Groenlandia, Nord Africa, Australia: il futuro delle rinnovabili è la produzione remota?

Lo sviluppo di linee di trasmissione dell’energia elettrica in CC rende sempre più appetibile la produzione da fonti rinnovabili in regioni remote del Pianeta

rinnovabili groenlandiaRicercatori dell’Università di Liegi hanno studiato la possibilità di produrre energia eolica nel sud est della Groenlandia e trasmetterla direttamente in Europa

 

 

(Rinnovabili.it) – Le regioni con il maggior afflusso di venti o con il maggior numero di giorni di sole sono generalmente poco abitate, di contro le regioni più densamente popolate sono quelle che richiedono maggiori flussi di energia e in futuro di energie rinnovabili. Se la produzione in loco rimane il metodo meno costoso, lo stoccaggio o il trasporto tramite apposite super condutture potrebbero rivoluzionare il modo in cui ci riforniremo di energia.

 

In Europa, una svolta potrebbe arrivare dalla regione più remota del continente: la Groenlandia (fisicamente, l’isola ghiacciata appartiene al blocco nordamericano, ma da un punto di vista politico è dominio danese): ricercatori dellUniversità di Liegi, in Belgio, hanno sviluppato un modello di previsione matematica che prevede enormi vantaggi per l’installazione di turbine eoliche a sud est della Groenlandia che possano inviare l’energia prodotta direttamente in Europa tramite una linea di trasmissione di energia elettrica in corrente continua (High Voltage Direct Current – HVDC).

L’idea non è nuova, già in Australia è al vaglio una rete d’infrastrutture sottomarine per esportare nel resto del sud est asiatico (Indonesia e Filippine anzitutto) l’abbondante produzione proveniente da fonti rinnovabili, permettendo così anche a Paesi che difficilmente raggiungerebbero gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, di contribuire alla decarbonizzazione e al passaggio al 100% di energia rinnovabile entro il 2050.

 

>>Leggi anche Stoccare l’energia eolica offshore nelle rocce dei fondali, l’idea UK<<

 

Gli studiosi dell’università belga hanno identificato nella formazione di venti catabatici tipici del sud est della Groenlandia una ricca e continua fonte per alimentare impianti eolici. In meteorologia, i venti catabatici sono quelli che soffiano scendendo da un’inclinazione topografica come una collina, una montagna o un ghiacciaio. Quando l’aria entra in contatto con la superficie fresca di un ghiacciaio o le regioni superiori di una montagna o di un pendio, si raffredda, diventa densa e soffia verso il basso.

 

Il costante approvvigionamento di energia verrebbe immesso nella rete europea tramite una linea HVDC sottomarina contribuendo a parte del fabbisogno del continente. Nei prossimi mesi, il team di ricerca provvederà ad un’analisi costi/benefici del sistema (impianti eolici e linea HVDC), ma l’idea di generare energia in luoghi remoti del Pianeta e trasmetterla anche a migliaia di chilometri verso le regioni con alti consumi sta rapidamente prendendo piede. Sviluppando la tecnologia HVDC, ad esempio, aree come il Nord Africa potrebbero essere attrezzate con enormi impianti fotovoltaici con cui alimentare, a distanza, persino i Paesi che si affacciano sulle sponde opposte del Mediterraneo.

Articolo precedenteEmissioni navi, verso un nuovo sistema di monitoraggio
Articolo successivoAcque pubbliche: i no delle Regioni alla riforma del servizio idrico

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!