Quando la biomimesi sfama il pianeta

    Ecco i tre progetti vincitori del Biomimicry Global Design Challenge 2016, gioielli di biomimesi al servizio dell’agricoltura e della catena del cibo

    Quando la biomimesi sfama il pianeta

     

    (Rinnovabili.it) – I trucchi più raffinati di piante e animali messi al servizio dell’agricoltura. È questo il tema che ha impegnato per 2 anni più di 86 team di designer e architetti provenienti da 18 paesi, che si sono sfidati al Biomimicry Global Design Challenge. Al centro della competizione stanno le potenzialità della biomimesi applicata all’intera catena del cibo, dai rifiuti al packaging, passando per le alternative ai pesticidi, la distribuzione lungo la catena logistica, l’energia impiegata in fase di produzione. Adesso i 50 giudici – tra cui biologi, imprenditori, agronomi – hanno decretato i progetti vincitori. Ecco i primi 3 classificati.

     

    Le arguzie di Socotra

    L’ispirazione arriva dai licheni, dagli scarafaggi e dalle meravigliose e stranianti rose del deserto di quest’isola al largo del Corno d’Africa. Il risultato è Stillæ, un dispositivo che cattura l’acqua e la stocca, pensato per quelle zone in cui siccità e carestie colpiscono maggiormente la popolazione. Il meccanismo del tronco rigonfio delle rose e l’abilità dei licheni nell’assorbire umidità dall’aria, anche in assenza di precipitazioni per lunghi periodi, hanno fornito la base per il dispositivo, che imita la capacità degli insetti locali per catturare l’acqua direttamente dall’aria, tramite delle specie di lame (alimentate da fotovoltaico).

     

    Quando la biomimesi sfama il pianeta

    Un’alveare per il compost

    Al secondo posto una compostiera aerobica ad uso domestico ispirata alla struttura dell’alveare. Per mitigare gli effetti delle tonnellate di rifiuti urbani, il team dell’Università di Tunghai, Taiwan, ha creato questo dispositivo ispirandosi anche al sistema respiratorio delle blatte, alla circolazione dell’aria nei nidi di termiti e alla struttura dei bozzoli degli insetti.

     

    La biomimesi tiene al fresco il pranzo

    Mantiene fresco il pranzo e evita gli sprechi l’EcoFruitainer creato dal team dell’Università Panamericana di Città del Messico. La corteccia degli alberi è stata presa a modello per il sistema di raffreddamento interno e per garantire il ricircolo d’aria. La biomimesi è protagonista anche per l’esterno del contenitore: imita la capacità di riflettere la luce tipico delle ali delle farfalle. È interamente fatto di materiali riciclati e non ha bisogno di elettricità per funzionare.

    Articolo precedenteCon il riciclo dei RAEE evitati 2.9 mln di tonn di CO2
    Articolo successivoL’eolico offshore non è mai stato così economico

    LASCIA UN COMMENTO

    Per favore inserisci il tuo commento!
    Per favore inserisci il tuo nome qui

    Leave the field below empty!