Dallo spazio, un nuovo sistema per il monitoraggio della CO2

L’European Space Agency lancia Sentinel-7, un nuovo modello del programma Copernicus per il monitoraggio delle emissioni antropogeniche di CO2. In questo modo, sarà possibile capire da dove provengono le emissioni e mitigarne gli effetti

Monitoraggio della CO2
Credits: PIRO4D da Pixabay

Tre satelliti europei saranno in grado di individuare da dove provengono le emissioni di CO2.

 

(Rinnovabili.it) – Durante l’European Space Week di Helsinki, i delegati dell’European Space Agency (ESA) hanno presentato l’aggiornamento del programma satellitare europeo Copernicus che permetterà di superare i limiti delle attuali tecnologie di osservazione della Terra, che non sono abbastanza precise quando si tratta di monitorare le emissioni di anidride carbonica. Nel 2025, però, questi ostacoli saranno superati grazie al nuovo modello Sentinel-7, specificamente dedicato al monitoraggio della CO2 e delle emissioni antropogeniche .

 

Secondo i programmi dell’ESA, tra poco più di 5 anni tre satelliti dovrebbero orbitare attorno alla terra 14 volte al giorno, ciascuno di essi in grado di visualizzare 250 km della superficie terrestre durante un passaggio, segnando un miglioramento significativo rispetto all’attuale capacità di 15 km. Una volta nello spazio, la flotta sarà quindi in grado di comunicare ai tecnici i dati che permetteranno di individuare da dove provengono le emissioni di carbonio. Finora i satelliti Copernicus sono stati in grado di fornire una lettura della concentrazione di CO2, ma senza indicarne la fonte specifica.

 

>>Leggi anche L’ESA lancerà in orbita 3 satelliti per mappare le emissioni globali di CO2<<

 

“L’attuale monitoraggio della CO2 non è accurato e fornisce solo risultati parziali. Il nuovo sistema Copernicus cambierà tutto questo. Individuare la fonte è molto più complicato che misurare la concentrazione”, ha affermato Florence Rabler del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine. Infatti, uno dei principi fondamentali della “diplomazia climatica” è il concetto che le emissioni non rispettano i confini geografici. Ma le nuove potenzialità di Copernicus sul monitoraggio della CO2 consentiranno, attraverso un sistema di dati aperti, di capire immediatamente chi (e dove) non sta facendo la propria parte nella riduzione delle emissioni.

 

L’ESA ha anche avvertito sull’importanza di non concentrarsi solo sull’osservazione, ma anche e soprattutto sulla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, spiegando come la tecnologia sviluppata durante le missioni spaziali (come pannelli solari ad alte prestazioni e celle a combustibile) giochi un ruolo fondamentale in questo senso.

 

Per queste ragioni, pare che nei programmi della nuova Commissione Europea ci sia aumentare le risorse nel settore aerospaziale, anche perché le applicazioni pratiche del nuovo Sentinel-7 rispetto al monitoraggio della CO2 sono molto ampie, permettendo ad esempio di valutare immediatamente se misure quali divieti di circolazione o sistemi di scambio di carbonio stiano effettivamente funzionando come previsto. Oltre a Sentinel-7, nel 2020 e nel 2021 dovrebbero essere lanciate in orbita rispettivamente le sentinelle 5 e 6, dedicate al monitoraggio atmosferico e all’innalzamento del livello del mare.

 

>>Leggi anche Emergenza climatica: l’Esa rafforzerà l’osservazione della Terra<<

Articolo precedente“A Natale puoi…scegliere”: Mercatino Solidale di Artigianato
Articolo successivoI ministri UE accettano la riforma delle imposte sull’energia

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!