Spalma Incentivi: il Minambiente cerca esperti per arbitrati ISDS

Il Dicastero ambientale cerca esperti che aiutino la difesa dello Stato nell’ambito delle procedure di arbitrato internazionale. Almeno tre le cause pendenti per il taglio agli incentivi solari

Spalma Incentivi: il Minambiente cerca esperti per arbitrati ISDS

 

(Rinnovabili.it) – In attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sul Decreto Spalma Incentivi, il celebre provvedimento si è procurato qualche grana anche a livello internazionale. Il taglio obbligatorio e retroattivo dei sussidi concessi agli impianti fotovoltaici ha messo sul piede di guerra molti degli investitori stranieri che hanno deciso di portare il caso di fronte all’ICSID (Centro internazionale per il regolamento delle controversie relative ad investimenti). Il ricorso ad un arbitrato internazionale, con un tribunale costituito ad hoc per risolvere le controversie energetiche, è uno degli strumenti messi a disposizione dal Trattato della Carta dell’Energia (Energy Charter Treaty o ECT) ratificato dall’Italia nel 1997. L’asse portante dell’ETC è la promozione della cooperazione energetica tra i Paesi dell’Europa occidentale e quelli dell’ex blocco sovietico, garantendo la tutela degli investimenti nel settore e prevedendo meccanismi per la risoluzione di controversie Stato-Stato e l’arbitrato per la risoluzione di controversie Investitore-Stato (clausola ISDS).

E’ anche vero che da questo stesso trattato siamo usciti 18 anni dopo (il recesso è entrato in vigore da gennaio di quest’anno) con la motivazione semi-ufficiale e poco convincente di voler tagliare i costi – oltre 400mila euro l’anno – derivanti dalla partecipazione all’ETC. Peccato per che, in base “clausola di sopravvivenza”, articolo 47 del Trattato, il periodo post-recesso durante il quale gli effetti protettivi dell’ETC continuano ad essere applicati agli investimenti pre-esistenti è di 20 anni. In altre parole, tutti gli investitori stranieri che hanno subito i tagli tariffari dello Spalma Incentivi (e non solo) potranno godere delle protezioni del Trattato fino gennaio 2036.

 

I primi ricorsi alla clausola ISDS non sono tardati ad arrivate: la Repubblica italiana è stata denunciata in due casi distinti dalla società danese Greentech Energy System insieme al fondo lussemburghese Novenergia, e dalla multinazionale statunitense Silver Ridge Power (ex AES Solar) che agisce attraverso la sua controllata olandese Silver Ridge Power BV. Ma sulle spalle l’Italia aveva già il caso intentato dalla società belga Blusun S.A. per un contenzioso riguardante gli effetti di un precedente provvedimento sul fotovoltaico, il Decreto Romani del 2011.

 

Nonostante fino ad ora il Bel Paese sia stato tra i più accesi sostenitori della clausola ISDS nei trattati d’investimento quali TTIP e CETA, il Ministero dell’Ambiente è corso oggi ai ripari per le cause sul fronte energia. Il Dicastero ha pubblicato stamane un avviso di selezione pubblica per l’istituzione di un elenco di esperti in materia giuridica, di carattere tecnico sulla struttura del mercato del fotovoltaico in Italia e sulla valutazione del presunto danno. A queste figure saranno affidati incarichi di supporto alla difesa erariale nell’ambito delle cause in corso. Come spiega lo stesso Minambiente “allo stato, sono pendenti alcuni arbitrati internazionali curati dall’Avvocatura Generale dello Stato, concernenti, tra l’altro, le misure sugli incentivi alla produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici di cui all’art. 26 del decreto legge n. 91 del 2014, ma anche altre disposizioni che potenzialmente hanno un impatto sul settore”.

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1 commento

  1. Visto che vorrebbero considerare illegittimo il taglio agli incentivi ventennali acquisiti, basta obbligarli a reinvestire tutti gli utili extra, il tempo di ritorno dell’investimento (in genere sei anni o poco più), in servizi alla collettività, ove detti impianti sono di fatto installati. Oppure considerarli quale fideiussione bancaria per i Comuni dove sono installati, valide per nuove installazioni fotovoltaiche di terza generazione (silicio monocristallino a doppia riflessione, grafene, o Impianti termodinamici in regime lineare _o parabolico in regime planare, con rendimenti maggiori al 38% _42%). RENDERE i Comuni d’ITALIA autosufficienti con l’uso delle ENERGIE RINNOVABILI entro il 2020. Siamo già in ritardo !
    Gli edifici nei piccoli Comuni, l’ 80% doveva essere provvisto di impianti ad energia rinnovabile finanziati entro il 2010. Nel 2013 a giugno è scaduto il conto energia; nel 2014 al 2020 è attivo il conto termico, ma nessuno lo applica o pochissimi. Attiviamo la possibilità che il cittadino “Buon padre di famiglia” può installare l’impianto a casa propria e/o nel proprio terreno, potendo scaricare l’energia prodotta anche quella degli appartamenti dei figli o nipoti che abitano in condominio in altri Comuni dove lavorano (Esempio fino a 20 KW/h.) .Nelle città tutti gli edifici condominiali multipiano attivare convenzioni e finanziamenti concreti obbligando ENEL_GAS_ACQUA_TRASPORTI_ RIFIUTI ad attuare i nuovi impianti condominiali certificati, (con tempi di ritorno dell’investimento di 4 a 6 anni) garantiti dalle Ditte_ Imprese attuatrici. (vedi Progetti JESSICA; GEREMIA; POI; SIRIO; ecc.)

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