Dalla Silicon alla Materials Valley, per un futuro più sostenibile

Nuovi materiali compositi creati attraverso una tecnologia che sfrutta basse temperature. Così l’ingegnere Richard E. Riman sta cercando rivoluzionare i processi produttivi

Dalla Silicon alla Materials Valley, per un futuro più sostenibile

 

(Rinnovabili.it) – Materiali compositi più forti e robusti, ma al tempo stesso leggeri ed economici da produrre. Ma soprattutto più sostenibili. La promessa fatta oltre nove anni fa da Richard E. Riman, professore alla Rutgers University, è diventa realtà. L’ingegnere ha trasformato e affinato la sua innovativa tecnologia produttiva che sfrutta reazioni a base d’acqua, per ottenere oltre trenta materiali diversi, che possono replicare le funzioni del legno, dell’osso e persino dell’acciaio.

 

Il processo è chiamato densificazione reattiva idrotermale a fase liquida (rHLPD), ma dietro un nome di non immediata comprensione, nasconde un’idea “abbastanza” semplice. La tecnica permette di creare attraverso soluzioni acquose, legami tra i materiali (come le polveri di minerali) a basse temperature, solidificandoli. “In generale, – afferma il professore – non superiamo i 240 ° C per produrre i materiali compositi, ma a moti processi basta la temperatura ambiente”.

 

L’idea, come spesso succede, è nata quasi per caso. “Ho visto come i frutti di mare sono in grado di produrre ceramiche a bassa temperatura, come i cristalli di carbonato, e ciò che le persone possono fare con acqua, come nel caso delle piste di atterraggio create in Alaska”, spiega Riman. “Mi sono detto che saremmo dovuti essere in grado di fare la stessa cosa con la ceramica, ma impiegando un processo chimico a basse temperature che coinvolgesse l’acqua”.

I risultati non si sono fatti attendere come dimostra l’eco-cemento “Solidia” creato da non solo con minore energia termica ma anche un tasso di calcare incorporato più basso, il che si traduce in una riduzione delle emissioni di CO2 nella fabbricazione. E il prezzo di produzione è identico a quello del più comune cemento Portland.

La prima startup, Solidia Technologies, è stata avviata nel 2008, ma l’ingegnere non intende fermarsi qui. “In definitiva, ciò che vorremmo essere in grado di fare è creare una ‘Materials Valley’, dove questa tecnologia possa dar vita ad una società dopo l’altra, piccole, medie e grandi imprese”, ha aggiunto Riman che già si appresta a lanciare una nuova startup. Obiettivo? Realizzare materiali per dispositivi elettronici, ottici, magnetici, biomedici, tessuti e impianti aerospaziali.

Articolo precedenteSbiancamento dei coralli, a marzo la Barriera rischia una nuova catastrofe
Articolo successivoOceani senza ossigeno: -2% per colpa del riscaldamento globale

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!