BASF: la grande scommessa della chimica verde

Lo sviluppo della bioplastica, anche grazie alla spinta della normativa italiana sui sacchetti, sta creando nuove opportunità di business

BASF: la grande scommessa della chimica verde

 

(Rinnovabili.it) – E’ impossibile parlare di chimica mondiale senza pensare alla Basf, il colosso multinazionale leader del settore.  Come è impossibile parlare di chimica verde, nonostante le interessanti perfomance di alcuni marchi italiani, senza raccogliere la visione strategica che questa azienda ha per il nuovo settore.

Ne parliamo con Daniel Campo, responsabile commerciale Gruppo BASF Italia.

 

Mauro Spagnolo: La Basf vanta 150 anni di impegno nei prodotti chimici. Quali novità state presentando sul mercato italiano?

Daniel Campo: Quella che riteniamo più interessante si chiama ECOVIO. Si tratta di un prodotto già sul mercato dallo scorso anno. Un biopolimero, a base naturale, completamente compostabile. Un prodotto ideale, grazie alla recente normativa italiana, per essere utilizzato nella realizzazione dei sacchetti in plastica, grazie alla sua capacità di essere, come dicevo, completamente compostabile.

 

MS: Oltre ai sacchetti per la spesa, Ecovio è utilizzato per realizzare altri prodotti….

DC: l’Ecovio può essere utilizzato anche per produrre i teli usati nel mondo dell’agricoltura. Cioè quei teli che vengono stesi sui campi coltivati per proteggere, dopo la semina, lo sviluppo delle piantine dagli agenti atmosferici e che, successivamente, si  compostano naturalmente.

 

 

MS:  E’ possibile avere delle percentuali su quanto i vostri prodotti derivano dal petrolio e quando dalla chimica verde?

DC: I prodotti che provengono dalla chimica verde costituiscono ancora una nicchia molto piccola, direi circa l’1% o il 2 % del totale. Vorrei sottolineare che la nostra azienda è, nel settore della chimica, la prima al mondo – fatturiamo 76 miliardi di euro – e i prodotti sono tanti e di diverse tipologie.  Quindi dal punto di vista della produzione da materie bio, la tecnologia non è ancora così avanzata come per la chimica tradizionale.  C’è poi il problema: da dove arrivano le fonti?  Perché alcune sono vegetali e per questo non è così facile reperire la materia prima sufficiente per alimentare impianti così grandi come i nostri.  Sono però sicuro che nei prossimi anni il settore della bioplastica si svilupperà notevolmente. Qui in Italia lo stiamo vedendo con la Eni Versalis, che sta sviluppando nuovi prodotti, ma lo facciamo anche noi a livello globale.   Con il tempo si svilupperà la tecnologia e la disponibilità delle fonti vegetali.

 

MS: Parliamo appunto di tempi.  Può dirmi quando prevedete un’affermazione sul mercato italiano di questi prodotti in bioplastica e quale quota di mercato potranno coprire?

DC: Strategie chiare su quanto realizzeremo da base bio, a livello globale, non credo che esistano. Ciò che le posso dire è che la nostra mission si basa su una convinzione: “crea chimica per un futuro sostenibile”. Questa convinzione costituisce la nostra visione del futuro e si concretizza nel prevedere una quota importante di investimenti in ricerca – circa 2 / 3 miliardi di euro all’anno – di cui una parte importante sarà sempre più indirizzata allo sviluppo di prodotti in linea con la sostenibilità e da fonte bio.

Articolo precedenteEolico offshore: la Francia prepara il bando 2015
Articolo successivoLITER OF LIGHT: la tecnologia che illumina gli angoli bui del mondo

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!