Stazioni modulari fotovoltaiche per accogliere l’Hyperloop del futuro

    Gli architetti olandesi di UNStudio hanno progettato una stazione prototipo per Hardt Hyperloop, la società che intende realizzare il collegamento iperveloce tra Amsterdam e Francoforte

    Stazioni modulari fotovoltaiche
    (immagine di UNStudio)

     

    Le stazioni modulari fotovoltaiche di UNStudio parlano la lingua di domani

    (Rinnovabili.it) – Forme morbide e trasparenti in grado di adattarsi all’ambiente urbano preesistente in una sorta di relazione simbiotica. Questa la visione da cui nascono le stazioni modulari fotovoltaiche disegnate dagli architetti olandesi di UNStudio per la futura rete europea di Hyperloop. La visione futuristica di Elon Musk per il mondo dei trasporti è, infatti, approdata anche nel vecchio Continente grazie alla startup Hardt. La giovane società, anch’essa olandese, ha creato un consorzio con aziende del calibro di Royal BAM Group, Tata Steel e Royal IHC e sta ora studiando il primo collegamento iperveloce europeo: 450 km di infrastruttura per collegare Amsterdam a Francoforte in meno di un’ora. L’idea alla base di Hyperloop è quella di creare una rete di tubi sotto vuoto dove far viaggiare capsule ad alta velocità grazie alla levitazione magnetica. A causa della mancanza di resistenza all’aria, i pod possono raggiungere teoricamente velocità fino a mille chilometri all’ora.

     

    L’iniziativa condotta da Hardt è ancora allo stato embrionale (non si conoscono date, riferimenti tecnici né investimenti necessari) ma nel recente vertice organizzato dalla startup, UNStudio ha presentato la propria idea per i punti di scambio di questa rete iperveloce.

    Il progetto immagina una serie di stazioni moduli fotovoltaiche, spazi concettuali in grado di essere adattati e ampliati in maniera differente a seconda dell’area urbana di destinazione. L’obiettivo è creare un sistema che possa essere implementato in maniera rapida e veloce in numerose città europee a prescindere dal tipo d’area a disposizione: da contesti urbani stretti a stazioni di medie dimensioni fino ai grandi nodi di scambio. “Le città esistenti comportano parametri già esistenti e UNStudio cerca una relazione simbiotica con l’ambiente locale: un pezzo integrato di una composizione urbana”, ha affermato lo studio.

     

    Stazioni modulari fotovoltaiche
    (Immagine di UNStudio)

     

    Il concept, ribattezzato con il nome di Station of the Future, ha un layout aperto e flessibile. Le curve della struttura, necessarie per accogliere la grande velocità dei veicoli Hyperloop, darebbero agli edifici “una forma organica invitante per ammorbidire la geometria del modulo”. Oltre alle piattaforme adattabili e ai tetti semi-trasparenti e curvilinei, ciascuna stazione dovrebbe contenere moduli per il check-in dei bagagli, banchine per biciclette, asili nido e “parchi tascabili”. Secondo gli architetti olandesi potrebbero diventare anche una sorta di centri urbani per iniziative economiche circolari e condivise.

    Nell’idea originale il sistema di trasporto iperveloce userebbe l’energia solare per alimentarsi. Allo stesso modo le stazioni del futuro farebbero del sole una delle sue componenti principali. Pannelli fotovoltaici e batterie da unire a materiali responsivi, capaci di reagire a calore, luce e umidità per garantire in maniera automatica il comfort dei pendolari.

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