Come ridurre il consumo idrico del solare termodinamico

Lanciato all’inizio del 2016, il progetto europeo MinWaterCSP studierà come minimizzare le perdite legate all’evaporazione e il consumo dell’acqua impiegata nella pulizia degli specchi

Come ridurre il consumo idrico del solare termodinamico

 

(Rinnovabili.it) – Sono riusciti a rendere una risorsa variabile come lenergia solare, fonte di elettricità praticamente continua. Nonostante ciò gli impianti solari termodinamici sono ben lungi dall’essere esenti da critiche, prima fra tutte il consumo idrico associato a tale tecnologia che trova spazio, normalmente, in regioni desertiche dove l’acqua è un bene di lusso.

 

A incidere sui costi di gestione sono essenzialmente due voci: le perdite legate all’evaporazione e le operazioni di pulizia degli eliostati o specchi. Nonostante i grandi progressi tecnici raggiunti su entrambi i fronti qualcosa in più si può ancora fare: per questo motivo, un consorzio di istituti scientifici e aziende ha lanciato all’inizio dell’anno il progetto MinWaterCSP. Finanziato grazie ai fondi del programma europeo Horizon 2020, MinWaterCSP lavorerà per i prossimi tre anni su un obiettivo preciso: ridurre lo spreco idrico del solare termodinamico in maniera significativa. Ovviamente mantenendo inalterata l’efficienza complessiva.

 

I partner del progetto si concentreranno sullo sviluppo e integrazione di una serie di tecnologie di nuova generazione che permettano agli impianti CSP di raggiungere il target. Nel dettaglio il consorzio studierà: sistemi di raffreddamento ibridi umido/secco, reti di superfici di scambio termico, ventilatori assiali, tecniche di eco pulizia degli specchi e un sistema di gestione ottimizzata dell’acqua.

 

Le attività di MinWaterCSP mireranno dunque a ridurre le perdite per evaporazione di acqua del 95% rispetto ai sistemi di raffreddamento a umido e ad aumentare l’efficienza netta del ciclo di Rankine a vapore del 2%. In maniera complementare le operazioni di pulitura dei collettori parabolici e lineari taglieranno il consumo d’acqua del 25% grazie al perfezionamento di alcuni procedimenti, la fabbricazione di piccoli robot “spazzini” e un ridotto numero di cicli di lavaggio. Tra i vari procedimenti presi in considerazione anche quello di impiegare il calore di scarto “di basso grado” per il trattamento dell’acqua. Il progetto è coordinato da Kelvion Holding GmbH (Germania) ed è costituito da 12 partner – in un consorzio internazionale di 6 diversi paesi – tra cui l’Università Sapienza di Roma e Soltigua, una PMI italiana che fornisce collettori e sistemi solari termici a concentrazione.

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