Biofuel: il Brasile investe 624 mln nella canna da zucchero

Migliorare l’efficienza della filiera per mantenere la leadership mondiale nel mercato del bioetanolo. Questo l’obiettivo del nuovo programma di finanziamento

Biofuel: il Brasile investe 624 mln nella canna da zucchero(Rinnovabili.it) – E’ ancora una volta è la canna zucchero, la materia prima su cui il Brasile ha scelto di puntare per la mantenere competitiva la sua industria di biofuel. La banca di sviluppo (Banco Nacional de Desenvolvimento Economico e Social – BNDES) ha deciso di aprire le proprie casse per finanziare con ben 1,9 miliardi di reais – circa 624 milioni di euro – aziende locali intenzionate a migliorare la resa delle colture agroenergetiche, ma soprattutto a far crescere la propria produzione di bioetanolo. A tal fine, la BNDES in collaborazione con l’agenzia di ricerca Finep ha già selezionato 35 progetti proposti da 29 società. L’obiettivo è quello di rimettere in carreggiata le “prestazioni agricole” di questi ultimi dieci anni, quando il settore ha raggiunto meno dell’1% di crescita annua, accelerando lo sviluppo di nuove tecnologie che ne aumentino l’efficienza complessiva e che ne aumentino pertanto i guadagni a medio e lungo termine.

 

Per avere un’idea di questo potenziale, spiega l’Agenzia, se il guadagno annuo della produttività agricola della canna da zucchero, attualmente a meno dell’1%, fosse portato al 3%, si potrebbero aggiungere circa 12 miliardi di litri di etanolo entro l’inizio del prossimo decennio, vale a dire un incremento di oltre il 40% rispetto alla produzione attuale di etanolo. A titolo di confronto, la stessa capacità produttiva per l’etanolo avrebbe bisogno di 40 miliardi di reais da investire nella costrizione di 40 nuovi impianti, ciascuno con una capacità di trattare 4 milioni di tonnellate di canna per ogni raccolto, che richiederebbero circa 2 milioni di ettari nelle aree di espansione delle piantagioni di canna da zucchero. 

Articolo precedenteIspra: Concordia, nessuna traccia d’ecotossicità
Articolo successivoDagli USA nuovi dazi al fotovoltaico “made in China”

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!