I passi indietro della transizione energetica italiana

Peggiora ancora una volta l’ISPRED, la misura delle tre dimensioni del sistema energetico: prezzi, emissioni, sicurezza

transizione energetica italiana
Foto di Johannes Plenio da Pixabay

 

Enea presenta il nuovo aggiornamento sulla transizione energetica italiana

(Rinnovabili.it) – L’Italia continua ad avere difficoltà nel disaccoppiare consumi energetici ed economia. A confermarlo è il nuovo rapporto trimestrale dell’ENEA sulla transizione energetica italiana. Il documento in questione aggiorna alla fine del primo semestre 2019 il cosiddetto ISPRED, la misura delle tre principali dimensioni del sistema energetico italiano: sicurezza, prezzi ed emissioni associate.

Il quadro che ne viene fuori mostra pochi punti rassicuranti, come spiega Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che coordina l’Analisi “Di queste tre variabili dell’indice solo la sicurezza ha segnato un andamento positivo (più 5 per cento) soprattutto grazie all’ampia disponibilità di materia prima sui mercati internazionali, mentre i prezzi e la decarbonizzazione registrano, rispettivamente, un meno 11 per cento e un meno 8 per cento andando a penalizzare l’indice”.

 

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Secondo le stime dell’Agenzia nazionale, nei primi sei mesi di quest’anno, i consumi di energia primaria si sono ridotti di circa l’1,5 per cento rispetto allo stesso periodo nel 2018. In termini di fonti energetiche primarie, invece, le fonti fossili risultano complessivamente invariate rispetto ai livelli del 2018, con l’aumento del gas di fatto compensato dalle riduzioni di solidi e petrolio. Di contro, le fonti rinnovabili sono risultate in leggero calo di circa il 2,5 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a causa del peggioramento dell’idroelettrico.

Di conseguenza le emissioni di CO2 sono risultate complessivamente sugli stessi livelli del 2018, sebbene, scrive l’ENEA, “il quadro macroeconomico e la situazione dei prezzi sui mercati energetici ed ambientali abbia aiutato la riduzione dell’intensità carbonica nella produzione di elettricità”

 

Altro dato degno di nota: i valori medi dei prezzi dell’energia al dettaglio si sono collocati tutti su valori maggiori di quelli di un anno prima, e nella gran parte dei casi tali aumenti sono risultati più elevati di quelli registrati in media nell’UE. “Per il consumatore domestico tipo, il prezzo dell’elettricità è costantemente aumentato nell’ultimo decennio, con un più 23 per cento nel I semestre 2019 rispetto al I semestre 2009 – ha aggiunto Gracceva – le imprese, invece, hanno iniziato a usufruire di una serie di cali e, da inizio del 2018, si stanno avvicinando alla media Ue, in particolare per quanto riguarda le industrie energivore, grazie agli sgravi introdotti dalla riforma degli oneri di sistema”.

 

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