Emissioni veicoli, c’è l’accordo europeo per il taglio della CO2

Europarlamento e Consiglio hanno trovato la quadra sul nuovo regolamento dedicato ad auto e furgoni. Ma il testo finale scontenta quasi tutti

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Emissioni veicoli: l’UE alza i target di riduzione ma non riesce ad allinearsi all’Accordo di Parigi

(Rinnovabili.it) – Fumata bianca per le nuove norme comunitarie sulle emissioni veicoli. Il trilogo europeo ha trovato ieri sera un accordo informale sul taglio della CO2 da applicare ad auto e furgoni venduti dal 2021. Il testo finale, che dovrà ora essere votato ufficialmente sia dal Parlamento che dal Consiglio dell’UE, dà una vigorosa scossa alla proposta iniziale della Commissione Europea. Allo stesso tempo, tuttavia, livella l’impegno richiesto dagli eurodeputati per riuscire a trovare un punto d’incontro con le richieste dei Ventotto, Germania in primis.

Non è una sorpresa, dunque, che il risultato finale accontenti i legislatori ma incassi le critiche sia del settore auto che di quello ambientalista, per ragioni ovviamente opposte.

 

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Cosa prevede il regolamento sulle emissioni veicoli? L’intesa ha alzato gli obiettivi di riduzione della CO2 da raggiungere per il 2030 che diventano: -37,5% per le nuove auto e -31% per i nuovi furgoni (lì dove Bruxelles aveva inizialmente proposto per entrambi solo un -30% e Strasburgo chiedeva un -40%). Il target sarà calcolato sulla base dei livelli di emissione del 2021, con un passaggio intermedio del -15% di CO2 per entrambi i veicoli leggeri da raggiungere entro il 2025. Scompare invece dal testo finale qualsiasi accenno ad un sistema di tassazione (malus) per le case automobilistiche che non dovessero rispettare la quota di veicoli ecologici richiesta dal regolamento. Un elemento di cui oggi si rammarica l’ONG Transport & Environment (T&E). Seppur soddisfatta dei miglioramenti introdotti nel provvedimento, l’associazione sottolinea come l’accordo sia ben al di sotto di quanto è necessario per raggiungere gli obiettivi climatici del 2030 o quelli dell’accordo di Parigi, che richiederebbero che l’ultima auto con un motore a combustione interna sia venduta agli inizi degli anni ’30.

 

Le nuove norme non soddisfano neppure l’industria auto. In una nota stampa, l’Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA) fa sapere di essere seriamente preoccupata per target emissivi “estremamente impegnativi”. Secondo il gruppo un taglio del 37,5% potrebbe “sembrare plausibile, ma [è] totalmente irrealistico rispetto a dove siamo oggi”. Raggiungere gli obiettivi “richiederà un maggiore rafforzamento del mercato dei veicoli elettrici e di altri veicoli alternativi rispetto a quelli attualmente disponibili”, ha aggiunto ACEA invitando i 28 Stati membri e la Commissione europea a garantire “tutte le condizioni di abilitazione”, in particolare gli investimenti necessari in infrastrutture.

 

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