Gemme: la visione green di ANAS

Autonomia energetica, interconnessione, internet delle cose, utilizzo di materiali riciclati, il Presidente Claudio Andrea Gemme ci disegna un inaspettato percorso ultrasostenibile di ANAS, frenato però dalla consueta burocrazia nazionale

 

(Rinnovabili.it) – Dal dicembre del 2018 Claudio Andrea Gemme è stato nominato Presidente di ANAS. In questi pochissimi mesi l’abbiamo spesso sentito trattare di sostenibilità ambientale, efficienza energetica, innovazione tecnologica, come forse non avevamo mai sentito dai sui predecessori.

Presidente, possiamo parlare di un nuovo corso in Anas?

In verità non direi. Ciò di cui lei parla è un corso iniziato sicuramente prima di me, direi  in modo particolare dal 2009 – 2011. Ho trovato un’Azienda già con una grande sensibilità per l’innovazione tecnologica e le sue applicazioni.

L’Anas è solo apparentemente una realtà che si occupa di strade, ma in realtà, all’interno dell’azienda, ho scoperto un contenitore fantastico di iniziative innovative e di sviluppo tecnologico con un valore che credo sia difficile trovare in altri contesti.

Quindi il tema, molto attuale, della manutenzione alle strade e di investimenti per nuove infrastrutture era già una priorità dell’Azienda…

Assolutamente si. Nella rimodulazione del Contratto di Programma 2016-2020 con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si prevedono quattro punti essenziali: maggiori investimenti in manutenzione della rete, potenziamento delle nuove tecnologie applicate alle infrastrutture, attenzione alla sostenibilità e immediato rilancio dei cantieri.

Tradotto in cifre?

Nel Contratto di Programma sono previsti circa 30 miliardi suddivisi, approssimativamente, metà per la manutenzione programmata e metà per le nuove opere.

Tenuto conto anche delle risorse provenienti dal Fondo Investimenti 2019, istituito dalla Legge di Bilancio 2019, pari a 3,1 miliardi destinati al piano Ponti, viadotti e gallerie e al ripristino della viabilità post sisma 2016, il contratto di programma Anas passerebbe a un totale di 33 miliardi, di cui 28,3 già interamente finanziati.

Come è organizzato il sistema di manutenzione della rete. Quali sono i criteri e come ovviare alle emergenze?

Anas, lungo la propria rete di 30.000 km di strade e autostrade, dispone di un sistema di monitoraggio che consente la programmazione di interventi superando la logica di straordinarietà e di emergenza. Grazie a queste metodiche oggi programmiamo su scala pluriennale interventi di manutenzione non solo per risolvere le criticità esistenti, connesse spesso al gap accumulato nel tempo per la manutenzione, ma anche per prevenirne la formazione di nuove.

Parliamo di sostenibilità ambientale: come pensate di orientare gli interventi di manutenzione e quelli per la realizzazione di nuove infrastrutture verso obiettivi di salvaguardia ambientale?

Innanzitutto parliamo di valori profondamente presenti nell’azienda. ANAS redige un bilancio sostenibile, il ché significa che per realizzare o manutenere strade lanciamo appalti ed acquisti esterni orientati alla sostenibilità ambientale. Ciò consente di premiare l’offerta con i contenuti tecnici più green. E ciò credo sia un passaggio epocale che non può derivare solo da un orientamento dell’attuale CdA, ma da una storia e da una sensibilità pregressa che doveva essere, questo sì, valorizzata nel giusto modo. Ed è questo un compito che mi sono assunto personalmente in quanto sono tematiche a cui lavoro da tempo essendo anche presidente di Industria  e Ambiente di Confindustria.

Sensori sui percorsi, interazione con gli utenti, possibilità di monitoraggio delle tratte e delle infrastrutture: siamo abituati a pensare alle autostrade come semplici strisce d’asfalto, ma con il progetto “Smart Road” la rete autostradale potrebbe diventare il più grande “Internet of Things” d’Italia…  

Infatti. E’ una sfida enorme. Il progetto Smart Road innanzitutto è sostenibile energeticamente: si prevede la realizzazione di apposite aree denominate Green Island in cui verrà prodotta energia elettrica rinnovabile, fotovoltaica e/o eolica, ogni 30 km circa. Dalle Green Island verrà distribuita energia green che alimenterà tutti gli apparati della Smart Road. Nelle Green Island saranno installati sistemi di ricarica per veicoli e sistemi di ricarica per droni, utilizzati quest’ultimi per il monitoraggio e le ispezioni di opere civili strategiche e per una sorveglianza continua anche a fini di pubblica sicurezza.

Inoltre, la Smart Road, oltre a garantire i servizi C-ITS (Cooperative Intelligent Transport Systems) individuati dalla Comunità Europea e basati sulle comunicazioni V2I (Vehicle-to-Infrastructure) e V2V (Vehicle-to-Vehicle), sarà predisposta per integrare la prossima tecnologia 5G.

Insomma la base per realizzare le smart grid in Italia potrebbe partire proprio dalle strade.

