Il futuro dell’edilizia tra digitalizzazione e nuovi materiali

    Il Convegno “I nuovi traguardi dell’edilizia fra sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica”, organizzato dalla Camera di commercio di Roma, da ACER e da Rinnovabili.it, ha coinvolto esperti dell’intera filiera

    ediliziaEdilizia 4.0 significa costruire sfruttando nuovi strumenti digitali, finanziari, progettuali in linea con un approccio di economia circolare

     

    (Rinnovabili.it) – Dalla progettazione al cantiere, passando per gli strumenti di sostegno finanziario e i materiali innovativi: il convegno “I nuovi traguardi dell’edilizia fra sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica”, tenutosi ieri presso ACER – Associazione Costruttori Edili di Roma e Provincia, ha offerto una panoramica a 360° sul futuro del settore in Italia.

     

    Un comparto al bivio: come ha ricordato il direttore di Rinnovabili.it, Mauro Spagnolo, moderatore dell’incontro, negli ultimi anni, crisi economica e scarsa produttività hanno determinato la perdita di circa 600 mila posti di lavoro in Italia e la chiusura di oltre 100 mila aziende; d’altra parte si fanno sempre più forti le voci di produttori, enti, start up e costruttori che provano a rilanciare il settore puntando su digitalizzazione e innovazione di processi e materiali: “Oggi ci incontriamo per parlare di edilizia 4.0 – ha esordito Giorgia Gorgerino, vice presidente ACER – E’ l’unica maniera che abbiamo per rimanere sul mercato”.

     

    Si parte prendendo in rassegna le possibilità di finanziamento per interventi di efficientamento energetico e sismico: “La Legge di bilancio del 2017 consentiva a imprese e condomini di ricevere un credito d’imposta per rendere gli edifici meno energivori – spiega l’ingegner Rudy Girardi, vice presidente ANCEDa uno studio interno, abbiamo calcolato che ci vorrebbero 33,5 miliardi per rendere gli edifici efficienti a livello energetico. Il nostro Paese, inoltre, si trova in zona sismica: secondo i nostri calcoli servirebbero 105 miliardi di euro per mettere in sicurezza gli edifici a rischio sismico. Si tratta, quindi, di una norma interessante, ma difficilmente accessibile per i cittadini“.

    Per questo l’ANCE, in collaborazione con Deloitte, ha sviluppato una piattaforma che consente di monetizzare il credito d’imposta: le imprese o i condomini possono stipulare un accordo con un Ente terzo che acquisisce il credito (in genere tra il 70 e l’85% della spesa totale) e lo restituisce entro 3-15 mesi.

    “Nel nostro modello, l’impresa è al centro dello schema– ha spiegato l’ingegner Girardi – intorno ci sono professionisti, banche, produttori di materiali. Ridare un ruolo centrale all’impresa è determinante per rilanciare il settore”.

     

    Sulla stessa scorta, Vanda Mastromanno (Omniaservizi) e Angelo Spena, della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Tor Vergata, hanno presentato il Fondo nazionale per l’efficienza energetica lanciato dal MiSE: uno strumento finanziario da 310 milioni di euro gestito da Invitalia rivolto alle piccole e medie imprese e alla Pubblica Amministrazione.

     

    Investimenti necessari soprattutto per la digitalizzazione dell’edilizia, come sostiene Francesco Ruperto, della Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza: “Il settore è cresciuto appena dell1% negli ultimi 20 anni, in controtendenza rispetto a qualsiasi altro comparto – ha spiegato il professor Ruperto – Colpa della scarsa collaborazione tra committenza, progettisti, imprese. Per ogni progetto si ricomincia da capo, senza scambio d’informazioni, aumentando tempi e costi di realizzazione. Di qui la necessità di investire in risorse come il BIM (Bulding Information Modeling, ndr)”.

    Nell’ottica di Ruperto, il BIM dovrebbe diventare una risorsa di analisi dati per il progettista, uno strumento di ottimizzazione della spesa per il committente, un mezzo per rendere più efficiente il luogo di lavoro, quindi il cantiere, per le imprese.

     

    Il potenziale della progettazione 4.0 è evidente nel progetto Solar Decathlon, le olimpiadi di architettura svolte a Dubai lo scorso anno, a cui ha partecipato un team di studenti dell’Università La Sapienza guidati dal professor Marco Casini. Obiettivo del contest: realizzare il miglior prototipo in scala reale dell’abitazione del futuro. Il prototipo è stato progettato e costruito a Roma in circa 2 anni di lavoro, per poi essere smontato, trasportato in 40 container e rimontato a Dubai in 15 giorni (con l’aiuto dei soli studenti coinvolti, circa 100 da 3 facoltà della Sapienza, in 30 alla fase finale negli Emirati).

