Dal tubetto di dentifricio alla cella fotovoltaica

Gli scienziati americani del PARC si sono ispirati al tubetto di dentrifico per realizzare una nuova metodologia di stampa per sostituire la serigrafia tradizionale

Dal tubetto di dentifricio alla cella solare(Rinnovabili.it) – Si dice che l’ispirazione possa venire dai luoghi più improbabili. Per uno scienziato del Palo Alto Research Center (PARC) le idee per realizzare un fotovoltaico migliore possono nascondersi anche in un tubetto di dentifricio. E’ proprio osservando questo oggetto di uso comune e come paste di colore diverso vengano spremute insieme fuori dal tubetto che è stato messo a punto un nuovo metodo di fabbricazione per la stampa delle celle solari. Gli scienziati del PARC hanno infatti deciso di applicare questa stessa metodologia per sostituire la serigrafia tradizionale, tecnica impiegata per creare sulle due facce del wafer i contatti elettrici.

 

L’idea  è stata quella di integrare nel processo di stampa un ugello che depositasse sulla cella una pasta di argento insieme a quello che viene definito materiale sacrificale (solitamente un ossido), un componente in grado di garantire il supporto fisico della struttura 3D prima e durante la sinterizzazione ma facilmente removibile tramite bruciatura o dissoluzione chimica. In questo modo, i ricercatori hanno scoperto di poter creare  contatti d’argento il 50% più sottili di quelli tradizionalmente depositati sulle celle solari. E linee d’argento più fini significano una minore copertura della superficie fotovoltaica e di conseguenza una maggiore potenza generabile.

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