Trump investe 62 milioni nel solare termodinamico

Il DOE guarda oltre gli obiettivi 2020 della SunShot Iniziative con una mission 2030 che spinge sul solare a concentrazione.

solare termodinamico

 

 

Gli USA vogliono ridurre i costi del solare termodinamico

(Rinnovabili.it) – Il presidente Trump continua a portare avanti una politica apparentemente altalenante in tema di energie rinnovabili. Dopo essersi accertato che le green energy non avessero avuto alcun ruolo nella crisi che ha travolto l’industria del carbone (leggi DoE: le rinnovabili non minacciano l’affidabilità della rete elettrica), la Casa Bianca modifica leggermente il tiro della strategia energetica. Nulla di così eclatante rispetto alle politiche pro fossili intraprese fin’ora, ma pur sempre una prima e leggera virata rispetto alle promesse elettorali. Lo scorso martedì infatti il Dipartimento dell’Energia (DoE) statunitense ha annunciato che investirà 62 milioni di dollari per far progredire il settore del solare termodinamico.

 

Il programma di finanziamento, battezzato Gen3CSP, si concentrerà sugli attuali nodi tecnici, sviluppando un impianto di prova di nuova generazione che permetta di  ridurre il costo dell’energia elettrica (LCOE), generata da tali centrali, a 6 centesimi il kWh o meno, senza sovvenzioni ed entro la fine del decennio. In aggiunta il Doe ha stanziato 20 milioni di dollari per il comparto dell’elettronica di potenza, al fine di migliorare il collegamento tra impianti fotovoltaici e rete elettrica. Le risorse sono destinate a tecnologie innovative e inverter intelligenti che aiutino gli operatori di rete a individuare e risolvere rapidamente i problemi e a proteggere il sistema elettrico da vulnerabilità fisiche e cyber attacchi, consentendo ai consumatori di gestire al meglio la propria energia.

 

Il fotovoltaico USA ha tagliato i costi

Le nuove priorità verdi della amministrazione Trump arrivano non solo dopo l’indagine su rinnovabili e affidabilità della rete chiesta dal Segretario dell’Energia Perry, ma anche in seguito agli ottimi risultati della Sunshot Initiative, il programma di ricerca per tagliare i costi del fotovoltaico lanciato da Obama nel 2011.

Gli obiettivi del 2020 sono stati raggiunti con ben tre anni di anticipo: è lo stesso Dipartimento ad annunciare che oggi negli USA molti grandi impianti solari hanno costi che si aggirano intorno a 1 dollaro per Watt (o anche meno in alcuni e un costo dell’energia elettrica sotto i 6 centesimi per kWh.

 

“Con l’impressionante calo dei prezzi solari, è tempo di affrontare ulteriori sfide”, ha spiegato Daniel Simmons del Dipartimento per l’Energia, annunciando i nuovi fondi. “Mentre guardiamo al futuro, il DOE metterà a fuoco nuove ricerche […] che includono il rafforzamento dell’affidabilità e della resistenza della rete elettrica, integrando l’energia solare”.

 

Ma, per molti esperti del settore, è presto per esultare. Dato l’atteggiamento che in passato ha assunto la Casa Bianca sulle rinnovabili, per molti la nuova iniziativa potrebbe essere un ulteriore modo dell’amministrazione Trump per ridurre il sostegno al fotovoltaico, rallentando i progressi raggiunti sino ad ora. Dopo tutto la nuova mission 2030 arriva poco dopo la proposta di bilancio in cui sono stati tagliati di quasi il 70% i finanziamenti all’Ufficio per l’efficienza energetica e l’energia rinnovabile, che sorveglia il programma SunShot.

 

 

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