Edilizia scolastica, bocciata in sicurezza antisismica ed efficienza

    I certificati di collaudo statico e di idoneità statica, sono posseduti solo da 1 scuola su 2. Mentre le scuole costruite secondo i criteri della bioedilizia non arrivano all’1%

     

    Edilizia scolastica, bocciata in sicurezza antisismica ed efficienza

     

    (Rinnovabili.it) – Efficienza energetica e sicurezza antisismica sono le materie in cui la scuola italiana continua ad accumulare “debiti formativi”. Nonostante in questi anni siano stati messi in bilancio fondi e finanziamenti per l’edilizia scolastica, i progressi raggiunti finora non solo non soddisfano, ma preoccupano. Solo metà delle scuole italiane possiede certificati di collaudo statico e di idoneità statica e dal punto di vista del risparmio energetico sono ancora lontane dagli standard di sostenibilità

     

    A fornire il quadro puntuale della situazione nazionale è XVII Rapporto Ecosistema Scuola di Legambiente, presentato oggi a Roma  L’indaginerealizzata su un campione di quasi 6mila scuole dei capoluoghi di provincia  – rivela che che il 65,1% delle scuole è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974 e il 90,4% prima della legge in materia di efficienza energetica (1991).

    A ciò va aggiunto che il 40% degli istituti si trova in aree a rischio sismico e il 3% in aree a rischio idrogeologico. Sul fronte della sicurezza antisimica, anche se cresce la percentuale media degli edifici che hanno effettuato verifiche di vulnerabilità sismica, che passa da circa il 25% dello scorso anno al 31%, rimane troppo bassa la media nazionale di quelli costruiti secondo criteri antisismici, meno del 13%.

     

    La situazione non migliora se si prendono in considerazioni i criteri ambientali ed energetici: le scuole costruite secondo i criteri della bioedilizia non arrivano all’1% rispetto al campione d’indagine, e quelle che utilizzano fonti di energia rinnovabile sono il 16,6% (con il Sud che presenta risultati migliori rispetto al Nord).

     

    “Le scuole italiane – ha dichiarato Rossella Muroni, presidente di Legambiente – possono e devono diventare un grande cantiere di innovazione diffusa, uscendo così da una situazione di arretratezza e insicurezza, di sprechi in bolletta, per restituire alle città e agli studenti spazi sicuri e adatti a una moderna didattica”.

     

    Quest’anno a conquistare il podio della classifica è Piacenza, che spodesta Trento (3°) e primeggia su Parma (2°) grazie a dati di eccellenza legati alla sicurezza, alla riqualificazione degli edifici ma anche alle buone pratiche relative alla mobilità. Piacenza vanta tra l’altro 15 linee di pedibus che coinvolgono 7 scuole cittadine, aree di sosta di fronte le scuole e attraversamenti pedonali. L’87% delle mense scolastiche offrono pasti bio e prodotti di origine controllata come IGP e DOP, la metà degli edifici utilizza energie alternative  e il comune di Piacenza vanta una scuola in classe A. Secondo posto in graduatoria per Parma, che torna dopo due anni di assenza dimostrando il suo impegno investendo mediamente per edificio nella manutenzione ordinaria (€ 157.976) e dotando tutte le scuole di certificazioni di collaudo statico, agibilità, prevenzione incendi e impianti elettrici a norma.

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