Rivestimento in legno bruciato per la casa passiva anti-inondazione

    Grazie ad una speciale tecnica giapponese, la piccola casa passiva è rivestita con pannelli in legno di cedro bruciato, limitando la manutenzione ed assicurando un ridotto impatto ambientale.

    Casa passiva e legno bruciato

     

    (Rinnovabili.it) – Lungo le sponde del tortuoso fiume Geul, nel South Limburg (Paesi Bassi), è stata appena completata la prima casa passiva in legno capace di resistere alle esondazioni.

     

    Casa passiva 5E’ il legno “bruciato” il principale protagonista della piccola Casa Passiva ecosostenibili progettata dagli architetti di Upfrnt e collocata nell’incontaminato paesaggio del fiume Geul.

    Si tratta di una particolare tecnica giapponese, la Shou-Sugi-Ban, che prevede di bruciare superficialmente i pannelli di rivestimento in legno di cedro, trasformandoli in una superficie completamente sigillata che elimina quasi completamente ogni tipo di manutenzione o riparazione.

    Per proteggersi dalle ripetute esondazioni del vicino fiume Geul, la piccola Casa Passiva è trasformata in una sorta di palafitta, sollevando l’intera struttura su pali in quercia rinforzata alti più di un metro.

     

     

    Rivestimento in "legno bruciato" per la casa passiva anti-inondazione

     

    Lo speciale rivestimento esterno delle pareti, la coibentazione naturale, i tripli vetri ad alte prestazioni e le numerose tecnologie sostenibili applicate all’abitazione, la trasformano in un eccellente esempio di progettazione passiva, riducendo al minimo le emissioni nocive della costruzione.

     

    I componenti della casa Passiva di South Limburg, sono stati prefabbricati nella vicina Amsterdam, limitando in loco il solo assemblaggio, questo ha permesso di ultimare la costruzione in soli tre mesi, abbattendo ulteriormente l’impatto ambientale della costruzione.

    Per non compromettere il contesto naturale nel quale si inserisce, l’edificio è completamente autonomo nei consumi energetici grazie all’impianto solare posto sulla copertura, mentre un sistema di trattamento e filtraggio permette di purificare le acque reflue fino a renderle potabili, prima di reimmetterle nel fiume.

     

    Articolo precedenteEmissioni aerei, l’UE ridimensiona gli obblighi per l’aviazione
    Articolo successivoLe ondate di calore sono finite? Sì, ma raddoppieranno entro il 2020