eVolo Skyscraper 2016 premia i grattacieli del futuro

L’edizione 2016 di eVolo Skyscraper premia i grattacieli più visionari. Tra droni, server farm e facciate riflettenti, ecco le nuove tendenze dell’architettura

(Rinnovabili.it) – Arriva all’11° edizione la competizione che premia i grattacieli campioni di innovazione ed efficienza. Un nuovo uso dei materiali, una relazione innovativa tra spazio costruito e ambiente naturale, una rivoluzionaria concezione dell’architettura verticale: questi i criteri alla base del premio eVolo Skyscraper, che anche quest’anno ha raccolto decine e decine di proposte davvero visionarie.

Nel corso degli anni il concorso di eVolo Skyscraper ha sempre rispecchiato i tempi e l’evolversi del mondo dell’architettura, progressivamente sempre più interessato alle questioni riguardanti l’efficienza, la sostenibilità e la qualità costruttiva. L’edizione 2016 non fa eccezione. Tra i progetti che hanno ricevuto menzioni speciali figurano grattacieli che purificano l’aria, che favoriscono le precipitazioni nelle regioni più secche del pianeta, che impediscono alle città di sprofondare. Ma ad aggiudicarsi il podio sono una radicale rilettura di Central Park con un grattacielo orizzontale, una torre per droni e una server farm verticale.

 

1° premio – New York Horizon

eVolo Skyscraper 2016 premia i grattacieli del futuro

 

Sul gradino più alto salgono gli statunitensi Yitan Sun e Jianshi Wu con New York Horizon. I due architetti immaginano di ribaltare il tradizionale rapporto tra paesaggio e architettura creando un enorme grattacielo orizzontale che circonda interamente Central Park. Alto 300 metri più 30 m di piani sotterranei, New York Horizon ha una superficie complessiva di oltre 18 km2, vale a dire circa 80 volte maggiore dell’Empire State Building.

In questo modo il progetto si propone di rendere fruibile il più esteso parco cittadino alla maggior quantità possibile di abitanti. Con una particolarità: non è il grattacielo che si staglia ma il parco che viene scavato, riportando così in superficie il substrato originario, composto da rocce e ad andamento ondulato, del suolo di Manhattan. E il grattacielo è dotato di una facciata continua interna riflettente, che restituisce il paesaggio circostante.

 

2° premio – The Hive

http://www.rinnovabili.it/greenbuilding/evolo-skyscraper-2014-i-grattacieli-piu-visionari-ed-ecofriendly-567/

 

I droni stanno letteralmente colonizzando qualsiasi branca dell’attività umana: dalla consegna postale ad aziende come Amazon, dal cinema alla mappatura del terreno, passando per gli 007 e gli eserciti. Una tendenza che non accenna a frenare. Così i droni saranno con tutta probabilità sempre più presenti nella nostra vita quotidiana negli anni a venire. Ma proprio qui nasce un grosso problema. I droni sono già troppi, lo saranno sempre di più e in qualche modo bisognerà mettere regole e paletti.

Qui intervengono Hadeel Ayed Mohammad, Yifeng Zhao e Chengda Zhu con il loro The Hive. Un “alveare” per droni, un’infrastruttura che diventerà quanto mai necessaria. In pratica si tratta di una torre che ha lo scopo di integrare la nuova tecnologia nella vita di tutti i giorni di New York. Il grattacielo è una torre di controllo per droni, tanto privati quanto ad uso commerciale, dove sono alloggiate anche piste d’atterraggio e stazioni di ricarica. Queste piste formano una facciata vivente: quanto il drone è in fase di discesa di aprono orizzontalmente, per poi ritirarsi in posizione verticale una volta atterrato il velivolo.

 

3° premio – Data Tower

Hadeel Ayed Mohammad, Yifeng Zhao, Chengda Zhu

 

Entro la fine del 2016 il traffico globale di internet supererà la soglia dello zettabyte: cioè un triliardo di byte, un numero con 21 zeri. E nel 2019 questa cifra è destinata a raddoppiare, arrivando a ben 2 ZB. I dati proliferano. Dove li possiamo conservare? E’ partito da questa domanda il team italiano composto da Valeria Mercuri e Marco Merletti che ha progettato una torre per server da collocare nella gelida Islanda.

Oggi il problema principale delle server farm, osservano gli architetti, è legato al consumo di energia: per raffreddare le macchine ne serve moltissima. E questo aumenta esponenzialmente la loro impronta ecologica. Perciò la scelta dell’Islanda: non solo per il clima, ma soprattutto per l’abbondanza di fonti di energia rinnovabili.

Così la server farm verticale è un grattacielo green che abbandona i combustibili fossili per essere alimentato e raffreddato solo da geotermico e idroelettrico. La torre presenta una facciata cilindrica modulare dove sono alloggiati i server, mentre l’interno è vuoto: uno spazio che serve sia per la manutenzione che per la ventilazione. L’aria calda in eccesso può essere impiegata per riscaldare le abitazioni delle città vicine.

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