Impianti solari galleggianti: maxi piano di BayWa per l’Europa

La società ha concluso i lavori del suo terzo impianto fv sull’acqua in un tempo record di appena 6 settimane. Ora è pronta a esportare il successo olandese in altre località europee

Impianti solari galleggianti
Credit: BayWa

Previsti nuovi impianti solari galleggianti in Francia, Germania, Italia e Spagna

(Rinnovabili.it) – In arrivo 100 MW di nuovi impianti solari galleggianti per l’Europa. Dopo i grandi record asiatici, anche il Vecchio Continente è pronto a ritagliarsi uno spazio nel mercato del “floating solar”. Ovviamente non potrà vantare progetti faraonici come quelli cinesi o coreani ma ha dalla sua un know-how tecnologico invidiabile e tutte le carte in regola per vivere un nuovo boom fotovoltaico sotto la spinta di aste e PPA (accordi di compravendita dell’energia a lungo termine).

 

D’altra parte, la tecnologia del fotovoltaico galleggiante ha radici comunitarie: uno dei primi brevetti registrati appartiene appartiene all’Italia e risale al febbraio 2008. Da allora a oggi i mercati solari dell’Asia Pacifico hanno fagocitato quasi tutta la nuova capacità. Qui, infatti, si concentra attualmente l’87 per cento dei pannelli galleggianti installati a livello mondiale e, secondo gli analisti di settore, la regione continuerà a dominare il comparto per semplici ragioni tecniche: in questi Paesi la disponibilità delle terre è limitata o i costi per l’uso del suolo sono esorbitanti, rendendo le installazioni sull’acqua un’opzione conveniente (leggi anche Solare galleggiante, il mercato cresce in maniera costante).

Ma anche in Europa questa soluzione sta prendendo piede, sebbene con volumi di mercato molto più piccoli. L’ultimo esempio arriva dalla società BayWa re che, assieme al suo partner olandese GroenLeven, ha fatto parlare di sé in questi giorni per aver realizzato una centrale solare galleggiante in appena sei settimane di tempo. Un record per il settore che offre al tempo stesso un’ottima vetrina tecnologica. Sekdoom, questo il nome del progetto di BayWa re, sorge in prossimità della città olandese di Zwolle. Dotato di 40mila pannelli solari, il parco ha una capacità di 14,5 MW e, a regime, dovrebbe produrre abbastanza energia per soddisfare le esigenze elettriche di 4mila famiglie.

 

L’elemento qualificante di Skedoom risiede in un sistema autoprogettato che riduce i tempi di lavoro e che ha portato l’azienda in una posizione privilegiata all’interno del settore Europe del fotovoltaico galleggiante. “In pochi mesi abbiamo realizzato 25 MW di impianti solari galleggianti nei Paesi Bassi – spiega Benedikt Ortmann, responsabile globale del voltaico in BayWa re – rendendoci uno dei più grandi sviluppatori di questa tecnologia in Europa”. E il Vecchio Continente rimane l’obiettivo principale della società che annuncia, per il prossimo futuro, altri 100 MW di installazioni. “Stiamo già lavorando a progetti fotovoltaici galleggianti in Germania, Francia, Italia e Spagna – il potenziale in Europa è davvero significativo”.

 

Le potenzialità degli impianti solari galleggianti in Europa

La tecnologia  si adatta perfettamente a quelle che l’azienda chiama “applicazioni a doppia finzione”: i pannelli solari se installati su corpi idrici sfruttati economicamente – come bacini idroelettrici, acque di piscicoltura o pit lake di ex miniere a cielo aperto  – sono in grado di ridurre l’evaporazione dell’acqua e contenere la fioritura algale. Gli studi di settore rivelano ad esempio che in climi particolarmente aridi il sistema possa bloccare fino all’80per cento dell’evaporazione, permettendo di risparmiare 20.000 metri cubi d’acqua l’anno per ettaro di superficie coperto. E c’è chi come gli scienziati del’ISE del Fraunhofer, ha voluto calcolare il potenziale ancora inesplorato degli ex laghi delle miniere di carbone: la ricerca tedesca ha valutato che, sfruttando solo i bacini idrici delle vecchie miniere di lignite in Germania, potrebbero essere realizzati 15 GW di nuovi impianti solari galleggianti. Uno studio parallelo del World Bank Group ha messo in luce invece un potenziale di 20 GW per l’Europa, sfruttando appena l’1 per cento della superficie dei bacini idrici artificiali.

 

Ovviamente per dare corpo a questo potenziale sono necessarie politiche e misure di sostegno ad hoc, che attualmente risultano  in vigore in solo due Stati Membri: Francia e Paesi Bassi. “Abbiamo dimostrato che il solare fluttuante è tecnicamente gestibile e comporta un costo leggermente superiore rispetto ai sistemi a terra”, ha aggiunto Ortmann. “Al fine di ottimizzare il costo livellato dell’elettricità (LCOE), la stabilità e la lunga durata dei sistemi sono assolutamente fondamentali. Ecco perché abbiamo progettato un concetto di impianto galleggiante completamente nuovo insieme ai nostri partner”.

 

>>Leggi anche Autoconsumo fotovoltaico, come capire se ne vale la pena<<

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