Possiamo quindi parlare di una vera e propria rivoluzione digitale…

Certo. Attraverso l’applicazione dei processi di trasformazione digitale puntiamo ad ottenere la riduzione dell’incidentalità, un maggior comfort di viaggio, la gestione e il miglioramento delle condizioni di traffico e di eventi straordinari di criticità e, non ultimo, l’interoperabilità con veicoli connessi e con il territorio.

Tutto questo pone le basi per la graduale circolazione dei veicoli a guida autonoma.

Da dove partirà, concretamente, il progetto Smart Road?

Nella prima fase, con un investimento di circa 250 milioni di euro, i percorsi interessati sono la A2 ‘Autostrada del Mediterraneo’, l’autostrada A90 ‘Grande Raccordo Anulare di Roma’ e la A91 ‘Autostrada Roma-Aeroporto di Fiumicino’, l’itinerario E45-E55 ‘Orte-Mestre’, la Statale 51 ‘di Alemagna’ a Cortina, la Tangenziale di Catania e, sempre in Sicilia, la A19 ‘Autostrada Palermo-Catania’.

Anche il progetto Smart Mobility mi sembra abbia connotazioni molto innovative, si parla di tecnologie IoT…

Si tratta di un progetto in grado di rendere più efficienti i flussi di traffico e di migliorare la sicurezza stradale grazie al controllo dell’infrastruttura, in tempo reale, grazie appunto alle tecnologie IoT (Internet of Things). Lo stiamo testando, prima esperienza di smart mobility in Europa, con la progettazione della infrastruttura tecnologica delle Olimpiadi invernali di Cortina 2021 e fungerà da raccordo tra gli obiettivi fissati dal progetto Smart Road, le innovazioni della ricerca e le esigenze, molto specifiche, del territorio.

Come si inseriscono i progetti di nuove infrastrutture in una logica di economia circolare?

Anas sta lavorando da tempo per un corretto processo di economia circolare attraverso una visione sistemica della catena dei processi, a partire dalla scelta dei materiali e dalle soluzioni progettuali maggiormente eco-compatibili. Tutto questo sulla base dalla Direttiva Europea 98/2008 che stabilisce il recupero dei rifiuti di almeno il 70% entro il 2020 e introduce il concetto di end of waste (processo di recupero del rifiuto).

 

Green Island concept

Un esempio concreto?

Le attività che riguardano la gestione delle terre e delle rocce da scavo, l’utilizzo di aggregati riciclati, il riuso dei materiali derivanti dalle demolizioni, come è accaduto per le macerie presenti nei comuni di Amatrice e Accumoli, provenienti dalla demolizione dei fabbricati colpiti dal sisma del 2016.

Come vi state preparando alla rivoluzione della mobilità elettrica? In quali termini siete coinvolti per la realizzazione delle infrastrutture per la ricarica?

Sono stati già pubblicati bandi di gara per l’affidamento delle concessioni per aree di servizio che prevedono colonnine di ricarica elettrica veloce sulla A2 ‘Autostrada del Mediterraneo’, sulla A19 ‘Palermo-Catania’ e in 10 aree di servizio lungo le autostrade A90 ‘Grande Raccordo Anulare di Roma’ e A91 ‘Autostrada Roma-Aeroporto di Fiumicino’.

Attualmente il servizio di ricarica è disponibile presso l’area di servizio di Selva Candida Esterna del Grande Raccordo Anulare di Roma. La colonnina installata è di tipo Fast Recharge, che abilita la ricarica, in contemporanea, di due veicoli in corrente alternata e in corrente continua in circa 20 minuti.

Anas ha avviato due anni fa il Piano di razionalizzazione della rete delle aree di servizio autostradali  con l’obiettivo di estendere il servizio in tutte le aree di servizio affidate in concessione lungo la rete autostradale in gestione diretta Anas. Sono in totale 41 impianti.

Ho letto che ANAS ha attivato diversi accordi con Istituti di ricerca per realizzare progetti particolarmente innovativi dal punto di vista tecnologico. Quali sono?

In verità sono molti. Ne posso citare tre:

L’accordo con il Senseable City Lab Consortium del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, diretto dal professor Carlo Ratti, per l’uso di sensori mobili nel monitoraggio di ponti, viadotti e cavalcavia.

Il progetto Greenlight che ha l’obiettivo di ridurre i consumi energetici per l’illuminazione nelle 1.900 gallerie in gestione della rete stradale di nostra competenza. Le attività sono già in corso. L’investimento è di 30 milioni di euro con un tempo di rientro medio di circa 7 anni. Il risparmio in termini di emissioni di CO2 sarà di circa 1.000.000 Kg e di oltre 2 milioni di euro in termini economici.

Il Progetto Smart Light testato sul Grande Raccordo Anulare di Roma. Un sistema di controllo dell’impianto di illuminazione, con Lampade LED, che consente una regolazione “punto punto” del flusso luminoso, attraverso una tecnologia wireless di ultima generazione definita zigbee.

Dinanzi a questo quadro positivo e proiettato verso il futuro, qual è il fattore maggiormente frenante per i vostri progetti innovativi?

Sicuramente la burocrazia. Pensi che solitamente dalla progettazione all’inizio dei cantieri passano mediamente 5/7 anni. Il dato si commenta da solo.

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