Investimenti rinnovabili, India e Cina oscurano gli USA di Trump

La società EY aggiorna il “Renewable energy country attractiveness index”: gli Stati Uniti perdono il 1°posto, mentre l’Italia guadagna 7 posizioni arrivando al 18°

Investimenti rinnovabili

 

(Rinnovabili.it) – La corsa degli investitori alle fonti rinnovabili volta le spalle agli Stati Uniti di Trump. Il cambio di marcia è tutto a favore dell’Asia che accanto ad una Cina, ormai regina indiscussa dei nuovi investimenti rinnovabili, schiera l’India come secondo mercato più attraente a livello mondiale. La classifica, stilata dalla società d’analisi Ernst & Young, presenta i primi 40 mercati delle green energy a livello mondiale in termini di appeal finanziario. Per gli USA il cambio di presidenza fa sentire da subito i suoi effetti: primi in graduatoria fino allo scorso anno, gli States scivolano ad un terzo posto, già insidiato dalla Germania. Fin troppo facile capire cosa ha influito sullo storico sorpasso.  I nuovi ordini esecutivi del governo americano per ritirare le politiche sui cambiamenti climatici dell’amministrazione Obama, unitamente al rilancio dell’industria del carbone nazionale pesano oggi non poco sul RECAI di EY, ossia l’indice di attrattività dei singoli Paesi per gli investimenti rinnovabili.

“I movimenti dell’indice – spiega la società – illustrano l’influenza della politica sugli investimenti nelle energie rinnovabili e nel loro sviluppo”.

 

L’Asia è il nuovo centro degli investimenti rinnovabili

In Cina, la National Energy Administration (NEA) ha annunciato a gennaio 2017 che investirà entro il 2020 ben 363 miliardi di dollari nella nuova capacità verde. Questo significa che il 50 per cento della nuova crescita energetica cinese sarà affidata esclusivamente alle fonti alternative. Pechino prevede inoltre di lanciare un programma pilota di certificati verdi nel mese di luglio 2017, che permetterà agli operatori di impianti fotovoltaici ed eolici di ottenere titoli commerciabili con le imprese private e statali impegnate a tagliare la loro quota emissioni.

 

Il secondo posto è in mano all’India, conquistato grazie al programma governativo di costruire 175 GW rinnovabili entro il 2022 e all’obiettivo di portare la quota verde del mix produttivo nazionale al 40% entro il 2040. Ma è soprattutto la velocità d’azione a premiare Nuova Delhi: il Paese ha aggiunto più di 10 GW di capacità solare negli ultimi tre anni partendo da una base di appena 2.6 GW.

 

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E l’Italia? L’indice RECAI assegna al Bel paese un 18 posto, con un’attrattività in crescita rispetto lo scorso anno di ben sette posti in classifica. A sostenerci sono in gran parte le previsioni di sviluppo delle soluzioni di energy storage accoppiate all’autoconsumo. Il settore è ancora solo alla fase pilota ma le vendite stanno progressivamente crescendo, spinte dagli alti prezzi dell’energia al dettaglio e dalla limitata capacità di vendere l’elettricità, prodotta in generazione distribuita, alla rete nazionale.

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1 commento

  1. quando vedo le linee di trasmissione per trasportare energia prodotta o la solarizzazione massiccia e capillare dei tetti civili e industriali indiani (alternativi alle linee di trasmissione giganti) allora ci credero’. Fino ad ora India ha lavorato su carta e sulle regole.. quando vedo massicci investimenti di soldi extra indiani allora la cosa sara’ concreta. Per la Cina è sempre la stessa storia: linee di trasmissioni giganti che mettano in rete energia da dove prodotta adove si consuma

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