Architettura a energia zero, Singapore va a lezione di NZEB

    Un tetto fotovoltaico con 1.200 pannelli, l’attenzione per l’efficienza energetica e un design che favorisce la ventilazione naturale: il nuovo complesso dell’Università di Design di Singapore sarà pronto nel 2019

    Architettura a energia zero, Singapore va a lezione di NZEB

     

    (Rinnovabili.it) – “Una delle sfide principali per l’industria dell’edilizia a Singapore e in tutto il mondo è quella di ridurre in modo strategico il consumo di energia e le emissioni di CO2, e quindi puntare su greenbuilding e design sostenibile”. Così si pronunciava il professor Lam Khee Poh lo scorso agosto, in partenza per un incontro internazionale sull’architettura sostenibile, appena un mese dopo essere diventato rettore della Scuola di Design e Ambiente (SDE) dell’Università statale di Singapore. Detto fatto, verrebbe da pensare. La sua università infatti ha appena presentato il progetto per il quarto blocco del complesso: sarà uno NZEB, cioè un edificio a energia zero che produce tanto quanto consuma.

    Il nuovo complesso net-zero energy, che vedrà la luce nel 2019, porta la firma dello studio Serie Architects in collaborazione con Multiply Architects di Singapore. Cinque piani occupati dai vari dipartimenti, aule studio, biblioteche, zone relax, sale conferenze, ma anche laboratori di ricerca e uno dedicato alla stampa 3D. I vertici dell’università, durante la cerimonia di presentazione del progetto, hanno parlato di un laboratorio vivente, dove gli studenti vivono in prima persona e sperimentano ciò che sentono dai docenti a lezione.

     

    Dal punto di vista energetico, il complesso produrrà tutta l’elettricità di cui ha bisogno grazie a 1.200 pannelli solari posizionati sul tetto della struttura. Ovviamente si accompagnano ad altre necessarie caratteristiche di un edificio NZEB, soprattutto per quanto riguarda l’efficienza energetica. In particolare, il progetto punterà molto sulla ventilazione naturale. L’approccio al raffrescamento è ibrido, ma la facciata porosa è studiata per sfruttare le correnti d’aria fresca e ridurre al minimo l’uso dell’impianto di condizionamento, permettendo inoltre alla luce naturale di filtrare all’interno. Particolare di spicco è il vasto tetto che sporge rispetto alla base dell’edificio, in modo da schermare anche i piani inferiori dalla luce solare diretta nelle ore più calde.

    “In quanto scuola di design con un’enfasi sulle tecnologie per l’efficienza energetica – commentano gli architetti – questo edificio deve incorporare i principi che sposa e essere di esempio per gli studenti, la facoltà e la più vasta comunità di designer”.

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