Transizione energetica europea, i cittadini possono fare la differenza

Il rapporto “Energy Atlas 2018” analizza lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Europa e avverte: entro il 2050, 125 milioni di cittadini potrebbero partecipare alla rivoluzione energetica

Transizione energetica europea

 

 

La transizione energetica europea è troppo lenta e pavida

(Rinnovabili.it) – Un futuro di rinnovabili al 100% è tecnicamente possibile ma la transizione energetica europea è troppo lenta e timida per raggiungere l’obiettivo. Sono queste alcune delle conclusioni riportate nell “Energy Atlas 2018”, rapporto sullo sviluppo delle fonti rinnovabili in Europa. Il documento, redatto dalla Heinrich Böll Foundation e dalla European Renewable Energies Federation, fa luce sui ritardi comunitari rispetto a quanto promesso da Bruxelles con la ratifica dell’Accordo di Parigi. E valorizza il ruolo dei cittadini all’interno della transizione energetica europea.

 

Malgrado l’enfasi con cui l’esecutivo europeo ha presentato il Pacchetto energia pulita per tutti, allo stato attuale l’Ue rimane fortemente dipendente dalle fonti fossili. Ogni anno i combustibili tradizionali ricevono circa 110 miliardi di sovvenzioni, mentre le risorse rinnovabili – i cui incentivi sono destinati a scomparire – ottengono oggi appena un terzo dell’aiuto. Per gli autori, di questo passo, molti Paesi “non raggiungeranno i loro obiettivi climatici”.

Parte del problema è la resistenza mostrata dal Consiglio dell’Unione europea, l’organo composto dai rappresentati degli Stati membri, che detiene assieme all’Europarlamento il potere legislativo: a ogni nuovo sforzo verde proposto da Strasburgo per il pacchetto energia, il Consilium ha risposto con “un’offerta al ribasso”. Uno dei casi più emblema tic riguarda proprio l’obiettivo delle rinnovabili sui consumi finali del 2030. Mentre gli eurodeputati vorrebbero portare il target al 35%, la posizione assunta dai ventotto chiede un misero 27%.

 

>>Leggi anche Target rinnovabili 2030 ed efficienza: Strasburgo ha deciso<<

 

La storia della transizione energetica europea è ancora giovane ma piena di futuro! Il punto di partenza è incoraggiante, ma gli attuali obiettivi paneuropei su efficienza e rinnovabili non sono sufficienti”, spiega una nota stampa. “L’Atlante energetico europeo presenta gli sviluppi in diversi paesi e offre una bussola unica per stabilire il percorso nei prossimi anni”. 

Secondo la Fondazione uno dei più grandi potenziali per il cambiamento è nelle mani dei cittadini. Dalle comunità energetiche ai singoli prosumer passando per le buone pratiche delle amministrazioni comunali, gli europei possono rendersi protagonisti della rivoluzione verde. Un dato già confermato nel 2016 dallo studio della società di consulenza CE Delft, secondo cui circa 264 milioni di “energy citizen” potrebbero coprire il 45% del fabbisogno di elettricità dell’UE entro il 2050.

“In Europa esistono approcci isolati sul fronte della partecipazione dei cittadini alla transizione energetica”, spiegano gli autori dell’Atlante. “Ma il potenziale è davvero alto: entro il 2050, 125 milioni di cittadini potrebbero partecipare alla produzione europea di energia eolica e solare. È importante impostare il giusto corso politico oggi”.


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