Il fotovoltaico secondo Yingli Solar

Fine degli incentivi, grid parity, inchiesta antidumping. L’Amministratore Delegato di Yingli Green Energy Italia, Fabio Patti, ci aiuta a capire come sta mutando il settore solare

Il fotovoltaico secondo Yingli SolarCrisi economica, nuova strategia di sviluppo nazionale, aumento della domanda energetica, continuo rimodellamento del feed in tariff: il panorama fotovoltaico italiano sta cambiando rapidamente e dopo la crescita tumultuosa degli ultimi anni, oggi tira il freno anche a causa della fine dei generosi incentivi che lo avevano sostenuto fino a ieri. Con l’ormai prossimo esaurimento del Quinto Conto Energia (a marzo 2013 6,59 miliardi su 6,7 totali disponibili) il comparto è chiamato alla prova del nove per capire se sarà capace o meno di affrontare la nuova sfida della grid parity.

Secondo l’analisi dell’ultimo Solar Energy Report, meccanismi alternativi quali gli sgravi fiscali per gli investimenti o il “vecchio” schema dello scambio sul posto potrebbero essere sufficienti a rendere il mercato italiano economicamente auto sostenibile già a partire dal 2014, soprattutto al Sud e al Centro del Paese.

Ma per capire conoscere la percezione dell’industria solare in questa fase di transizione, anche in vista delle recenti novità in materia di antidumping, abbiamo sondato  l’opinione di quella che oggi è prima società produttrice di fotovoltaico al mondo. Parliamo della Yingli Solar, azienda che nel 2012, grazie ad un volume di ben 2,35 GW, ha venduto più moduli fotovoltaici di qualsiasi altra azienda al mondo (classifica di GTM Research). Abbiamo intervistato l’Amministratore Delegato di Yingli Green Energy Italia (YGEI), Fabio Patti, per capire qualcosa in più su cosa ci debba aspettare dal settore.

 

Dott. Patti molti parlano già oggi di grid parity per l’Italia: secondo l’analisi della Deutsche Bank l’energia solare nel Mezzogiorno avrebbe già raggiunto la competitività con le fonti fossili. Trova sia una stima rispondente alla realtà?


Purtroppo la grid parity in Italia è ancora piuttosto lontana. Quella che è stata raggiunta in alcune regioni meridionali come la Sicilia, in realtà, è solo una parità di costo di generazione: il costo dell’energia elettrica, infatti, resta ancora molto alto in Italia a causa di tutta una serie di oneri che non fanno sì che il costo di produzione dell’energia fotovoltaica sia realmente competitivo rispetto al costo delle energie da fonti esauribili. Anche nelle zone più assolate bisogna aspettare che i prezzi scendano almeno sotto i 1.000 euro/kWp.

 

Con gli incentivi del quinto Conto Energia ormai agli sgoccioli, crede che il fotovoltaico italiano sia in grado di reggere alla prova del libero mercato?


Se c’è un autoconsumo rilevante l’indipendenza dagli incentivi è assolutamente possibile.  Bisogna poi tenersi pronti a recepire tutti gli stimoli e le nuove sfide di un mercato elettrico in continuo fermento, come  ad  esempio  quello  degli accumuli che ad oggi, in Italia, hanno un prezzo ancora troppo elevato. E’ evidente che il nostro mercato  sta vivendo una fase di transizione in cui si rende veramente necessario, al più presto, un processo di normalizzazione e di stabilità,  con la complicità delle forze politiche.

 

Fabio Patti, amministratore delegato di YINGLI GREEN ENERGY ITALIA L’Europa sta ancora riflettendo sulla possibilità di applicare dei dazi antidumping sui moduli importati dalla Cina. Quali crede possano essere gli effetti sul mercato europeo ed in particolare su quello italiano derivati dall’imposizione di tali misure?


L’indagine dell’Unione Europea è ancora in corso ma nessuno vuole una guerra commerciale e, soprattutto, non conviene a nessuno: né ai produttori europei che importano semilavorati dai paesi asiatici, né ai lavoratori che sono, a vario titolo, impiegati al momento lungo l’intera catena del valore del fotovoltaico, né infine al consumatore che paga l’impianto e su cui ricadrebbe l’aumento del costo dei moduli dovuto all’imposizione del dazio. Le scelte protezionistiche, nella storia, non hanno mai portato benefici all’economia e alla società: pensare di tutelare un mercato in difficoltà semplicemente penalizzando il libero scambio è una valutazione miope e a corto raggio.

 

Prima azienda del fotovoltaico al mondo ad ottenere il ‘Product Carbon Footprint Verification’, può spiegarmi di cosa si tratta?


La ‘carbon footprint’, o impronta emissiva, è definita come la quantità totale di gas serra prodotta durante un’attività umana o, nel nostro caso, da un’azienda. La ‘Product Carbon Footprint Verification’ viene conferita da TÜV Rheinland, leader mondiale per le certificazioni e la fornitura di servizi tecnici, dopo il monitoraggio delle emissioni create dai processi produttivi di un’azienda premiata per il controllo e la riduzione delle stesse, incluse le emissioni di gas effetto serra, di composti Perfluorurati (PFC) e altre emissioni di gas.

 

 

L’azienda ha da sempre mostrato un feeling particolare con il mondo dello sport, ultima la decisione di sponsorizzare la Coppa del Mondo FIFA 2014TM in Brasile. Che importanza hanno questi eventi nella strategia aziendale?


La forza e la credibilità del marchio Yingli nel mondo si legano inesorabilmente a sponsorizzazioni di valore come quella della FIFA World Cup TM, un valore che è sociale oltre che d’immagine: siamo stati sponsor dei mondiali di calcio anche nel 2010 e da quell’occasione è nata una collaborazione proficua con la federazione per il progetto di corporate social responsability tuttora in corso, ‘Football for Hope. Energy for Hope’, per la realizzazione di impianti fotovoltaici che illuminano i campetti di calcio di molte comunità africane. Come sponsor ufficiale dei mondiali 2014, invece, Yingli si impegna a supportare il Brasile e la FIFA affinché si possa avere l’edizione della coppa del mondo più ‘green’ della storia. I pannelli ‘Yingli Solar’ ricoprono il tetto dello stadio Maracana di San Paolo e siamo orgogliosi di poter lasciare così una eredità sostenibile duratura in Brasile.

 

 

 

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