. Non penso che il fotovoltaico abbia un impatto più rilevante delle altre soluzioni.

      Per quanto riguarda gli ettari coltivabili .. con cosa? Oggi il problema non è trovare la terra per coltivare ma quale coltivazione è abbastanza redditizia? Ora infatti, va per la maggiore la produzione di mais e altri cereali per biogas!!! Comunque il fotovoltaico a terra è disincentivato da anni; anch’io ritengo che le soluzioni più utili siano nel realizzare impianti sui tetti dei capannoni.

      Come già detto, gli incentivi sono serviti a lanciare la tecnologia in modo che possa calare di prezzo e diventare autosufficiente (lo è già nel caso industriale, dove non ci sono nemmeno gli sgravi fiscali, ma solo l’ammortamento come per tutte le altre attrezzature).
      Non dimentichiamo che anche la generazione da fonte fossile è incentivata sotto varie forme.

  10. avete presente che nel testo dell’articolo c’è scritto 23,3 TW? avete presente che un TW è 1000 volte 1GW? dilettanti allo sbaraglio

  11. nell’articolo si parla correttamente di 23,3 TWh, che è un’unità di energia (multiplo del Wh, o wattora), che non è confrontabile con il GW, unità di energia (multiplo del W, o watt).

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