In Italia più gas, meno rinnovabili. E la decarbonizzazione frena

La ripresa dell’economia italiana aumenta consumi ed emissioni.  Per la prima volta la crescita delle rinnovabili rischia di fermarsi

decarbonizzazione

 

Brutto passo indietro per la decarbonizzazione italiana

(Rinnovabili.it) – Meno fonti rinnovabili, più gas naturale: la bilancia energetica italiana fa fatica, oggi più che mai, a trovare l’equilibrio. A rivelarlo è l’ENEA attraverso l’aggiornamento del cosiddetto “Indice ISPRED“, lo strumento che monitora il posizione del Paese all’interno delle tre dimensioni della transizione energetica: decarbonizzazione, sicurezza e costo dell’energia. Il nuovo documento d’analisi mostra come, in questo 2017, l’Italia abbia perso terreno in tutti e tre i campi: le emissioni sono tornate a crescere, sono aumentate le importazioni di energia e i prezzi di elettricità, gas e gasolio mostrano un marcato andamento in salita.

In altre parole, l’Indice ISPRED della nostra transizione energetica è peggiorato.

 

decarbonizzazione
Fonte ENEA

 

Le cause sono diverse. Da un lato c’è una sorta di “responsabilità nazionale”: l’economia italiana è in fase di ripresa e la crescita dei consumi finali nei primi sei mesi del 2017- seppur contenuta (+1,6%) – ha contribuito all’aumento delle emissioni di anidride carbonica (+1,9%). A spingere in su il conteggio della CO2 è stato però anche il calo delle green energy, idroelettrico in primis.

 

Scendono rinnovabili e carbone mentre cresce il gas

Nel dettaglio, in termini di fonti primarie l’Analisi rileva, per il secondo trimestre di quest’anno, un calo delle rinnovabili (-7%), “con il risultato – spiega l’Enea – che a fine 2017, per la prima volta dopo diversi anni, la quota nel mix energetico di queste fonti potrebbe fermare la sua crescita”. A diminuire sono anche i combustibili solidi (- 9%) e in maniera marginale il petrolio (-1%), mentre il gas naturale sta continuando ad aumentare (+11%). L’immagine complessiva sembra già incarnare tutti gli elementi critici della SEN 2030.

 

“A fronte di un chiaro trend crescente nel periodo 2010-2014, la crescita delle fonti rinnovabili si è interrotta negli ultimi due anni, in parte per motivi forse congiunturali (la ridotta idraulicità), in parte per il deciso rallentamento nella crescita delle altre fonti rinnovabili. Il gas presenta, non casualmente, un andamento opposto con calo costante nel periodo 2010-2014 e una continua ripresa negli anni successivi […] Infine il carbone presenta una costante tendenza al declino che prosegue ininterrotta dal 2012”.

 

La costante e strutturale diminuzione della produzione nazionale si è accompagnata dunque ad aumento delle importazioni del gas estero, la cui dipendenza italiana “potrebbe superare il 92%, un nuovo record, con un ritorno ai massimi storici del peso del gas sull’energia primaria totale (38%)”.

 

>Leggi anche L’Europa abbandona il carbone per il gas?<<

 

Ricapitolando: decarbonizzazione in calo, sicurezza energetica in diminuzione. E anche per i prezzi dell’energia, il momento non è dei migliori. L’Indice evidenzia un peggioramento del 14% per effetto principalmente del costo del gasolio che, seppur in discesa, risulta il più caro dell’intera Ue (“primato negativo” in condominio con la Svezia e legato alla diminuzione della fiscalità in altri Paesi membri). Allo stesso tempo, aumentano i prezzi dell’energia elettrica per le piccole imprese (+1,3% del II trimestre con una stima di +3,7% nel III trimestre 2017) e del gas per le piccole utenze (+9% nel I semestre).

Articolo precedenteParigi pianifica lo stop 2030 per auto a benzina e diesel
Articolo successivoLazio: bando da 4,8 mln per la sostituzione caldaie

3 Commenti

  1. La grave dipendenza pluriennale energetica dall’estero, in particolare quella attuale enorme del gas, comprometterà sempre di più qualsiasi duratura e strutturale ripresa economica, determinando anche un pericoloso rischio sociale per eventuali e non impossibili mancanze di rifornimento estero ( gas da Russia e Paesi Arabi ).

  2. A questo punto sarebbe compito delle imprese e dei cittadini pensare a ridurre la propria dipendenza energetica dalla rete di distribuzione nazionale utilizzando tutti gli strumenti a disposizione ( es. credito di imposta, conto termico, certificati bianchi, superammortamento … )

  3. …… e continuiamo a parlare di aria fritta…… Sono trent’anni che sento dire che l’Italia non avendo nessuna risorsa energetica “non aleatoria” dovrebbe diversificare il più possibile l’utilizzo delle risorse energetiche. E invece che facciamo ? Le battaglie per chiudere le centrali a carbone !
    Battaglie a cui non credono nemmeno più gli americani e i tedeschi ma noi imperterriti ……
    Ma tu prova ad andare a dire che dovremmo continuare a bruciare carbone (in modo intelligente) o usare gli inceneritori (in modo intelligente).
    Bisognerebbe avere a che fare con persone intelligenti e non con ottusi figuri.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!