Austria come la Svezia: verso un’industria siderurgica a idrogeno

Per renderlo possibile, Siemens ha sviluppato quello che è attualmente il più grande modulo elettrolizzatore PEM al mondo

'industria siderurgica idrogeno

 

 

L’industria siderurgica di Linz cerca di smarcarsi dal coke

(Rinnovabili.it) – Dopo la prima acciaieria a idrogeno nata in Svezia, l’industria siderurgica è pronta a fare nuovamente incursione nel mondo delle zero emissioni. Stavolta la protagonista è un’acciaieria di Linz, in Austria, al centro delle attenzioni del progetto europeo H2Future. L’iniziativa, frutto del bando Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking, mira a testare le prestazioni del vettore energetico per ridurre l’impronta di carbonio del comparto. Ed esattamente come nel progetto svedese, l’idrogeno verrebbe impiegato per ridurre i minerali ad alto contenuto di ferro (che si trovano in natura in genere come ossidi), sostituendosi così all’opzione dell’alto forno e all’utilizzo del coke.

“Circa il 7% delle emissioni globali di CO2 sono legate all’industria dell’acciaio, principalmente a causa del carbonio necessario per estrarre l’ossigeno dall’ossido di ferro”, si legge nel sito del progetto. “La crescente domanda di acciaio come materiale metallico più importante per la mobilità, la produzione di energia, l’edilizia e l’ingegneria meccanica non può essere coperta da ulteriori fonti di scarto e richiede ossidi di ferro naturali come materie prime”.

 

Per assicurare una conversione davvero sostenibile per l’industria siderurgica, i partner di H2Future – voestalpine, Siemens, VERBUND e Austrian Power Grid, K1-MET ed ECN – hanno realizzato una centrale di produzione a idrogeno alimentata da rinnovabili. Siemens ha sviluppato quello che è attualmente il più grande modulo elettrolizzatore PEM (membrana a scambio di protoni) al mondo per il centro di ricerca di Linz.

 

 

Con una capacità di 6 MW, l’impianto sarà in grado di produrre 1.200 metri cubi di idrogeno “verde” all’ora. L’obiettivo è raggiungere un’efficienza record dell’80 percento nella produzione del vettore. Una volta che la centrale sarà pienamente operativa, nel 2019, i ricercatori olandesi dell’ECN coordineranno, studieranno e tenteranno di replicare tutti i risultati su scala industriale. “La costruzione del nuovo impianto pilota per la produzione di idrogeno verde ci sta portando avanti nella realizzazione a lungo termine di una trasformazione tecnologica dell’industria siderurgica”, spiega Wolfgang Eder, presidente del consiglio di amministrazione di voestalpine AG. “L’obiettivo è quello di ricercare tecnologie rivoluzionarie reali che siano applicabili su scala industriale nei prossimi vent’anni”.

 

>>Leggi anche La prima centrale elettrica a idrogeno “verde” dell’Australia<<

 

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