Energia dalle maree, arriva la turbina record da 2 MW

Simec Atlantis Energy presenta il frutto di 15 anni di lavoro: la più grande idro turbina a rotore singolo mai realizzata per catturare l’energia marina

energia dalle maree

 

 

Un nuovo gioiello tecnologico per produrre energia dalle maree

(Rinnovabili.it) – Non è solo l’eolico offshore a scegliere taglie da gigante. Anche gli impianti che sfruttano correnti e onde mostrano di saper pensare in grande. E se si parla di energia dalle maree, il record se lo aggiudica la Simec Atlantis Energy. La società – nata in Australia ma trasferitasi a Singapore – ha annunciato il progetto per la più grande e potente idro turbina a rotore singolo mai realizzata. L’unità è stata battezzata con il nome di AR2000 e avrà una capacità di 2 MW.

Frutto di due anni di lavoro, la nuova macchina sottomarina si basa sul successo tecnologico del suo predecessore, l’AR1500, oggi in funzione presso l’impianto di energia dalle maree MeyGen. La centrale in questione si trova tra la costa nord della Scozia e l’isola di Stroma, in un’area in cui sono presenti le correnti più forti del Regno Unito. Composta da solo quattro unità AR1500 da 1,5 MW di capacità a testa, MeyGen ha segnato recentemente un record non poco per il settore dell’energia dalle maree: ha prodotto 1,4 GWh in meno 31 giorni. Una cifra che basterebbe a soddisfare le esigenze elettriche di 5.420 famiglie.

Per Atlantis è arrivato dunque il momento di spingersi oltre.

 

Come spiega la società, la AR2000, è “il culmine di 15 anni di investimenti, continua sperimentazione, test rigorosi e operazioni sottomarine”. A regime “non sarà solo la più grande turbina a rotore singolo in produzione, ma anche la spina dorsale di un sistema di generazione altamente efficiente e conveniente in grado di essere implementato in ciascuno dei nostri principali mercati target: Regno Unito, Francia, Isole del Canale, Asia, Australia e Canada”.

Il nuovo AR2000 è dotato di “un innovativo sistema elettromeccanico di controllo del passo pala e il controllo attivo dell’imbardata, 360 gradi di imbardata (l’angolo di oscillazione intorno all’asse) e impianti di monitoraggio e diagnostica avanzati”. Ma soprattutto consentirà la connessione multi-turbina su un unico cavo elettrico. A differenza di quanto accade nella centrale MeyGen, dove ogni turbina è dotata di un proprio cavo per portare l’elettricità prodotta a terra, la nuova architettura consente di collegare più unità in parallelo, riducendo così il costo e l’impatto dell’infrastruttura sottomarina.

 

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2 Commenti

  1. sono un ex-ricercatore del CESI e spostato la mia visione della vita trasferendo la mia conoscenza del passato e futuro nella metafisica e vedo nell’energia ricavata dai mari come la soluzione duplice alla erosione delle coste e dell’energia che non da il problema dell’idroelettico con dighe che producono danni e finiscono col riempirsi.andate avanti.

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