Schiuma isolante di legno, l’ultimo traguardo degli eco materiali

    Da Francoforte arriva la schiuma isolante di legno che può competere con il polistirene. Questo materiale 100% naturale segna una svolta nel greenbuilding

    Schiuma isolante di legno, l’ultimo traguardo per le costruzioni green

     

    (Rinnovabili.it) – Isolare adeguatamente l’involucro degli edifici è una delle regole d’oro del greenbuilding. Purtroppo la scelta di isolanti ecocompatibili è ancora molto ridotta se confrontata con la varietà dei loro fratelli chimici ed inquinanti, se poi vogliamo evitare la lana di pecora ed optare per un isolante vegano, la rosa si stringe ancora. Da Francoforte però arriva la schiuma isolante di legno, il primo sistema sostenibile per isolare le pareti sotto forma di schiuma, che può essere smaltito insieme alla carta straccia.

    Questo materiale leggero, efficiente e completamente naturale è stato inventato nei laboratori del Fraunhofer Institute for Wood Research, uno dei poli di ricerca più importanti d’Europa per quanto riguarda le nuove tecnologie del legno. La Wood foam grazie alla composizione lignocellulosa riesce a resistere egregiamente agli urti e può essere utilizzata anche per gli imballaggi, che oggi rappresentano il 50% del volume dei rifiuti in discarica.

     

    Il procedimento per produrre la schiuma isolante di legno

    Per ottenere la preziosa Wood Foam si utilizzano gli scarti del legno – conifere e latifoglie – di tutte le dimensioni, che vengono finemente triturati e possono essere miscelati anche a canapa, paglia o altri materiali a base di cellulosa. Il composto una volta essiccato è caratterizzato da prestazioni che possono essere paragonate a quelle del polistirene. Un pannello di schiuma isolante di legno di faggio ha una conducibilità termica di circa 0,032/0,040 W/mK – la verifica è ancora in corso quindi dal centro di ricerca ancora non possono fornire valori precisi -. La resistenza a compressione – misurata al 10% – che oscilla tra i 0,02 N /mmq a 0.82 N/mmq, permette lavorazioni come taglio e fresatura.

     

    Per ottenere la Wood Foam non vengono utilizzate sostanze chimiche leganti e la coesione tra le particelle legnose avviene esclusivamente grazie ai punti di forza vincolante del legno che si attivano durante il processo di fabbricazione. La ricetta quindi per ottenere la schiuma isolante di legno prevede solamente l’utilizzo di due ingredienti: legno ed aria, questa caratteristica rende la Wood Foam molto più attraente delle schiume polimeriche di sintesi.

     

    Schiuma isolante di legno, l’ultimo traguardo per le costruzioni green

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    13 Commenti

    1. Se dovesse avere un ritorno economico appetibile, scatenerebbe ulteriore deforestazione, così come succede con il pellet. Dapprima si fa con gli scarti, poi….
      Tra l’altro, cosa c’è di anti-vegano nella lana di pecora? Non si deve mangiare e non si uccide la pecora per ottenerla. E’ uno scarto “vero”, da quando altre fibre l’hanno soppiantata.

    2. Solite invenzioni del Fraunhofer. Quant i materiali e tecnologie sono state sviluppate da questi istituti sparsi per la Germania, peccato che poi non si trovi mai un imprenditore interessato a “mettere in linea” e produrre queste invenzioni su scala di volumi importanti da immettere nel mercato e ad un costo accessibile.

    3. Se è paragonabile al polistirene la sua conducibilità termica non saràdi circa 0,32/0,40 W/mK, ma forse di 0,032/0,040 W/mK.
      o ha preso una cantonata il tipografo o l’ha presa l’autore dell’articolo (non vorrei fossero giusti i valori e sbagliato il paragone col polistirene).

    4. “la coesione tra le particelle legnose avviene esclusivamente grazie ai punti di forza vincolante del legno che si attivano durante il processo di fabbricazione” mi pare una frase degna di Wanna Marchi !

    5. Non bisogna essere prevenuti e si devono approfondire le fonti, prima di formare un’idea a proposito (e non è necessario poi esprimerla, se non è costruttiva).

      Per i dati corretti della conducibilità termica dichiarata, basta cliccare sul link nel testo:
      “Due to their pore structure, wooden foams have a low bulk density. Foams made from beech wood, for example, can be specifically produced within a density range of between 45 kg/m³ and 280 kg/m³. The comparatively pressure-resistant, dimensionally stable foams with compressive strengths (at 10 percent compression) of 0.02 N/mm2 to 0.82 N/mm² can, just like other wood-based materials, be easily mechanically-processed through sawing, milling, etc. The thermal conductivities lie approximately between those of polystyrene (0.032 W/mK to 0.040 W/mK) and wood-fiber insulation boards (0.040 W/mK to 0.052 W/mK); a verification of the values ​​is still pending.”

      Per quanto riguarda la coesione “naturale” a priori non si può pregiudizialmente negare, in quanto la fibra di legno contiene linfa e resine che hanno un potere collante; la fibra in sé, per geometria, tende ad incastrarsi l’un l’altra; per cui si tratta solo di capire se la resistenza ottenuta dal processo di trasformazione sia effettivamente all’altezza o sia da considerare semplicemente come un buon isolante senza una resistenza meccanica forte, come la lana di roccia.

      Sul problema del disboscamento, politiche di riforestazione sono sostenibili, mentre lo smaltimento dei rifiuti, oltre all’inquinamento dato dal processo di lavorazione del petrolio, non lo è e crea molti più problemi che il taglio degli alberi.

      È la politica a dover regolamentare il disboscamento per il riscaldamento, che produce tra l’altro molto più inquinamento rispetto al gas. Mentre la tecnologia e la ricerca non devono essere frenati da pregiudizi o da disincentivi.
      Non facciamo i vecchi ignoranti. Siamo già intasati di discariche.

      • Oltretutto per ottenere questa schiuma di legno non c’è bisogno che ma materia prima abbia una forma particolare come invece richiede la fabbricazione di travi e assi di legno. Si potrebbero usare singole parti di un albero senza doverlo abbattere

    6. Sulla valore della conducibilità la “cantonata” non l’ hanno presa nè il tipografo nè l’ autore….L’ ha presa Marco, che forse ha letto troppo in fretta l’ articolo, dove è scritto chiaramente il valore giusto 0,032/0,040 W/mK (ma anche alll’ Osservatore, dalla risposta che ha dato, pare essere sfuggito).
      Precisazione che spero sia utile solo come invito a correre meno ed a riflettere di più…

      • Buongiorno, l’articolo è stato corretto dopo l’osservazione di Marco. Abbiamo verificato e corretto dopo aver ricontrollato la fonte.

    7. Il commento equilibrato di osservatore lascia in ombra un aspetto non chiarito: il costo del pannello in produzione.La materia prima non ha in teoria costi di processo ma solo di trasporto e, dunque, il materiale potrebbe esser economicamente competitivo. Ed esser quindi avversato dall’industria chimica…

    8. L’isolamento termico di un edificio è sicuramente fondamentale per la sua riqualificazione energetica e per favorire quindi il risparmio energetico. Ben vengano soluzioni ecologiche amiche dell’ambiente!

    9. Fanno davvero ridere i commenti contrari a queste spettacolari innovazioni tecnologiche. Materiali ecocompatibili e molto poco inquinanti anche nel processo di produzione. Ben vengano queste innovazioni.
      PS – per i contrari, cosa c’e, siete affezionati a polistirene e poliuretano ? Fate davvero ridere….

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