    “E’ stato interessante progettare l’abitazione del futuro con i ragazzi che saranno i progettisti del futuro– ha spiegato il professor Casini – Così come molto proficua è stata la collaborazione con il mondo delle imprese, che è un po’ il cuore del contest”.

    Il progetto, chiamato ReStart 4 Smart, ha portato alla costruzione di un’abitazione ad altissima efficienza energetica, capace di produrre il 60% di energia in più rispetto al fabbisogno giornaliero e di recuperare il 50% delle acque utilizzate, modulare, interconnessa alla Rete e dotata di sistemi domotici innovativi.

     

    Sulla stessa scia, Guglielmo Carra, consulente ARUP, ha raccontato l’esperienza della 3D Housing 05, la prima casa in pannelli di cemento prefabbricati tramite stampa 3D presentato allo scorso Salone del mobile di Milano: “Così come si stanno costruendo strumenti di analisi digitale in fase progettuale, come ARUP pensiamo che si debbano sviluppare sistemi di costruzione digitale per la fase realizzativa, di cantiere – ha spiegato Carra – In occasione del Salone del mobile 2018 abbiamo progettato e realizzato un edificio direttamente in una piazza centrale di Milano grazie a una macchina di stampa 3D capace di estrudere cemento”.

    Un edificio modulare in cui la velocità di esecuzione della stampa 3D (per realizzare i 100 metri quadri della casa sono state necessarie appena 48 ore di lavoro effettivo), si unisce al contenimento nello spreco di materiali.

    “Ci stiamo impegnando per inserire queste tecnologie, come ad esempio un robot-stampante 3D che si muove su cingoli, direttamente in cantiere– ha concluso Carra – Entro i prossimi 5 anni simili innovazioni avranno già acquisito una fetta consistente del mercato”.

     

    >>Leggi anche Case in legno: la bioedilizia italiana sconfigge la crisi<<

     

    Il secondo panel d’interventi ha visto protagonisti alcuni dei più innovativi produttori di materiali e servizi legati al settore dell’edilizia: dai dispositivi per rendere intelligenti i sensori tradizionali sviluppati dalla Start Up ONYAX fino alle biopiastrelle derivate da olio di soia e integrabili con dispositivi IoT (Internet of Things) dell’azienda pugliese Mosaico Digitale di Salvatore Pepe.

     

    edilizia roma

     

    Tra gli innovatori anche il giovanissimo Daniele Nora, co-fondatore di RECO2, Start Up del frusinate che ricicla scarti di vetro e acciaio da diverse filiere produttive e ottiene pavimenti e rivestimenti tramite la combinazione di reazioni chimiche ed essicazione a basse temperature (i rivestimenti sono “cotti” a circa 80° C, molto meno rispetto ai quasi 1.000 necessari alla cottura del gres porcellanato).

     

    Nuovi metodi di approcciarsi alla costruzione, anche a quella più tradizionale: come con le tamponature ecosostenibili sviluppate da PROBE, presentate da Marco Vailati, che inserisce speciali giunti in plastica riciclata tra i blocchi in laterizio così da permettere la dissipazione delle forze sismiche senza il crollo di elementi non strutturali.

     

    O ancora, migliorie di percorsi intrapresi da tempo, come da 12 anni prova a fare Green Utility, società di soluzioni impiantistiche integrate cui è stata affidata la copertura fotovoltaica della Nuova Fiera di Roma e della Fiera di Rimini (attualmente il più grande impianto integrato in Italia): “Se una decina d’anni fa ottenevamo appena il 20% di energia da fonte rinnovabile nell’impianto della Fiera di Roma, adesso tutti i nostri progetti puntano al 100% –ha spiegato Giulio Marconi, co-fondatore di Green Utility – Un risultato raggiungibile solo grazie alla combinazione tra sistemi di riduzione d’energia e produzione da fonti rinnovabili”.

     

    Una necessità d’integrazione tra materiali, informazione, progettazione che si ritrova anche nell’esperienza di Tecnorad, azienda italiana con sede a Roma specializzata in soluzioni per smart city/bulding, che sfrutta la rete Lorawan per monitorare via radio impianti come la pubblica illuminazione, ottimizzandone consumi e manutenzione, e integrando strumenti di controllo site specific.

     

    Testimonianze trasversali di un settore che può e sa come rilanciarsi: se da una parte tutti gli interventi hanno sottolineato la necessità di investimenti e di una maggiore vicinanza del comparto pubblico, le esperienze raccontate durante l’incontro sono tutte accomunate da una spinta coraggiosa verso l’innovazione perché, come ha ricordato in chiusura Francesco Musacchio di Tecnorad: “La paura d’investire non è conciliabile con l’edilizia 4.0”.

     

    >>Leggi anche Dignità dei materiali, progettazione e riuso: le chiavi dell’economia circolare in edilizia<<

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