Boom di investimenti italiani nelle rinnovabili ma l’estero prevale

Nel 2017 sono state registrate oltre 200 operazioni con una potenza coinvolta di 13,4 GW e un valore stimato in circa 13,5 miliardi di euro

 investimenti italiani

 

Il Rapporto Annuale Irex fa il punto della situazione sugli investimenti italiani nelle rinnovabili

(Rinnovabili.it) – Continuano a crescere gli investimenti italiani nelle rinnovabili. In linea con il trend mondiale che vuole l’energia pulita fulcro della nuova crescita elettrica, il comparto torna a spendere sulle green energy: nel 2017 le realtà nazionali hanno sborsato 13,5 miliardi di euro su una potenza di 13,4 GW. Un vero e proprio salto di qualità rispetto al 2016, anno in cui le imprese nostrane avevano investito 7,2 miliardi di euro per 6,8 GW di energia verde.

Ma se da un lato aumentano le risorse in gioco (e la capacità installata), dall’altro non si è ancora rimarginata la fuga di capitali che caratterizza il mercato italiano: nonostante il 55 per cento delle operazioni sia avvenuta nel Belpaese, l’88 per cento della potenza è stata realizzata all’estero. Ma qualcosa sta cambiando, come si evince dalle pagine della nuova edizione del Rapporto Annuale Irex.

 

Il documento è stato presentato oggi a Roma da Althesys che festeggia oggi il decennale della pubblicazione, e spiega: anche le installazioni italiane si stanno riprendendo. Siamo passati da 400 MW rinnovabili del 2016 a 1,1 GW dello scorso anno, a fronte di un investimento di quasi 1,4 miliardi di euro. L’aumento degli investimenti italiani nelle rinnovabili è ancora concentrato in larga parte all’estero ma, come sottolinea Alessandro Marangoni, economista a capo del team di ricerca e ceo di Althesys, “conferma in maniera inequivocabile che l’industria elettrica ha scelto le rinnovabili come asse centrale del sistema energetico futuro, tanto che le rinnovabili costituiscono l’85% della nuova capacità installata nel 2017”.

 

Il quadro che emerge è quello di un settore che, dopo una fase di assestamento, è pronto a crescere nuovamente puntando su nuovi modelli di business e digitalizzazione. Fusioni e acquisizioni, che hanno fatto la parte da leone negli anni passati, lasciano spazio a nuovi progetti. Il settore più attraente? Anche in questo caso i trend italiani si allineano con quelli internazionali. La tecnologia prevalente per numero di operazioni è il fotovoltaico (44 per cento). Segue l’eolico (al 20 per cento) e i progetti di smart energy (12 per cento). Tutto ciò nonostante le aste al ribasso, che stanno prendendo piede in Europa, abbiano portato a un rapido calo delle tariffe, riducendo dunque i ritorni degli investimenti. “L’effetto – spiega Althesys in una nota stampa – è stato in parte mitigato dalla ripresa dei prezzi elettrici, tornati a salire dopo anni di calo”.

 

Il rapporto IREX sottolinea due aspetti fondamentali dell’attuale trasformazione energetica: l’aumento di soluzioni Internet of Things, la cosiddetta Digital Energy, che trasformeranno inevitabilmente il mercato (sia sul lato della domanda che dell’offerta), sia l’affermarsi di nuovi schemi di prosumer e comunità energetiche. “In questo quadro è quindi necessario definire come attuare in concreto la Strategia Energetica Nazionale, individuando strumenti adeguati: dall’atteso decreto per il periodo 2018-20 alle misure per il rinnovamento degli impianti esistenti, dal capacity market fino a meccanismi che favoriscano il decollo dei contratti di lungo periodo”.

 

>>Leggi anche Il testo del Decreto rinnovabili elettriche, spazio anche al fv<<

 

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