IFAD: “Sì a biocarburanti per l’aviazione sostenibili”

Stamani a Roma il Workshop internazionale durante il quale si è discusso su come sia possibile sviluppare in modo sostenibile biocombustibili destinati al trasporto aereo

(Rinnovabili.it) – Una via percorribile e sostenibile per facilitare lo sviluppo dei biocombustibili destinati all’aviazione, nel rispetto delle popolazioni più povere. Questo il tema al centro del workshop internazionale Sviluppo Sostenibile dei Biocarburanti per l’Aviazione a favore dei poveri, promossa dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD); l’iniziativa, realizzata in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, il Vicariato di Roma  – Ufficio Pastorale Universitaria, l’Università RomaTre e Boeing Italia, è stata organizzata per individuare le giuste politiche con cui far largo ai biocarburanti e riuscire ad aprire un dialogo con i Paesi in Via di Sviluppo, sia a livello internazionale che locale. Si tratta di puntare su combustibili verdi capaci di ridurre le emissioni di gas serra provenienti dall’industria del trasporto aereo; non solo: essi rappresentano anche una valida opportunità di sviluppo rurale per ridurre la povertà e migliorare la sicurezza alimentare. «Tuttavia – ha precisato Carlos Seré di IFADle modalità di produzione di tali biocarburanti possono implicare rischi significativi, che necessitano di essere pienamente compresi e pertanto evitati».

 

Fondamentale, infatti, è analizzare meticolosamente le condizioni sociali, economiche e ambientali a livello locale per far sì che i piccoli agricoltori possano diventare dei bravi custodi delle risorse naturali. Durante la mattinata si è anche discusso sui rischi e gli impatti che questo genere di combustibile può provocare alla sicurezza alimentare. «Alcune colture con elevato contenuto di olio, amido o zucchero possono prosperare in aree marginali – ha spiegato Carlos Seré – si tratta di colture non commestibili o dal multiplo impiego che possono crescere in queste aree per la produzione di materie prime industriali, quando non è vantaggioso, da un punto di vista economico e biofisico, piantare colture destinate all’alimentazione». Seré ha aggiunto, poi, che la produzione di biocarburante può avvenire anche grazie a tecnologie capaci di “estrarlo” dalla cellulosa e dalle alghe, ma sulle quali occorre eseguire le giuste valutazioni nel breve e nel lungo periodo. E a questo proposito l’IFAD è riuscito a mobilitare fondi per 12 milioni di dollari americani, con cui è stato costituito un consorzio che possa fare ricerca sulla materia. «Il sostegno dell’IFAD – ha concluso Seré – è parte di un approccio onnicomprensivo per stimolare lo sviluppo rurale a ridurre la povertà e migliorare la sicurezza alimentare, un mezzo per un fine e non un fine a se stesso».

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