In Trentino l’eco-cantina ipogea più grande d’Europa

Dei suoi 100.000 mc, solamente 1500 sono fuori terra: il resto si espande nel sottosuolo a una profondità media di 15 metri. Così è stato creato un sistema a basso impatto ambientale ed energeticamente sostenibile

(Rinnovabili.it) – Costeggiando la Vallagarina, la più nota Strada del Vino del Trentino Alto-Adige, si intravedono le forme dell’eco-cantina: un morbido volume dal tetto verde affiora leggermente tra le curve di quelle colline incastonate tra le Alpi e il lago di Garda dove, da decenni, si producono Teroldego, Lagrein, Pinot Grigio e Marzemino. Unico segno tangibile della mano dell’uomo sono le ampie vetrate che si affacciano sulla vallata, quasi a voler trasfondere il paesaggio circostante nell’edificio che, di per sé, si amalgama completamente con il territorio che lo ospita, fino a toccarne le radici più profonde ed a sfruttarne le energie più intime.

 

I vantaggi di un’eco-cantina ipogea

Intagliata nel naturale dislivello di una collina, la Cantina Mori Colli Zugna è la tenuta vitivinicola ipogea più grande d’Europa. Il progetto di questa eco-cantina, realizzato tra il 2008 e il 2012 dallo studio di Architettura Tomasi & Associati di Trento, coniuga le esigenze di raggruppare in un’unica sede le molteplici attività produttive, agricole e promozionali di una cantina con la volontà di realizzare un edificio che non si imponga sul paesaggio, ma che, fondendosi con la natura da cui trae sostentamento, ne utilizzi le risorse e le energie per autoalimentarsi, in una sorta di infiniti rimandi tra la realtà agricola dei vigneti e la realtà industriale della produzione vinicola.

Il risultato è un edificio ad alto risparmio energetico ed a bassa antropizzazione del territorio. Dei 100.000 metri cubi realizzati, solamente 1500 sono fuori terra. Il resto del volume si espande sottoterra per una profondità media di 15 metri.

Una struttura ipogea di tali dimensioni, per definizione, individua un sistema a basso impatto ambientale ed energeticamente sostenibile. Il sottosuolo è infatti un ricettacolo ideale di energia: la massa del terreno, caratterizzata da bassa conduzione ed elevata capacità termica, riesce a mantenere costante per tutto l’anno una temperatura compresa tra i 10 ed i 15 gradi centigradi circa, ideale per la conservazione, la maturazione e l’invecchiamento del vino. In una cantina ipogea si riescono quindi ad ottenere condizioni ambientali tali da eliminare o limitare i consumi degli impianti di condizionamento nelle barriccaie.

Al livello del terreno, la copertura dell’edificio è stata semplicemente realizzata reimpiantando ben 200 ettari di vitigno, mentre il volume affiorante degli uffici è integrato nel paesaggio circostante da un tetto giardino. Le coperture verdi da un lato contribuiscono fortemente alla causa del risparmio energetico, innalzando i valori di isolamento termico dell’involucro sottostante, dall’altro consentono l’attuazione di un ciclo produttivo a basso consumo energetico, la vinificazione per caduta.

 

 

 

A partire dal livello del terreno, con la complicità di una struttura completamente ipogea, le zone produttive sono dislocate a “cascata”, gradualmente con lo sviluppo sotterraneo dell’edificio. Si parte in alto dove vengono raccolte e conferite le uve, fino ad arrivare al piano più basso, dove viene lavorato e conservato il mosto. Il tutto avviene semplicemente per caduta, sfruttando la naturale gravità, senza l’ausilio di pompe.

Il naturale calore del terreno che avvolge ed isola l’eco-cantina viene inoltre sfruttato per soddisfare il fabbisogno energetico dovuto al condizionamento degli uffici ed alla produzione di acqua calda sanitaria: dodici sonde geotermiche collegate a due pompe di calore assicurano un comfort ottimale sia d’inverno che d’estate. L’impianto è integrato da un sofisticato sistema di supervisione e diagnosi che garantisce la massima efficienza di funzionamento in tutte le condizioni di esercizio. Il resto dell’energia necessaria viene prodotta da una caldaia a bassa temperatura, configurata in maniera tale che la trasmissione del calore all’acqua di caldaia avviene per circolazione interna naturale, senza l’ausilio di pompe, complice la configurazione ovale del corpo caldaia con scambiatore ad intercapedine che garantisce minime perdite di carico.

 

La luce naturale, che entra prepotentemente nelle sale di degustazione, nell’enoteca negli uffici situati al piano terra, viene integrata da sorgenti di illuminazione artificiale alimentate da pannelli fotovoltaici. Particolare attenzione è rivolta inoltre alla gestione della risorsa idrica, recuperata e riutilizzata per le operazioni di lavaggio, con un incremento del risparmio pari al 70 %.

Contrariamente ad altre cantine vinicole, create ipogee al costo di notevoli operazioni di sbancamento del terreno, l’eco-cantina Mori Colli Zugna si inserisce dolcemente e naturalmente nella sua collina, avvalendosi del dislivello. Si alimenta energeticamente della terra che la avvolge e dalla terra trae l’uva che trasforma in vino per gravità. Ci sono edifici che sfruttano la natura senza farle male. Qui, inoltre, si produce un ottimo Teroldego.

 

 

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2 Commenti

  1. Buongiorno, complimenti per questo splendido lavoro. Un’opera di altissima innovazione ed a basso impatto ambientale che deve rendere fiero il proprio territorio. Sarebbe bello che questa cantina potesse essere visitata per far conoscere alla popolazione, ma anche ai turisti che in Trentino sono presenti tutto l’anno, questa struttura e spiegare loro il lavoro che è stato fatto per renderla energicamente sostenibile.

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