Living Building Challenge, quando il greenbuilding sbatte contro le leggi

    Entro il 2020, la città punta a realizzare un edificio pubblico di oltre 4.500 mq, dedicato a diversi servizi alla popolazione, che rispetti le esigenti regole della certificazione green Living Building Challenge

    Living Building Challenge, quando il greenbuilding sbatte contro le leggi

     

    (Rinnovabili.it) – Santa Monica prova da qualche anno a rilanciare la già alta reputazione green della California con un progetto unico nello Stato per estensione e sostenibilità ambientale, ma continua a sbattere contro una legislazione che non aiuta il greenbuilding. Entro il 2020, la città punta a realizzare un edificio pubblico di oltre 4.500 mq, dedicato a diversi servizi alla popolazione, che rispetti le esigenti regole della certificazione green Living Building Challenge.

    Non solo viene richiesto un edificio a energia zero e con un consumo di acqua net-zero, ma tutta l’energia necessaria a soddisfare il fabbisogno dell’edificio deve provenire esclusivamente da fonti sostenibili. Questo scontro tra norme vigenti e standard più avanzati di architettura sostenibile è un problema che sta rallentando il progetto e rappresenta una sfida da affrontare al più presto in futuro.

    Un problema comune anche ad altri edifici all’avanguardia, come il Bullitt Center di Seattle (anche questo certificato Living Building): nonostante disponga di un complesso sistema di raccolta, filtraggio, trattamento e riciclo delle acque (reflue e piovane), le norme dello Stato di Washington impediscono ad un edificio di staccarsi dall’acquedotto municipale. Così il Bullitt Center continua a usare l’acqua comunale, anche se potrebbe tranquillamente farne a meno.

     

    Living Building Challenge, quando il greenbuilding sbatte contro le leggi
    Il Bullitt Center di Seattle

    Anche a Santa Monica potrebbe verificarsi lo stesso intoppo: in teoria una legge californiana permette che i sistemi di raccolta dell’acqua piovana in sito vengano impiegati per la fornitura di acqua potabile, in pratica fino ad ora il permesso è sempre stato negato. Per questo motivo, l’idea non è tanto quella di trovare il modo di incunearsi tra le pieghe delle leggi californiane, quanto piuttosto quella di coinvolgere l’intera città nel progetto, modellando i regolamenti secondo le esigenze del Living Building.

    In prospettiva, quindi, l’obiettivo di avere un bilancio di consumo di acqua positivo verrà fatto proprio da Santa Monica con una serie di iniziative: installazione di dispositivi per il risparmio dell’acqua, investimenti nelle toilette compostanti che usano una frazione minima dell’acqua necessaria per i servizi tradizionali e producono compost da impiegare, ad esempio, per il verde pubblico. Un buon inizio, ma la strada resta in salita.

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