Il supercomputer studia i cambiamenti climatici e riscalda un edificio intero

    Può fare 212 trilioni di calcoli al secondo per prevedere come cambia il clima. Tutto il calore che produce viene riutilizzato per riscaldare l’Istituto che lo ospita. Che non ha bisogno di altre fonti di energia termica

    Il supercomputer studia i cambiamenti climatici e riscalda un edificio intero
    Fonte: Inhabitat.com

     

    (Rinnovabili.it) – Forse non si poteva chiedere di più a un istituto di ricerca sui cambiamenti climatici. La nuova sede del Potsdam-Intitut Für Klimafolgenforschung, l’Istituto di Potsdam per la Ricerca sul Clima, ha altissime performance di efficienza energetica e due caratteristiche che combinano un importante valore simbolico a quello pratico.

    Lo studio di architettura berlinese BHBVT Architects ha consegnato agli scienziati il loro nuovo spazio di lavoro dopo tre anni di costruzione. Si tratta di un edificio a forma di trifoglio, immerso all’interno di un bosco sulla cima di una bassa collina, costato circa 17 milioni di euro. Occupa una superficie di più di 6.000 mq ed è alto 4 piani, ma risulta perfettamente integrato nell’ambiente che lo circonda grazie a una sinuosa facciata in legno con un framework ad orientamento verticale, che richiama e si confonde con gli alberi di Telegraph Hill.

     

    Il supercomputer studia i cambiamenti climatici e riscalda un edificio intero
    Fonte: Inhabitat.com

     

    La peculiare destinazione d’uso del complesso non ha lasciato indifferenti gli architetti, che hanno deciso di lasciare ampio spazio alla ricerca all’interno del loro progetto. E lo hanno fatto in un modo inusuale. Infatti per l’isolamento delle pareti esterne sono stati utilizzati nuovi metodi costruttivi e nuovi materiali, la cui efficacia e prestazione termica sarà oggetto di uno studio condotto da parte dell’Università Tecnologica di Dresda nel corso dei prossimi tre anni. In pratica, l’Istituto di ricerca si fa ricerca esso stesso.

     

    Ma quello di Potsdam è soprattutto l’Istituto che ospita uno dei supercomputer che elabora i modelli predittivi dei cambiamenti climatici su scala globale. Un gioiellino da oltre 4 milioni di euro capace di eseguire qualcosa come 212 trilioni di calcoli al secondo. Quindi una macchina che – come ogni computer – consuma energia e produce calore, ma in quantità pari a qualche migliaio di laptop messi insieme. Per questa ragione BHBVT Architects ha pensato di recuperare il calore d scarto del supercervellone, per rimetterlo in circolo e impiegarlo per il riscaldamento dell’Istituto. Che da questo punto di vista è autosufficiente: basta quel calore per riscaldare l’intero complesso, che ospita gli uffici di 191 scienziati.

    Articolo precedenteFotovoltaico, nuove pressioni sui costi per l’industria solare
    Articolo successivoForeste, l’ultima barriera alla catastrofe globale

    LASCIA UN COMMENTO

    Per favore inserisci il tuo commento!
    Per favore inserisci il tuo nome qui

    Leave the field below empty!